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Una nuova stretta all’orizzonte. Negli ultimi giorni sono le varianti a prendersi la scena: da quella inglese a quella brasiliana senza dimenticare quella sudafricana, sono un incubo, una variante impazzita alla lotta al Covid-19. E allora le Regioni, per voce del presidente dell‘Emilia Romagna Stefano Bonaccini, sono pronte a scrivere un documento da indirizzare al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Salute Roberto Speranza, nel quale si chiedono misure omogenee per tutta l’Italia. Niente zona gialla, niente zona rossa: ma una zona arancione generalizzata che impedirebbe di muoversi tra un comune e l’altro bloccando di fatto le varianti nelle singole città e non favorendone l’espansione.
Il Governo è orientato comunque ad allineare il no allo spostamento tra regioni (anche quelle gialle) sino al 5 marzo, visto che il DL prorogato dal Governo Conte scadrà il prossimo 25 di febbraio. Una misura che sembra ormai scontata e che nei prossimi giorni verrà ufficializzata. Ma l’orizzonte adesso è spostato più in avanti: proprio a quel 5 di marzo quando scadrà il DPCM. Ancora non si conosce il modus operandi del neo presidente del Consiglio Draghi che però ha annunciato che le nuove regole verranno sempre annunciate con anticipo. Ed è per questo che nelle prossime ore ci saranno i primi incontri per capire, ma il tema delle riaperture sembra molto lontano: il bollettino non perdona, solo ieri sono stati registrati oltre 15 mila nuovi contagi e un aumento dei pazienti in terapia intensiva, altra spia da non sottovalutare. La situazione è in evoluzione: ma l’ipotesi di una nuova stretta si fa sempre più concreta.
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