
Tour Eiffel Olimpiadi Parigi - Foto Khademian Farzaneh/ABACA / IPA
nelL’elezione di Kirsty Coventry come presidente del CIO porta nuovamente alla ribalta il tema della presenza femminile nello sport. La Ministra per la Gioventù e lo Sport dello Zimbabwe è infatti diventata la prima donna alla guida del Comitato Olimpico Internazionale, oltre a essere la prima africana a ricoprire questo ruolo. La scalata delle donne nel mondo agonistico è lento e la parità di genere non è ancora stata raggiunta. I Giochi Olimpici di Parigi 2024 hanno segnato un importante traguardo, con le atlete che costituivano il 50% dei partecipanti. A livello amministrativo, però i Comitati Olimpici Nazionali hanno ancora del lavoro da fare: solo 17 su 206 sono presieduti da donne, mentre per quanto riguarda le federazioni internazionali solo il tennistavolo, il golf e il triathlon vedono a loro capo una figura femminile.
LA SCALATA DELLE DONNE NEL XX SECOLO
Nonostante la strada da percorrere sia lunga, il traguardo di Kirsty Coventry si aggiunge all’elenco di ‘soffitti di cristallo’ che le donne sono riuscite a infrangere nel mondo sportivo. Ad aprire la lista è Alfonsina Strada, la prima ciclista su strada italiana e la prima donna ad aver partecipato al Giro d’Italia nel 1917, molto prima che nascesse il Giro d’Italia Women, che ha debuttato nel 1988. Pochi anni più tardi, nel 1922, un’altra donna fece la storia dello sport: Alice Milliat, nuotatrice francese che organizzò le Olimpiadi esclusivamente femminili, in risposta al rifiuto di ammettere le donne alle gare di atletica. Milliat vinse la battaglia – o almeno parte di essa – e nel 1928 le atlete vennero ammesse a cinque discipline precedentemente riservate agli uomini.
Nonostante i traguardi raggiunti nella prima metà del ‘900, il parto ha segnato per molti anni il termine della carriera sportiva delle donne. Questo, fino al 1948 e al record del mondo di Fanny Blankers-Koen. L’atleta olandese, dopo aver avuto due figli, partecipò ai Giochi Olimpici di Londra, ottenendo quattro ori tra i 100 e 200 metri, gli 80 metri ostacoli e la staffetta 4×100. Da lì in avanti, la partecipazione femminile decollò.Nel corso degli ultimi vent’anni, in campo olimpico le donne hanno ottenuto altri traguardi importanti, accedendo a quelle che un tempo erano ritenute discipline destinate esclusivamente agli uomini. Nel 2004, ad Atene, le donne presero parte alle gare di lotta, mentre nel 2012 a Londra ecco che venne introdotta la competizione femminile di pugilato.

TENNIS: BILLIE JEAN KING
Billie Jean King ha cambiato per sempre il mondo del tennis, vincendo di 12 titoli Grand Slam nel singolare e 27 nel doppio, oltre a essere protagonista della “battaglia dei sessi”. Nel 1973, l’ex numero uno al mondo Bobby Riggs aveva affermato che – anche a 55 anni – sarebbe stato in grado di battere anche le migliori tenniste. King accettò il match, perdendo però 6-2, 6-1. Riggs ottenne un grande successo e rincarò la dose, proponendo uno scontro diretto con un compenso di 100.000 dollari. Quella volta, fu King a vincere per 6-4, 6-3, 6-3, davanti a una folla di 30mila persone: “Pensavo che se non avessi vinto quel match saremmo tornati indietro di 50 anni. Avrebbe rovinato il tour femminile e influenzato l’autostima di tutte le donne“, affermo Billie Jean King.
LE DONNE NEL CALCIO
Nel mondo calcistico, non mancano gli ostacoli, ma neanche le donne che sono riuscite a farsi spazio in un mondo complesso. Nel 1947, per la prima volta nella storia, una donna divenne presidente di club: si trattava di Ernestina Panichi Seghetti, a capo dell’Ascoli. Alcuni anni più tardi, nel 1999, Carolina Morace diventò la prima allenatrice alla guida di una squadra professionista maschile. Per quanto riguarda il mondo arbitrale, Stephanie Frappart è stata la prima arbitra di una partita di Champions League, la sfida tra Juventus e Dinamo Kiev del 2020, mentre la prima donna ad arbitrare in Serie A è arrivata nel 2022, con Maria Sole Ferrieri Caputi in campo durante Sassuolo-Salernitana.