Cinque partite, cinque vittorie, sedici reti fatte e due subite. L’Italia a punteggio pieno nel girone J di qualificazione agli Europei 2020 vince ma non convince contro l’Armenia e conquista i tre punti grazie al 3-1 finale. La Nazionale passa in svantaggio all’11’ col gol di Karapetian e riesce a completare una faticosa e lenta rimonta avviata col pari di Belotti fino al 2-1 di Pellegrini e al tris siglato da una autorete di Hayrapetyan. E se la vittoria permette agli azzurri di tirare un sospiro di sollievo e di avvicinare sempre di più la qualificazione alla competizione continentale, la prestazione impedisce al commissario tecnico Roberto Mancini di dichiararsi soddisfatto. L’Italia orfana di Giorgio Chiellini mostra lacune difensive in termini di concentrazione e marcature preventive favorendo le rapide ripartenze dei contropiedisti armeni, su tutti il velocissimo terzino Hovhanissyan e il nuovo acquisto della Roma Mkhitaryan. E proprio l’ex Arsenal, il più atteso degli avversari, ha evidenziato in più di un’occasione quella mancanza di sicurezza che la retroguardia azzurra sembra incapace di nascondere in assenza del suo capitano. Poca concentrazione in difesa e poca concretezza e coraggio nella giocata a centrocampo complice le distanze corte della formazione armena, specialmente dopo l’espulsione (ingiusta) di Karapetian.
In superiorità numerica la situazione per l’Italia sembra addirittura complicarsi e la linea difensiva ancor più bassa della retroguardia armena evidenzia poche idee di gioco da centrocampo in su, scenario ancor più nitido vista la serata storta delle individualità più tecniche. Chiesa non incide, Bernardeschi sì ma deve arrendersi a traversa e portiere avversario mentre Verratti, Barella e Jorginho sono i lontani parenti dei giocatori che conosciamo. La prima mezz’ora della ripresa è probabilmente tra le peggiori della gestione Mancini e la scossa arriva con l’ingresso in campo di Lorenzo Pellegrini, autentico protagonista nel rompere nel bene e nel male l’equilibrio della gara. Prima bisticcia con Sensi e con Mancini (come in giallorosso aveva discusso con Kolarov) per l’incarico di un calcio di punizione, poi con un inserimento perfetto dei suoi firma il 2-1 che dà il via agli ultimi dieci minuti di grande calcio. Al 2-1 segue l’autogol di Hayrapetyan propiziato da un tiro da fuori area di Belotti, in gol al 90′ ma annullato per un fuorigioco inesistente. L’Italia trova i tre punti, il punteggio pieno ma vola a Tampere (8 settembre ore 20:45, vs Finlandia) con qualche certezza in meno.