È servita la miglior versione di Rafael Nadal per fermare la striscia di imbattibilità di Novak Djokovic. Un risultato a sorpresa nella finale del Fanta Indian Wells 2020 alla luce dei precedenti che vedevano il serbo in vantaggio e sempre vittorioso sul cemento nelle ultime sei ere geologiche. Il numero 2 al mondo ribalta tutto come un Alessandro Borghese qualsiasi e si aggiudica il torneo con il risultato di 6-4 5-7 6-2, sfogandosi in un pianto liberatorio dopo il match point (video in alto): “Mo’ vai a vedere quando ricapiterà”, le sue parole durante la premiazione.
Nonostante l’1.15 con cui i bookmakers avevano quotato Nole, c’era più di un punto interrogativo sulle condizioni del serbo, apparso sfinito dopo la semifinale tiratissima con Thiem. Non aveva passeggiato neppure Nadal, chiamato ad annullare un match point a Fognini, ma almeno non aveva avuto bisogno di una barella per uscire dal campo. “Ci ho provato #finoallafine ma ora capisco perché nelle finali è meglio non usare questo motto“, ha confessato il serbo che aveva tentato di essere sportivo sottolineando in avvio i vincenti di Rafa con un ammirato “Not too bad“. Ciò non è bastato a ingraziarsi i favori del pubblico e così, dopo tre minuti di partita, Djokovic ha ripreso il controllo di se stesso insultando tutti partendo ovviamente dal supervisor Mosciatti, apparso stranamente più sereno rispetto al solito. “Ora che è finito lo posso dire: questi non lo sanno che ogni volta che mi citano è tutta Siae“, avrebbe sussurrato al fratello Marco: “Sì però poi dividiamo che qua non se gioca più st’anno“, la sua risposta. Dagli spalti, nel frattempo, Luca Urru spulcia le foto Instagram della Bouchard ed esclama ad alta voce “Anvedi Genie che invita a cena uno dei suoi follower” scatenando marasma nel pubblico, con il risultato di deconcentrare Nole al momento dello smash sulla palla break.
Mentre gli ascolti raggiungono un picco dell’80% grazie al tutorial di Barbara D’Urso su come vedere la partita in streaming, Nadal sembra in controllo sul 6-4 5-5 ma accusa un letale passaggio a vuoto al servizio, distratto dal rumore di un’onda che si infrangeva sulla costa di Miami. Inutile la richiesta di ripetizione del punto, Djokovic ringrazia e allunga al terzo ma il serbatoio è in riserva. Sul 2-2 30-40 Nole non ne ha più, si butta avanti ma commette invasione svenendo sulla rete. Dopo alcuni minuti di apprensione e di preghiere di mamma Dijana, Djokovic si rimette in piedi ma ormai è troppo tardi per abbozzare una rimonta: con un certo sadismo, Rafa lo muove da destra a sinistra picchiando sull’angolo aperto finché il numero 1 al mondo non è costretto ad abdicare e a cedere la corona del Fanta Indian Wells. Di seguito alcuni commenti degli addetti ai lavori.
Matteo Mosciatti (supervisor) – “La sensazione che prevale al termine di questo splendido torneo? Il sollievo. Onestamente non credevo che il ruolo di supervisor fosse tanto complicato, con Kyrgios e Nole per esempio ho temuto per l’incolumità mia e degli altri over 60 accorsi a Indian Wells per l’evento. Devo ringraziare il mio staff, ma soprattutto Marco Mosciatti, Marco Gulisano, Ludovico Scerrati, Giulio Zeppieri, Flavio Cobolli, Matteo Gigante, il Prof Burioni e tutti coloro che hanno contribuito a farmi ‘sgamare’ dai giocatori mentre tentavo di pilotare l’esito dei match a scopo di lucro. Torno a casa con soddisfazione e una buona quantità di dollari neri”.
Luca Fiorino (Supertennis TV) – “Non esiste una finale così, non esiste. Raramente ho assistito a delle partite con così tanto trasporto e adrenalina da quando seguo questo sport. Faccio i miei complimenti al mitico Carriero per l’idea partorita e ringrazio il supervisor Matteo Mosciatti per la splendida dritta che mi ha regalato quest’oggi. Nessuno sposta i volumi di scommesse clandestine come lui. Dopo anni di assenteismo ingiustificato nel Tour, era ora che tornasse a farci vincere bei soldoni. È stata una prima edizione del Fanta Indian Wells a dir poco indimenticabile”.
Lorenzo Andreoli (Supertennis TV) – “Onore. È stato un onore da telecronista in erba commentare la replica dell’ultimo atto del torneo dopo lo show regalato dai totem Alessandro Nizegorodcew e Luca Fiorino, mai come questa volta perfettamente a loro agio nel ruolo di prima e seconda voce del match. Si, lo so bene, esclusi due o tre familiari (ma resto comunque con il beneficio del dubbio) e forse Ivo, fido cane del Nize, nessuno avrà deciso di ascoltarmi e allora, impaziente, attendo la differita notturna (dopo Marzullo e dopo l’ultima delle televendite) per scaldarmi dei pop corn al microonde e godermi da zero la più bella finale degli ultimi anni accompagnata dalla mia fastidiosissima voce. Rafa e Nole esaltano, ‘gasano’ come direbbe il Gianni Clerici di Cecchina. Sempre. In tutte le stagioni e a tutte le latitudini. Se anche zio Toni ha deciso di scomodarsi e tornare nel box qualcosa nell’aria doveva pur esserci. E c’è stato. Ammetto di essere stato sopraffatto dalla tensione. Il mio esordio datato febbraio 2019, ATP 250 di New York, Lorenzi – Schnur, ha tutte le sembianze di una passeggiata in carrozza a confronto. Ho bevuto tanto, troppo e su quel famoso 2-2 30-40 al terzo ho rimpianto di non avere lì con me un pappagallo. Gola secca, voce strozzata. Ma anche questa volta ce la siamo portata a casa. Il mio primo Indian Wells (sempre di replica si tratta, sia chiaro) lo ricorderò in questo modo: solo, in cabina, bevendo come un matto e divorando Oreo in attesa di raccontare le gesta di due dei più grandi campioni di sempre. Grazie a tutti i miei compagni di viaggio. A chi ci ha messo la voce, a chi ha scritto, a chi ha condiviso. Tutti ci hanno messo il cuore. Si, anche il supervisor, che sebbene prossimo al ricovero a causa di numerose turbe psichiatriche ha svolto il suo lavoro da strepitoso professionista. Come dite? È stata una bella avventura? Allora non sapete cosa vi aspetta”.