In seguito all’accusa del New York Times e dell’emittente tedesca ARD, che in un reportage avevano accusato 23 nuotatori cinesi di aver gareggiato ai Giochi di Tokyo 2020 nonostante fossero positivi a una sostanza vietata, non è tardata ad arrivare la risposta del ministero degli Esteri cinese. “Fake news. L’agenzia mondiale antidoping ha dato una risposta chiara” ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, facendo riferimento all’affermazione della WADA secondo cui “mancano prove credibili per contestare la versione cinese“.
I 23 nuotatori erano stati ammessi alle Olimpiadi dopo che era stata accettata la versione secondo cui il farmaco sarebbe stato ingerito involontariamente assumendo cibo. Il direttore scientifico della Wada, Olivier Rabin, ha poi chiarito: “Il nostro dipartimento ha esaminato questo caso tra giugno e luglio 2021 ed è arrivato alla conclusione che non esistevano basi concrete per contestare la presunta contaminazione“.