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Dalla profonditĆ degli abissi alla profonditĆ del cielo. Enzo Maiorca, il Re delle immersioni in apnea, in assetto variabile e stabile, si ĆØ spento allāetĆ di 85 anni nella sua Siracusa. Il primo record nel 1960, lāultimo nel 1976. Poi il ritorno nel 1988 con il -101. PiĆ¹ forte della paura per il mare che aveva da bambino, fu il desiderio di esplorare il mondo sommerso. Il regista e grande documentarista Gigi Oliviero ha seguito Maiorca negli anni dāoro e sul suo sito www.ifilmati.it conserva memoria di imprese epiche. In esclusiva a noi di Sportface.it racconta aneddoti del suo rapporto con Maiorca.
Lei, Maiorca e il mare, unāavventura indimenticabile.
“Non puĆ² immaginare quanto mi abbia rattristato la notizia della sua scomparsa. Sono giorni difficili. Per me Enzo ĆØ il ricordo di anni bellissimi, irripetibili costellati di record, allenamenti durissimi e serate allegre. Per conoscerlo rinviai il viaggio di nozze. Erano gli inizi degli anni ā70. Quarant’ anni di amicizia, non ĆØ mai finita“.
Andiamo dritti al punto: lei cāera il famoso 22 settembre 1974.
“Fu incredibile. Il mio primo scoop. Lavoravo con Enzo giĆ da un paio di anni, eravamo a Meta di Sorrento per il record di immersione in apnea a -90 metri. Allora la televisione era in bianco e nero, un solo canale. La Rai aveva lāesclusiva: diretta televisiva alle 12. Era un evento. Mi vietarono di fare riprese, ma sa, io sono della vecchia scuola: prima si gira e poi si chiede il permesso. La Rai sbagliĆ² tutto, venne travolta dallāorganizzazione, non sapeva come fare le riprese e ingarbugliĆ² tutti i fili sottāacqua. Dovette riorganizzarsi con gli italiani in attesa davanti al televisore. Nel frattempo perĆ² si fecero quasi le 17 del pomeriggio. Enzo avrebbe tranquillamente potuto rinunciare, sotto era buio, lāacqua piĆ¹ fredda. Il ritardo non era colpa sua, ma era una persona troppo perbene per non rispettare la parola e cosƬ aspettĆ²”.
Il risultato fu che 20ā dopo essere sceso risalƬ e bestemmiĆ².
“Ci arrivo. Finalmente ha il via libera per tentare lāimpresa e si immerge lungo il filo dāacciaio. Io che lo seguivo anche negli allenamenti, mi butto poco dopo, di nascosto dietro alla barca di un amico, e riprendo il fattaccio. A circa 17 metri dalla superficie, Enzo andĆ² a sbattere contro Bottesini, esperto subacqueo e inviato della Rai, che a causa delle correnti si era momentaneamente attaccato con le mani al peso del cavo. Io ero al posto giusto al momento giusto, lui in quello sbagliato al momento sbagliato”.
Scusi lāignoranza, ma non poteva continuare invece di risalire?
“Eh no! Eā come se durante un GP, Alonso si trovasse improvvisamente in pieno rettilineo uno che parcheggia la sua utilitaria. Immagina? La risalita era obbligata, in quel punto non cāera nessuno tranne me. Una volta fuori dallāacqua lāadrenalina, la paura, la rabbia scatenarono le parolacce e le bestemmie. Il commentatore Paolo Valenti non sapendo cosa fare chiuse subito lāaudio. Morale? Due mesi dopo la Rai comprĆ² da me il filmato, diventato famoso come āCronaca di un recordā, e pure il sonoro. Non avevano niente! Pensi che il settimanale Gente mi offrƬ 5 milioni di lire dellāepoca per 4 foto, ma io non le avevo. Allora cāerano le pellicole, andavano sviluppate, era molto diverso”.
Che retroscena!
“Se ci pensa, Maiorca era il Re dellāapnea, ma ĆØ diventato famoso in tutto il mondo per un record mancato. E cāĆØ dellāaltro”.
Cosa?
“Bottesini lo ha reso un mito e gli ha salvato la vita”.
Adesso mi sono persaā¦
“Nessuno sa che in fondo, ai 90 metri, oltre ai subacquei pronti con lāossigeno, ce ne erano altri due andati in ebbrezza da profonditĆ (a causa dellāazoto, ndr). In quello stato lo avrebbero ostacolato, in piĆ¹ uno di loro aveva staccato il cartellino che avrebbe dovuto prendere Enzo. Ā Poteva essere una tragedia. Ecco perchĆ© dico che Bottesini ĆØ stata la sua fortuna”.
Eppure quelle parolacce gli costarono lāostracismo da Mamma Rai.
“Di quello non gli ĆØ mai importato un granchĆ©. Dopo due anni si ritirĆ². Semmai si ĆØ sempre vergognato delle imprecazioni e di non esser riuscito a realizzare la prova. Si sentiva in colpa per gli italiani che avevano atteso inutilmente per delle ore”.
Comāera nel privato? Eā vero che aveva un carattere spigoloso?
Ā«Scherza? Era un vero uomo di mare. Di gran carattere, dalla straordinaria pulizia e moralitĆ , credeva fermamente nellāamicizia, odiava lāipocrisia e combatteva per i suoi ideali. Era lāantidivo per eccellenza, non ha mai voluto soldi per i suoi record e non faceva pubblicitĆ , se non alla Technisub, ma il proprietario era un suo caro amico”.
