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Martedì 16 aprile è uscito al cinema il film documentario “Kaiser, il più grande truffatore della storia del calcio”. La pellicola narra la storia del “calciatore” brasiliano Carlos Henrique Raposo soprannominato “Kaiser” per una curiosa somiglianza con Franz Beckenbauer. Per vent’anni Raposo ha indossato oltre dieci maglie dei club più prestigiosi del Sudamerica come Flamengo, Fluminense, Botafogo e Vasco ed è andato a giocare anche in Messico e negli Stati Uniti, la sua professione era quella dell’“amico di”. Erano amici suoi i fuoriclasse brasiliani Romario, Edmundo, Careca e Renato Portaluppi: lo portavano con loro e imponevano ai club che li acquistavano di inserire anche il “Kaiser”. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta internet non c’era ed era perciò difficile verificare chi fosse realmente Raposo, per questo se Romario diceva alle squadre di prendere anche lui perché lo riteneva bravo nessuno metteva in dubbio la sua parola. Ma il “calciatore” in questione firmava il contratto, si presentava all’allenamento e si infortunava subito, con medici e massaggiatori amici che confermavano il dolore alla coscia, lo strappo o la caviglia malmessa.
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Raposo nel frattempo prendeva lo stipendio e continuava a fare il “calciatore”, procurava ragazze facili, organizzava festini, affittava ville dove ci si potesse divertire. I suoi amici campioni lo volevano con loro anche per questo e lui chiedeva in cambio solo una finta “certificazione”. Una volta pur di non giocare e far vedere perciò quanto fosse scarso provocò una rissa, un’altra volta finse invece un malore durante il riscaldamento. Ma il “giocatore” godeva di buona pubblicità e di giornalisti che scrivevano articoli inventati sulle sue gesta con il pallone tra i piedi.
RECENSIONE “IL CAMPIONE” CON STEFANO ACCORSI