Serie A

Cagliari, Nainggolan: “Qui per dimostrare all’Inter che ha commesso un errore”

Radja Nainggolan
Radja Nainggolan - Foto Antonio Fraioli

“Avevo tre anni di contratto con l’Inter, io volevo rimanere, ma la società ha deciso di non puntare su di me e non mi è rimasto altro da fare se non accettare la loro decisione. Amo troppo il calcio per rimanere fuori quando ci sono le partite, ma per me adesso è importante, settimana dopo settimana, dimostrare all’Inter che hanno commesso un errore”. Queste le parole di Radja Nainggolan nel corso di una lunga intervista concessa a Eleven Sports del Belgio. Il centrocampista del Cagliari precisa che a decidere per il suo addio dall’Inter non è stato Antonio Conte, ma un dirigente di cui non fa il nome, e spiega i motivi alla base del suo ritorno in Sardegna, legati alle condizioni di salute della moglie: “Il mister mi ha detto che come giocatore gli sono sempre piaciuto, è stato un dirigente a non volermi. A Cagliari sto bene. Uno dei motivi del mio ritorno è legato alle condizioni di salute di mia moglie, lei sta combattendo contro una malattia e io ho bisogno di stare in famiglia. C’è ancora tanta strada da fare, dopo la chemioterapia vedremo come andranno le cose, ma al momento tutto sta andando bene e questa è la cosa più importante. Mi volevano la Fiorentina e anche altri club, ma visto che mi hanno lasciato scegliere ho deciso di tornare a Cagliari, in una squadra che conosco e nella città nella quale mia moglie ha sempre vissuto”.

E sui problemi con la nazionale del Belgio, con la quale il Ninja ha ormai chiuso dopo la mancata convocazione al Mondiale, il mediano rossoblu vuole fare chiarezza: “Non so dire se mi sono sempre sentito accettato, la gente pensa che fossi io il problema, perché non giocavo con Wilmots né con Martinez, ma potete chiedere a qualsiasi giocatore e tutti vi diranno che non ho mai creato problemi e che anzi ho portato il mio buon umore all’interno del gruppo. Martinez mi ha detto che non mi ha portato ai Mondiali perché temeva che non accettassi la panchina, ma è venuto a Roma a dirmelo in faccia soltanto perché gliel’ho chiesto io”.

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