Sono quasi le due di notte quando Morgan e Bugo scendono le scale del Teatro Ariston, nella quarta serata della settantesima edizione del Festival di Sanremo 2020. Bugo è distaccato, come se non volesse già scendere, Morgan ha un fogliettino vicino alla tastiera elettronica e comincia a cantare leggendo quelle parole. Perché la canzone non è quella di sempre, non comincia con: “Le buone intenzioni, l’educazione, la tua foto profilo, buongiorno e buonasera. E la gratitudine, le circostanze. Bevi se vuoi, ma fallo responsabilmente. Rimetti in ordine tutte le cose. Lavati i denti e non provare invidia. Non lamentarti che c’è sempre peggio. Ricorda che devi fare benzina. Ma sono solo io”. Ma è un arrangiamento fatto qualche minuto prima da Morgan per mettere in cattiva luce Bugo, reo di non essere stato fedele la sera prima, in quella delle cover: “Le brutte intenzioni, la maleducazione la tua brutta figura di ieri sera – canta Morgan – la tua ingratitudine, la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa. Certo il disordine è una forma d’arte, ma tu sai solo coltivare invidia, ringrazia il cielo che sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro. Questo sono io”. E a quel punto Bugo se ne va lasciando il Teatro Ariston, il resto è storia.