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“Mi sono sentito umiliato e offeso come cittadino quando mi è stato vietato di uscire di casa. Devo anche confessare, e lo faccio qui pubblicamente, di aver anche in certi casi disobbedito volontariamente a questo divieto perché non mi sembrava giusto né salutare“. Lo ha dichiarato il cantante Andrea Bocelli intervenuto in un convegno in Senato denominato ‘Covid-19 in Italia: tra informazione, scienza e diritti’. Le parole di Bocelli hanno scatenato un vero e proprio dibattito: “All’inizio ho cercato di immedesimarmi in chi doveva prendere decisioni importanti in pochissimo tempo, poi ho cercato di guardare la realtà e ho visto che le cose non erano come ci venivano raccontate – ha aggiunto -. Quando ho cominciato a esprimere qualche dubbio sulla gravità di questa cosiddetta pandemia, i primi ad attaccarmi sono stati i miei figli che mi hanno detto di pensare alla Tosca, perché non sai cosa sono i virus. Conosco un sacco di gente ma nessuno di questi è finito in terapia intensiva. E dov’è allora tutta questa gravità ?“.
E ancora: “Mi preme sottolineare l’aspetto che riguarda la scuola e i bambini: io ho una figlia di 8 anni e non posso pensare che questi ragazzi debbano ritrovarsi a scuola divisi da un pezzo di plexiglass e nascosti da una mascherina. Non posso pensare che con celerità incredibile si sia pensato di chiudere la scuola e con la stessa celerità si sia pensato a riaprire le discoteche, dove i ragazzi vanno non a formarsi ma a disperdere i propri cervelli Rifiutiamoci di seguire questa regola, prendiamo dei libri, giriamo, conosciamoci, parliamo, dialoghiamo“.
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