Ha avuto luogo a Capri il convegno «Carcinoma mammario: evoluzione del panorama terapeutico. Opzioni e criteri di scelta», organizzato da Gamma Congressi Srl il 4, 5 e 6 ottobre nel prosieguo di quanto già avvenuto a Roma con il convegno di giugno «Oncologia tra ospedale e territorio – prevenzione, cura, assistenza, ricerca, nuovi orizzonti e opportunità ». Tre giorni all’insegna della prevenzione e dell’informazione sui corretti e sani stili di vita, ma anche focalizzati su innovazione, ricerca, cura e comunicazione. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: ogni anno 60mila donne si ammalano di tumore al seno. Circa 10mila l’anno in più rispetto a 20-30 anni fa, complice anche un invecchiamento della popolazione. “L’attenzione su questi temi noi non vogliamo tenerla solo in ottobre, mese della prevenzione al tumore del seno – l’esordio della Dott.ssa e responsabile scientifica del convegno, Cecilia Nisticò -. Rimane straordinariamente importante prevenire, perché se tante persone prevengono il beneficio non è solo del singolo, ma anche della collettività . Prevenire, poi, non significa solo fare degli screening precoci e innovativi, bensì associarli a corretti e sani stili di vita. L’alimentazione, evitare la sedentarietà e l’attività fisica giocano un ruolo fondamentale”.
Il Prof. e responsabile scientifico, Paolo Pronzato, invece, nella tre giorni a Capri si è soffermato su alcuni aspetti come il costo umano e sociale elevato che pagano le pazienti in termini di sacrifici per la loro qualità della vita. “Il cancro alla mammella rappresenta tutt’oggi un problema socio assistenziale molto rilevante – inizia Pronzato -. Ogni anno 60mila donne si ammalano e per fortuna la maggior parte di loro guarisce. Una piccola percentuale è destinata a sviluppare una malattia metastatica. Ma ci sono buone notizie per entrambe queste categorie di pazienti. Per le prime con un tumore al seno ci sono tecniche sempre più sofisticate e meno aggressive, ad esempio non si adottano più le modalità chirurgiche per la mammella o l’ascella. Mentre per chi presenta le metastasi siamo riusciti a ottenere la cronicizzazione della malattia. Le pazienti vivono in media più di 5 anni e il 50% di loro superano anche i 7-8 anni grazie a farmaci innovativi utilizzati in modo appropriato con il nostro sistema sanitario”.
Fondamentale, in tutto questo, è il ruolo della ricerca. “Deve continuare ad andare avanti – conclude Pronzato -. Deve essere sostenuta e resa possibile in tutti i centri italiani”. Nella multidisciplinarietà degli argomenti trattati a Capri, un ampio focus è stato dedicato all’indagine diagnostica. “La biopsia liquida è una nuova tecnologia che si è sviluppata in diversi tumori e finalmente entra a far parte anche del paradigma terapeutico di quello mammario – spiega Marzia del Re, professore associato presso l’Università San Camillo a Roma, e dottoressa del laboratorio di biopsia liquida del Gemelli -. E’ una tecnologia minimamente invasiva, perché con un prelievo di sangue ci permette di raccogliere le informazioni molecolari del tumore. Di fatto ci sta aiutando nel disegno sperimentale di tantissimi farmaci e anche in Italia (al Gemelli), finalmente abbiamo un centro che può essere considerato un hub in tal senso”.
Dunque il contrasto al carcinoma mammario è un lavoro di squadra nel quale ogni specialista ha il suo compito e anche la comunicazione gioca un ruolo fondamentale perché il tempo di comunicazione è tempo di cura. “Anche se purtroppo viene sempre più ridotto”, è la denuncia di Giuseppe Viale, Capo del Dipartimento di Anatomia Patologica dell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano, il quale spiega anche la nascita di nuove figure come quella dello psiconcologo e del genetista. “Il percorso di queste donne, infatti, deve essere seguito da un gruppo di specialisti, dal momento in cui viene diagnosticato il tumore e negli anni a seguire”. Nell’ambito della prevenzione un focus è stato dedicato all’importanza della pratica sportiva come momento portante nella fase acuta e nel post intervento. La testimonial ed ex nuotatrice Novella Calligaris ha sottolineato l’importanza dello sport praticato come momento di consapevolezza e rafforzamento fisico e mentale della donna colpita da tumore al seno. E al suo fianco il maestro di scherma, Renzo Musumeci Greco, il quale ha illustrato la sua attività di ‘educazione sanitaria’ rivolta ai ragazzi in età scolare, introdotti alla scherma come momento di consapevolezza sui corretti stili di vita corretti.