Il fisico prestante, il carattere forte, la pelle incisa dal sole, anche un bellāuomo.
“Piaceva tantissimo. Era sposato con Maria Gibino, che gli ha dato le figlie Rossana e Patrizia. Ricordo splendide serate in discoteca, sguardo magnetico, sorriso sicuro, modo di fare affascinante. Lo sa che era rappresentante di medicinali? Ma praticamente non lāha mai fatto. Ovunque andava gli offrivano tutto. La gente capiva che era un puro e vorrei che cosƬ venisse ricordato dalle nuove generazioni, lo merita, mi creda”.
Dunque, il momento in cui ha avuto piĆ¹ paura ĆØ stato quello del ā74 e quello piĆ¹ entusiasmante?
“Il mio cuore e la mia mente conservano tanti episodi felici: lāemozione dei record, gli allenamenti a Siracusa tra impegno e scherzi. Una volta ci fecero credere che il motore del motoscafo stava esplodendo e ci buttammo di corsa in mare; unāaltra volta stavo riprendendo una sua immersione e lo filmai in maschera e costume che arrivava ai -30 metri e spariva nel buio dei -50. Incredibile: era in simbiosi con il mare“.
Come ogni campione ha avuto i suoi rivali: Santarelli che battƩ realizzando il record dei -45 metri e poi quello dei -49, Williams, Croft e Jacques Mayol.
“Lāunico vero antagonismo era con Mayol, ottimo subacqueo, ma uomo ambiguo e scuro. Era spocchioso come sanno essere alcuni francesi, si sentiva superiore a Maiorca. Non legarono mai perchĆ© Enzo era limpido, schietto”.
PerĆ² bloccĆ² per anni lāuscita in Italia del film āLe Grand Bleuā in cui il regista Luc Besson fece una sua caricatura. Non la prese proprio con spirito.
“Uhmā¦la storia ĆØ un poā diversa. Non ho paura di dire che allāepoca Besson fece una cosa indegna. Indegna. RovesciĆ² i ruoli facendo apparire Mayol il buono e Maiorca il furbo. Le garantisco che il francese si comportava in modo scorretto”.
Mi faccia un esempio.
“Stavo montando ‘Cronaca di un record’ quando vengo a sapere che Mayol sparlava di me e Maiorca sostenendo che il filmato era un falso, che ci eravamo messi dāaccordo. Insomma ci accusava di essere delle persone poco perbene. Allora gli telefonai e lui mi disse: ‘Eā fatto troppo bene per essere vero’. Lo invitai allo studio in modo che lo analizzasse alla moviola, volevo che si rimangiasse quelle cattiverie. StudiĆ² fotogramma per fotogramma e dopo 2 ore fu costretto a chiedermi scusa e a dirmi bravo”.
Lo descrive come un uomo puro, non incline ai compromessi e allora come spiega lāimpegno politico? Fu eletto senatore con Alleanza Nazionale.
“Semplice. Era un ambientalista convinto, voleva difendere Siracusa dallāinquinamento delle industrie, voleva salvare il patrimonio naturalistico e marino e pensĆ² che come politico avrebbe potuto ottenere risultati concreti. Rimase deluso e scappĆ² dopo nemmeno un anno. Ha sempre rinnegato quellāesperienza”.
Per le sue lotte ambientaliste ha ricevuto la medaglia dāoro al merito della Marina, oltre a tanti altri riconoscimenti, era amante della mitologia e dellāarcheologia fenico-punica e vegetariano per merito di una cernia.
“(Ride, ndr). Era un gran affabulatore, gli piaceva aggiungere colore alle storie, decisamente aulico e ampolloso nella narrazione”.
Non mi dica che la lotta biblica della cernia per la sopravvivenza, il cuore del pesce che batte e che lo impressiona a tal punto da abbandonare il fucile di caccia fin dal 1967 non ĆØ vera.
“Verissima, magari il cuore non batteva cosƬ forte. Mi spiego: quando viene catturata la cernia si rintana con la testa e allarga le branchie, diventa simile a una freccia. PiĆ¹ tiri, piĆ¹ si incastra. Eā come un bimbo podalico. Devi girare per stanarla, evidentemente nel fare la manovra appoggiĆ² la mano sul corpo e sentƬ il cuore. Da allora al ristorante ordinava solo insalate gigantesche, sei tutte in una volta. E magari la sera bevevamo un whisky”.
Storie di una vita vissuta intensamente, interrotta nel 2005 dalla morte della figlia Rossana anche lei apneista da record.
“SƬ, fu un dolore enorme che lo cambiĆ². Rossana gli assomigliava tanto. Le racconto una cosa: si era sposata e trasferita a Venezia, ma lƬ il fondale ĆØ basso, non oltre i 30 metri, e cosƬ per allenarsi tornava a Bari e il padre andava a vederla”.
Chiudiamo con una curiositĆ che in pochi sanno?
“Durante gli allenamenti il peso di 10 kg era un ceppo dāĆ ncora antica. Uno come Enzo Maiorca non esisterĆ piĆ¹”.
E lei? Immagino che abbia mandato in soffitta la cinepresa.
“Certo. Sto curando un progetto intrigante: 20 puntate sulle bellezze italiane riprese dallāalto esclusivamente con i droni. PiĆ¹ moderno di cosƬ!”.