Tommaso Giulini si esprime duramente contro i tifosi del Cagliari che nella partita contro l’Inter, valevole per la seconda giornata di campionato, hanno rivolto al centravanti belga Romelu Lukaku cori razzisti. Il numero uno dei sardi è intervenuto ai microfoni di Radio Popolare, intervistato da Claudio Agostoni e Matteo Serra nella trasmissione Tamarindo, per chiarire la propria posizione: “La soluzione per far sì che certi episodi non si ripetano non è quella di chiudere le curve e punire la stragrande maggioranza di persone che amano il nostro sport. Solo individuando chi ha ululato, e impedendo che possa entrare allo stadio, si può agire concretamente. Le immagini sono a disposizione delle forze dell’ordine“.
Giulini ricorda l’impegno messo in campo dalla società per debellare qualsiasi forma di discriminazione: “Da parte nostra possiamo chiedere sempre più supporto agli steward affinché siano attenti nell’individuare chi compie determinati gesti, così da permettere alle autorità competenti di intervenire. La tecnologia utilizzabile negli stadi non consente di leggere con precisione i labiali, serve dunque il supporto di tutti i nostri tifosi e degli steward per segnalare e debellare davvero il problema. Altrimenti non riusciremo mai a buttare fuori questi deficienti.
“C’è molta amarezza e frustrazione – prosegue il presidente del Cagliari – perché quotidianamente lavoriamo nelle scuole per portare nel nostro stadio il tifo positivo, domenica contro l’Inter nella Curva Futura abbiamo affiancato bambini rossoblù e nerazzurri. Parliamo di un progetto unico in Italia”.
Dei gesti che rischiano di portate ad errate generalizzazioni: “Combattere l’ignoranza è difficile, Cagliari non è affatto una città razzista, la Sardegna è una Terra di grandi valori, cultura e tradizioni, la frequento da trent’anni e mi fa rabbia che passi un’immagine distorta soprattutto all’estero“.