Ciclismo

Ciclismo, Vincenzo Nibali risponde a servizio delle Iene: “Miei controlli regolari”

Vincenzo Nibali - Foto Filip Bossuyt CC BY 2.0

Vincenzo Nibali non ci sta. Il campione siciliano, messo in mezzo da un servizio andato in onda nella puntata delle Iene di domenica 16 ottobre su presunte irregolarità nei test antidoping al termine del Campionato italiano 2015, twitta stizzito i documenti che certificano i rilevamenti ematici al termine della gara del 27 giugno dello scorso anno, accompagnati da un commento laconico: “I miei controlli sono regolari, i problemi sono per i diffamatori“.

La nota trasmissione di Italia 1 si affida alla testimonianza di Francesco Reda, ciclista cosentino che in quella corsa tricolore arrivò secondo alle spalle dello “Squalo” prima di essere trovato positivo all’EPO e che ritiene di essere stato incastrato. Parallelamente viene citato l’ex dirigente federale Angelo Francini, che in una telefonata privata con un giornalista sportivo pone grossi interrogativi sul ciclismo italiano. Il servizio, dal titolo “L’antidoping è uguale per tutti?”, rivela che al termine della prova in linea Tricolore con arrivo a Torino qualcosa andò storto nelle procedure antidoping.

Reda afferma che i kit per effettuare il prelievo erano terminati e che Roberto Bima, rappresentante federale antidoping, ammise l’irregolarità del controllo. Poi i dubbi sul fuoriclasse messinese: “Nibali è entrato ed è uscito dopo 5 minuti con una busta bianca. Capisci? Dopo 5 minuti…“. Secondo il corridore calabrese quel giorno a Superga il neocampione italiano non fece il controllo antidoping. Il motivo? Mancavano le provette. Insomma, non si tratta di un atto d’accusa rivolto al campione siciliano, quanto al Coni e alla Federciclismo, che tratterebbero con due pesi e due misure i pesci grossi dai pesci piccoli. Quella di Reda è un’extrema ratio per salvare la carriera (è stato squalificato sino al 2023) o dietro le sue parole c’è del vero? Intanto Vincenzo Nibali ha voluto subito mettere a tacere le malelingue.

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