Addirittura 48 sono stati gli atleti a caccia della finale del salto triplo maschile nella mattinata brasiliana all’Olimpiade di Rio de Janeiro: divisi in due gruppi, i saltatori dovevano trovare una misura superiore a 16.95m o chiudere nei primi 12 della classifica combinata dei gruppo. Purtroppo non è arrivato il salto buono per l’azzurro Fabrizio Donato per centrare la finale, anzi sarebbe arrivato all’ultimo tentativo ma un nullo gli ha negato il coronamento di una carriera grandissima, ma purtroppo segnata dai tantissimi infortuni.
Il primo salto per Donato è sembrato un buon approccio alla manifestazione a cinque cerchi, il giorno dopo il suo quarantesimo compleanno: una rincorsa decisa con una buona accelerazione finale l’ha portato ad un buon hop, ma uno step sbagliato tecnicamente ed un jump finale che si è spento facendolo atterrare a 16.54m. Il secondo salto, invece, è stato un nullo difficile da giudicare poiché mollato in consapevolezza dell’errore. Purtroppo anche il terzo ed ultimo salto è stato nullo per l’azzurro, forse anche meno di un centimetro il segno sulla plastilina quando il salto sembrava talmente lungo da consentirgli di entrare in finale. Il primo salto, infatti, lo ha lasciato al diciassettesimo posto.
“Purtroppo il regalo che volevo farmi non è arrivato, mi dispiace perché a volte mettiamo da parte cose importanti per i nostri sogni e questa volta mi è mancato quel pizzico di fortuna che a volte aiuta gli atleti”, ha detto l’atleta azzurro che poi ha commentato la possibilità di continuare o meno: “qualunque cosa direi adesso è troppo a caldo e me ne pentirei. Grazie a tutti quelli che da casa mi hanno supportato in questi 20 anni di carriera ne ho viste e passate tante, eppure ancora a quarant’anni mi emoziono. Per cui alla prossima, chissà”.
Il primo a togliersi le scarpette e prendersi il biglietto per la finale olimpica è stato il cinese Bin Dong, che al primo salto ha messo a segno 17.10m e ha salutato tutti, subito seguito dal connazionale Shuo Cao a 16.97m. Al primo salto anche il favorito della gara, l’americano Christian Taylor, ha voluto mostrare la propria forma e forza segnando un 17.24m davvero ben eseguito. “Ieri abbiamo visto che questa pista è veloce, per cui si possono rompere i record del mondo, quindi domani ci potrei anche provare”, ha detto l’americano che poi ha commentato l’assenza sorprendente di Pedro Pichardo, il suo rivale più forte: “non so cosa sia successo, ne sono rimasto sorpreso, ma io devo concentrarmi solo sulla mia gara e rispettare tutti gli atleti che saranno in finale, perché se saranno lì punteranno al risultato”.
Anche l’altro americano ha poi trovato la qualificazione diretta: Will Claye ha balzato a 17.05m e poi anche Nelson Evora a 16.99m. Poi tutti dentro per ripescaggio fino al 16.61m del cubano Lazaro Martinez.
Il live di tutta la giornata di atletica
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