Atletica

Atletica: dopo Russia e Kenya, bufera doping anche sull’Etiopia

Abeba Aregawi - Foto Guillaume Baviere - CC BY 2.0

Dopo i più o meno recenti scandali doping che hanno coinvolto prima la Russia e poi il Kenya, un’altra nazione dominante dell’atletica leggera, soprattutto nel mezzo fondo e nella maratona, rischia di finire in una grussa bufera doping: l’Etiopia.

Russia e Kenya risultano tuttora sospese dalla agenzia antidoping e dalla IAAF, provvedimento che per ora le esclude in toto dalla lista partecipanti della prossima Olimpiade di Rio de Janeiro. Per la Russia, non aiutano a mitigare i sospetti i recentissimi risultati dei campionati di marcia invernali. Sergey Bakulin, Sergey Kirdyapkin, Olga Kaniskina ed Yekaterina Medvedeva, squalificati in passato per doping e protagonisti a passate edizioni di Europei, Mondiali ed Olimpiadi, al ritorno hanno già messo a segno tempi importanti che hanno già assicurato la qualificazione a Rio (se la sospensione della Russia verrà cancellata). Per il Kenya la situazione non è meno preoccupante, poiché Craig Reedie, direttore della Wada, ha dato tempo fino al 5 aprile allo stato africano per conformare i propri parametri antidoping con quelli accettati internazionalmente, pena la sospensione al pari della Russia.

Venendo al caso etiope, Solomon Meaza, segretario dell’agenzia antidoping nazionale, ha comunicato che 9 atleti hanno ottenuto esiti sospetti dai test antidoping e 5 di questi 9 sono atleti al top del panorama internazionale. Il nome di Endeshaw Negesse è già trapelato. Il 27enne maratoneta è risultato positivo al Maledonium, una sostanza che abbassa l’emoglobina nel sangue. La stessa sostanza ha condannato l’etiope di passaporto svedese Abeba Aregawi, campionessa Mondiale dei 1.500 metri a Mosca nel 2013, la quale è coinvolta anche in uno scandalo di frode fiscale. Dure parole sono arrivate anche dalle colleghe, in particolare Jenny Simpson, medaglia d’argento a Mosca proprio dietro la Aregawi. Anche questa situazione è già idonea per la sospensione da parte della IAAF. L’atletica rischia, a Rio, di non vedere ai nastri di partenza gli atleti di 3 delle più forti nazioni in assoluto del panorama internazionale.

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