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“Ho accettato un invito a pranzo, il che è risultato essere il mio errore più grande. E me ne pento. Ero seduto al tavolo con la mia compagna, all’improvviso è arrivata la polizia ed è successo quel che è successo. Ma ero a quel casolare per pura casualità. Ho una mia azienda ed ero in Bosnia per una riunione di lavoro. Non ho nulla a che fare con le persone che sono state fermate e arrestate, né io né i miei soci commerciali. La polizia ci ha portato via, ci ha fatto alcune domande come testimoni e quando hanno visto che non conoscevamo gli accusati ci hanno lasciati andare”. Queste le dichiarazioni dell’arbitro sloveno Slavko Vincic dopo essere stato arrestato e poi rilasciato nell’ambito di un’operazione legata allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione. Vlado Sajn, presidente dell’associazione degli arbitri sloveni, ha preso posizione: “Dalle informazioni che abbiamo raccolto da fonti ufficiali e non, e infine da quelle che ci ha dato lo stesso Slavko, non è sospettato di nulla, nè sono stati iniziati procedimenti nei suoi confronti. Si è semplicemente trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato”.
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