In questo ultimo sabato di febbraio insolito atto conclusivo per il primo torneo WTA Premier della stagione: a Doha, la spagnola Carla Suarez Navarro, testa di serie numero 8 del tabellone, trionfa in tre set col punteggio di 1-6 6-4 6-4 sulla 18enne lettone, Jelena Ostapenko, alla sua seconda finale WTA in carriera dopo quella persa a settembre in Quebec (contro Annika Beck). Un solo precedente tra le due giocatrici, sull’erba londinese di Wimbledon lo scorso giugno, conclusosi col successo fulmineo e imprevedibile (6-2 6-0) della tennista baltica.
Entrambe provengono da una settimana ad altissimi livelli: l’iberica senza avere concesso un solo set nei quattro precedenti incontri, Ostapenko protagonista di grandi vittorie, tra tutte la più eclatante quella in rimonta al secondo turno su un’irriconoscibile Petra Kvitova.
Poco da dire per un primo set in cui non c’è stata praticamente storia: grande impatto col match per Ostapenko, che dopo avere eliminato Andrea Petkovic in semifinale, avendo approfittato del ritiro della tedesca nel corso del secondo set, non sembra temere la portata dell’incontro e dell’avversaria. D’altro canto, la spagnola non è per nulla incisiva al servizio (33% di punti ottenuti con la prima) e molto vulnerabile negli scambi da fondo e sembra apparire come la parente più lontana di quella stessa giocatrice che ieri ha annichilito Agnieszka Radwanska in due rapidissimi set. Con uno score di 11 vincenti a 1, e col 77% di prime palle in campo, Ostapenko chiude in 27 minuti col punteggio di 6-1, dimostrando grande personalità e mostrando assoluta autorevolezza e sicurezza. Devastante soprattutto col diritto, alla fine del primo parziale sono addirittura tre i break ottenuti dalla tennista lettone.
La nuova numero 6 del mondo, però, si presenta con un piglio del tutto differente nel secondo set, che procede con regolarità fino al settimo gioco, quando Suarez Navarro, approfittando di qualche errore di troppo dell’avversaria, coglie il break ai vantaggi. La maggiore costanza al servizio e l’abitudine a giocare partite di questo tenore consentono alla tennista iberica di portare a casa il secondo parziale col punteggio di 6-4, al secondo set point, senza mai concedere palle break ad una Ostapenko apparsa meno lucida rispetto al primo set dominato.
Jelena sembra essere più convinta nelle primissime fasi del terzo e decisivo set: pronti-via e la lettone, con un parziale di 8 punti a 2, è già avanti 2-0, grazie a un nuovo timido avvio della spagnola, che però non molla, e reagisce immediatamente, convertendo la seconda palla break e ottenendo il break al terzo gioco. Da questo momento la Suarez Navarro rifila tre giochi consecutivi alla Ostapenko, sempre più fallosa e in preda al nervosismo; la tennista baltica si rifà sotto, portando a casa non senza qualche difficoltà il settimo game, ma la spagnola, dall’alto della sua esperienza e della sua indiscussa solidità, non offre più chance al servizio e sale 5-3. Ostapenko tiene a zero, di prepotenza, il proprio turno di battuta, nel nono gioco, ma nulla può nel game successivo, quando Suarez chiude al secondo match point, aggiudicandosi il match col punteggio finale di 1-6; 6-4; 6-4.
Per la Suarez Navarro è il secondo titolo in carriera, dopo quello ottenuto nel maggio del 2014 sulla terra portoghese di Oeiras, quando aveva prevalso sulla russa Svetlana Kuznetsova, e il primo a livello Premier, dopo la finale persa lo scorso anno a Roma contro Maria Sharapova. Ostapenko entra invece a far parte della top 50 (numero 41 per l’esattezza) dal prossimo lunedì, e acquisisce, nonostante l’età, la grande consapevolezza di riuscire a giocare match importanti senza accusare la pressione del match e del pubblico.