Ci voleva uno scherzo del destino per far incrociare nuovamente i destini di Roma e Monchi. La rete che ha spalancato le porte degli ottavi di finale di Europa League alla formazione di Paulo Fonseca porta infatti la firma di Justin Kluivert, uno degli acquisti dello spagnolo sopravvissuti all’epurazione targata Petrachi, il normal one chiamato a prendere l’eredità del direttore andaluso, salutato tra le polemiche e i fischi della tifoseria. La Roma pesca il Siviglia, plurivincitrice di una competizione che ad una squadra italiana manca da troppo, dal 1999 quando ad alzare il trofeo fu il Parma, e trova i fantasmi degli ex del calcio italiano: da Suso a Banega passando per Ocampos, Franco Vazquez e il già citato Monchi. Per il ds quella romana resta tutt’oggi la sua unica esperienza estera da sportivo dopo una vita sia da calciatore che da dirigente con il club rojiblancos. Una parentesi disastrata, iniziata col compito della gestione dell’addio di Francesco Totti e conclusa con una discussione accesa con i tifosi al ritorno dal Portogallo dopo l’eliminazione dalla Champions League col Porto. Nel mezzo tanti acquisti sbagliati (Pastore, Nzonzi, Olsen), poche intuizioni giuste (Zaniolo, Kolarov) e scommesse perse.
Ma se il Siviglia non potrà dire di non conoscere la Roma, la formazione giallorossa potrà fare lo stesso: Perotti e Fazio sono i due ex mentre Pau Lopez, Villar e Carles Perez sono i connazionali dei prossimi avversari. A Nyon la Roma pesca forse la squadra che più le somiglia: abbondanza numerica e di qualità in attacco, obiettivo uguale in campionato (quarto posto) ma numeri diversi. La Roma segna di più (42 gol contro i 35), il Siviglia subisce di meno (quarta miglior difesa della Liga). E a nove anni dal passaggio di proprietà del club nelle mani di Di Benedetto e James Pallotta, l’Europa League può rappresentare l’occasione per riabilitare la gestione dell’imprenditore di Boston pronto a passare il testimone al Friedkin Group. Il Siviglia è il prossimo scoglio: tra Roma e andalusi non ci sono precedenti ufficiali ma solo incontri amichevoli. Uno di questi fu la presentazione ufficiale della rosa nel precampionato del 2015. Dzeko siglò una doppietta, l’Olimpico gridò il suo nome come poi avrebbe fatto altre 102 volte in gare ufficiali. Al bosniaco mancano nove reti per raggiungere Amadei sul podio dei migliori marcatori in giallorosso. Il Siviglia è avvertito.