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 “Le messe in streaming vanno sospese o i fedeli faranno ancora più fatica a tornare in chiesa”. I parroci del Paese hanno dato voce alle preoccupazioni legate alla fase due dell’emergenza coronavirus con la riapertura delle messe al popolo in occasione della seduta della Commissione presbiterale italiana (Cpi), organismo della Cei che rappresenta i preti italiani delle varie regioni ecclesiastiche. Preoccupazioni e disagi nel corso del vertice sulla ripresa delle celebrazioni sono stati raccontati all’Adnkronos da don Federico Badiali, segretario dell’assemblea dei sessanta parroci del Paese che compongono la Commissione. “La maggior parte dei parroci – racconta don Badiali – lamentano come il ritorno dei fedeli a  messa sia ancora lentissimo”. A ‘distogliere’ i fedeli, oltre alla preoccupazione legata alla contingenza con il Covid, sarebbero le messe via streaming che continuano ad esserci soprattutto per anziani e per le persone più a rischio di eventuali contagi da coronavirus. “La possibilità di celebrare tramite streaming – riflette don Badiali riferendo le lamentele dei parroci- ha mantenuto il contatto tra parroci e parrocchiani nella fase 1 dell’emergenza però in questo momento tutti hanno detto che bisognerebbe sospendere lo streaming perché non si fa capire ai fedeli che è tempo di tornare alla celebrazione ordinaria”.
Non che le messe via streaming siano state superflue nel momento più drammatico. Anzi, come ricorda don Federico Badiali, ” sono state una benedizione nell’emergenza. Tutti hanno apprezzato la messa a Santa Marta del Papa; nella fase 1, la messa da remoto per tantissimi fedeli ha segnato il passaggio da una religiosità di tradizione ad una esperienza di fede personale, nel senso che la domenica si avvertiva l’esigenza di vivere un tempo della speranza nel dramma che si stava vivendo. Però ci sono tante cose che non vanno con queste messe da remoto. Da qui la condivisione sulla opportunità di interrompere le messe in streaming”. I parroci del Paese hanno manifestato disagio anche per la sanificazione delle chiese al termine di ogni messa per l’impatto sui fedeli: “Nonostante il ritorno faticoso in chiesa dei fedeli  – spiega don Federico Badiali – anche i processi di sanificazione previsti dal Protocollo spesso anziché dare sicurezza ai fedeli provocano terrore  perché evocativo di aspetti più clinici che liturgici”. I parroci, al di là dei disagi legati alla situazione, ce la stanno mettendo tutta. “Qualcuno – ricorda don Badiali – ha aumentato il numero di messe e c’è chi ha creato messe ad hoc per i giovani. Come accade a Rossano. Per non parlare del mondo del volontariato, attivissimo. In questi giorni abbiamo capito che partecipare all’eucarestia domenicale non è semplicemente adempiere un precetto. E tutta la nostra la nostra vita”.Â
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