Lo stadio Flaminio è abbandonato lì, nel cuore di Roma, all’incuria e al degrado del tempo. Un impianto storico che rischia il collasso, il crollo, la fine. A meno che si decida, in breve tempo, di riqualificare quello stadio teatro di tante avventure sportive. “Dobbiamo finalmente iniziare a considerare la riqualificazione dello Stadio Flaminio come un’opportunità, non un problema. Per la nuova vita di questo luogo così caro a tutti i romani dovremmo rispondere ad una domanda: cosa dovrà diventare il Flaminio? Questo sarebbe il punto di partenza che ci porterebbe all’istituzione di un bando internazionale per restaurare una delle opere più importanti di mio nonno Pier Luigi Nervi e di mio zio Antonio”, si apre così l’intervista del sito Laziofamily.it a Marco Nervi, presidente dell’Associazione Pier Luigi Nervi.
L’erede dell’architetto che ha progettato lo stadio Flaminio parla senza mezzi termini delle condizioni nella quali è ridotto: “Purtroppo lo stadio non è in buone condizioni, non so dirvi in quanto tempo ma esiste un rischio di un crollo. So solo che ho partecipato a diverse riunioni e l’ultima, prima dell’estate con gli assessori del Commissario Tronca prima dell’elezione del nuovo sindaco. I vari tecnici del Comune avevano identificato una serie di interventi, quelli più urgenti limitati al solo consolidamento ammontavano a circa 6 milioni di euro. Al momento non è stata presa alcuna decisione in merito – dice con chiarezza uno degli eredi dell’architetto – Voglio esprimermi in maniera diretta e onesta. Parliamo di un’opera tutelata, protetta dalla legge perché di interesse culturale, quindi per definizione ogni intervento va fatto con cautela”.
Da dove ripartire per un’eventuale restauro? Sono domande che andrebbero rivolte al sindaco di Roma Virginia Raggi anzitutto: “Dovremmo sapere in anticipo se mantenere la destinazione attuale o pensare ad altro, mi piacerebbe chiederlo alla sindaca Raggi perché è lei ad avere il titolo per rispondermi; so benissimo che a Roma ci sono altre priorità, ma solo lei può darci questa risposta. Penso anche ad un concorso su usi alternativi. Purtroppo finora la famiglia Nervi è stata chiamata in causa solo in situazioni di estrema urgenza, o in fase molto avanzata di progettazione come è accaduto con la proposta avanzata dalla Federazione Italiana Rugby”. La Lazio sogna da sempre di tornare in quello stadio, teatro di tante partite e ricordi. Ma, d’altra parte, il presidente Claudio Lotito non si è mai dimostra realmente interessato: “Sarebbe bello, ma, e’ molto difficile aumentare la capacita’ dello stadio senza sfigurarne la qualità architettonica, Non so se si possa scavare come è accaduto a Firenze nel 1990 quando fu abbassato il livello dello stadio per ricavarne un altro anello”.