C’è chi aveva dato il saluto alla propria macchina già nella giornata di giovedì e chi ha atteso gli ultimi minuti del venerdì prima di voltar pagina e pensare già all’Australia. Sei giornate di test, 48 ore di pista aperta: tutto ormai è alle spalle. La Formula 1 lascia il Circuit de Catalunya in una situazione quantomeno singolare non avendo chiarito i reali rapporti di forza tra le scuderie e con un punto di domanda sul futuro con l’evolversi dell’epidemia di coronavirus. Quarantotto ore non sono bastate per scoprire le potenzialità delle monoposto in pista con un alternarsi di scuderie in vetta che non aiuta una lettura concreta per poter ipotizzare una griglia di partenza a Melbourne.
FERRARI SI NASCONDE? Nelle prime tre giornate la nuova SF1000 guidata da Vettel e Leclerc è stata troppo brutta per essere vera. Si è detto, infatti, che la Rossa nella seconda parte dei test avrebbe ricercato la prestazione dando qualche segnale positivo soprattutto sul passo gara. Nella simulazione qualifica, invece, questa Ferrari non è mai stata all’altezza dei temponi Mercedes e a certificare questa insoddisfazione c’è il team principal Mattia Binotto che al termine della sei giorni traccia un bilancio piuttosto negativo: “Che voto diamo a questi test? Forse anche meno di 6 in questo momento. Siamo pronti come squadra ma non siamo veloci abbastanza e questo ne sono certo. Non siamo pronti per giocarci la vittoria in Australia, poi nel weekend di gara può succedere di tutto. Oggi come oggi non siamo pronti“. Dichiarazioni piuttosto spiazzanti, specie se si analizza l’andamento delle prestazioni della Rossa.
Dopo una prima settimana al di sotto delle aspettative, Vettel e Leclerc soprattutto negli ultimi due giorni hanno dato segnali confortanti sul passo gara. Con l’affidabilità ancora da valutare, dopo la rottura del motore nei primi giorni, la SF1000 ha comunque mostrato una buona velocità sulle curve lente andando a ritoccare i punti deboli della SF90, perdendo qualcosa in rettilineo. Manca la velocità di punta, forse frutto di un motore ancora non portato al limite, ma i tempi in sequenza sulle mescole più dure fanno ben sperare. Vettel nel giovedì ha simulato un’intera gara con gomma dura, in tre stint, passando dall’1:24 all’1:22 fino all’1:21 alto. Leclerc, con pista leggermente più veloce, ha migliorato nel venerdì attaccando sull’1:22 alto per poi passare sull’1:21 stabile fino a un 1:19.9 che parrebbe esser “scappato” al monegasco. Veloce e costante anche se per Binotto non è abbastanza: si gioca a nascondino dopo la scottatura dello scorso anno dove la Ferrari si disse ben soddisfatta della prestagione? Oppure la Rossa è davvero indietro col proprio programma rispetto alle rivali?
MERCEDES E RED BULL PRONTE A DUELLARE – Con la Ferrari ancora in letargo sono Mercedes e Red Bull a “stuzzicarsi”. Prima le frecce d’argento portano l’innovazione DAS sullo sterzo della W11 strappando applausi e consensi, poi l’advisor Red Bull Helmut Marko lancia una vera e propria sassata dicendo che il nuovo sistema è illegale. In realtà la Fia ne ha confermato la legalità riservandosi un’ultima valutazione sulla sicurezza del pilota che in fase di accelerazione e/o frenata fa i conti con la mobilità avanti/indietro dello sterzo. Ma col passare dei giorni è stata la Red Bull a conquistare l’attenzione mediatica a suon di tempi con la firma del solito Max Verstappen. L’olandese è stato un vero e proprio show-man, soprattutto nell’ultima giornata quando è andato a insidiare il fastest lap di Valtteri Bottas per poi giocare col freno a pochi metri sul traguardo senza battere il tempo su giro del finlandese. E per di più il day-6 si è concluso con un programma anonimo da parte della Mercedes con il team tedesco estremamente attento all’utilizzo del motore dopo la rottura nel pomeriggio di giovedì con Hamilton in pista (problemi analoghi, peraltro, rilevati anche sulla Williams).
E se Ferrari, Mercedes e Red Bull devono ancora scoprire le carte, la lotta dietro ai top-team si scalda. L’attenzione è tutta attorno alla Racing Point definita “Mercedes rosa” per la sua particolare somiglianza alla W10 del 2019. E i risultati in pista confermano questa visione generale con l’ex Force India pronta a dichiarare battaglia alla McLaren per il quarto posto, battaglia alla quale è pronta ad aggiungersi anche la Renault. Bene anche l’Alpha Tauri mentre partono piuttosto in ritardo Alfa Romeo, Haas e Williams con il team britannico che a differenza dello scorso anno si presenterà con una monoposto quantomeno comparabile alle altre.
Il tempo per scherzare e per nascondersi è scaduto: i team abbandonano Barcellona e ora attendono solamente al weekend del 13-15 marzo in Australia. Melbourne sarà il primo vero esame per tutti. Affidabilità, potenza, velocità: tutto in ballo, tutto in dubbio e a noi piace così. Mercedes parte ovviamente da favorita ma guai a dare i verdetti in anticipo. Ferrari e Red Bull sono pronte a mettere i bastoni tra le ruote.