Sport, casinò e pubblicità: un triangolo che in questi ultimi mesi sta facendo parlare di sé. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, nelle scorse settimane dopo una lunga consultazione ha pubblicato le linee guida riguardanti l’applicazione delle norme sul divieto di pubblicità sui giochi contenute nel Decreto Dignità. E ci sono delle novità importanti, degli spiragli che lascerebbero aperte diverse situazioni che sembravano chiuse a tripla mandata dopo il provvedimento adottato dal governo gialloverde. Andando nello specifico e parlando del mondo dei casinò in Italia sembrerebbe che siti di affiliazione, comunicazioni B2B e comunicazioni relative alle quote su siti Web e canali TV siano esclusi dal divieto di pubblicità.
Restano tanti comunque i dubbi in merito alle esenzioni previste nelle linee guida, ma con una certezza: le strategie di marketing devono creare un approccio su misura per il mercato italiano. Andiamo a sviscerare i vari dubbi e cominciamo dalla visualizzazione dei marchi: quando si identifica solamente il luogo in cui essa viene svolta è permessa, ma non è chiaro se è possibile mostrarne e, nel caso, in quale luogo. Un’altra zona grigia è legata alle informazioni che limitano a dare le sole caratteristiche dei vari servizi di gioco laddove fossero rilasciate nel contesto in cui il servizio di gioco a pagamento viene offerto: perché altri tipi di comunicazione sono invece vietati? Senza dimenticare l’esenzione dell’uso di marchi che identificano anche altre attività indipendenti rispetto al gioco d’azzardo con una condizione ben precisa: sul prodotto promosso non deve esserci ambiguità.
Il concreto raggio di azione di quest’ultima situazione andrà verificato in maniera minuziosa e puntigliosa per capire la posizione definitiva che l’Agcom assumerà per le varie linee di attività degli operatori di gioco d’azzardo. Nonostante l’entrata in vigore del decreto dignità, nei primi quattro mesi del 2019 sia il poker (modalità cash) che il casinò online (la lista integrale e completa dei siti legali è reperibile su www.italcasino.net) hanno fatto registrare un incremento del +12.7% con ben 325 milioni di euro di spesa, ma entrando più in profondità nei numeri chi se la passa bene è sicuramente il mondo dei casinò online che, con una spesa di 273,4 milioni di euro, hanno migliorato i dati dello scorso anno di 40 milioni (+17.2%). In discesa il poker cash che ha fatto segnare un -11.5% (spesa di 21.5 milioni contro i 24.3 del 2018) mentre il decremento del poker a torneo è stato più ridotto: -2,3% registrati con una spesa di 30,1 milioni nei primi 4 mesi di quest’anno contro i 30,8 dello scorso anno.