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NBA Finals 2019: Leonard è infermabile, Toronto Raptors a una vittoria dal titolo

Questa notte si è giocata gara-4 delle finali NBA 2019 tra Golden State Warriors e Toronto Raptors. Dopo essere andati all’intervallo sotto di quattro lunghezze (46-42) i Raptors fanno segnare un clamoroso terzo quarto da 37-21 di parziale. Arrivati all’inizio del quarto quarto sopra di 12 punti (79-67) gli uomini di Nurse non fanno avvicinare i Warriors sotto gli otto punti di svantaggio. MVP della partita Kawhi Leonard con 36 punti, 12 rimbalzi e 11 su 22 dal campo. Ai Warriors non bastano 28 punti con 6 triple di un resiliente Klay Thompson. Lunedì notte i canadesi avranno l’opportunità di prendersi queste NBA Finals 2019.

I RISULTATI

IL TABELLONE

 

Golden State Warriors-Toronto Raptors 92-105 (Raptors in vantaggio 3-1, HIGHLIGHTS)

I Golden State Warriors non concludono per la quarta volta in fila la sfida contro Toronto con 109 punti a referto, ma si fermano molto prima sia nel punteggio che nel testa a testa contro una squadra più motivata, più in palla e semplicemente più forte che conquista il secondo successo consecutivo alla Oracle Arena e ipoteca in maniera quasi definitiva il titolo NBA. I canadesi vincono in rimonta una partita in cui sono andati sotto anche di 11 lunghezze nel primo tempo, ribaltando l’inerzia del match grazie a un terzo quarto dominato e chiuso con un eloquente 37-21 di parziale. Merito di Kawhi Leonard, che gioca la sua miglior partita della serie mettendo a referto 36 punti e 12 rimbalzi: 14 arrivano nel primo quarto, quando i Raptors cercano in tutti i modi di non affondare in una metà di gara in cui non segnano mai dalla lunga distanza e più in generale non capitalizzano la buona costruzione dei tiri. Una frazione bissata poi a inizio ripresa, in un terzo quarto concluso dall’ex Spurs con 17 punti a segno e un dominio su entrambi i lati del campo che cambia il volto della partita. Gli Warriors infatti si disuniscono sotto i colpi dei Raptors, via via sempre più imprecisi in attacco e meno convinti a protezione del ferro. Toronto invece trova i canestri dalla lunga distanza e a quel punto la doppia cifra di vantaggio è dietro l’angolo: a sigillare un successo strameritato dagli ospiti ci pensa un monumentale Serge Ibaka in uscita dalla panchina; per l’ex Thunder sono 20 punti con 9 su 12 al tiro alla sirena finale, dopo averne raccolti 18 complessivi nei primi tre episodi. Uno zampino enorme lo mette anche Pascal Siakam, autore di 19 punti e di tantissime giocate di enorme intensità, a cui si aggiungono quelle di un chirurgico Kyle Lowry, uomo tuttofare sul parquet nonostante la mira in gara-4 non sia delle migliori. Paradossalmente anche Danny Green, impreciso dall’arco e meno inciso che in gara-3, segna una sola tripla, ma lo fa dall’angolo quando più conta. Dopo il suo bersaglio dalla lunga distanza infatti mancavano ancora 7 minuti e mezzo da giocare, ma era già chiaro che la partita fosse ormai finita da un pezzo, come dimostrato dall’atteggiamento difensivo dei padroni di casa: Curry che sbaglia la rotazione, Thompson sconsolato di fronte all’ennesimo errore del compagno, mentre tutti gli altri compagni tengono lo sguardo altrove. Una scena mai vista, proprio come gli Warriors sotto 3-1 in una finale NBA.

A impressionare tanto quanto il dominio e la sicurezza dei Raptors è stata certamente l’incapacità dei bicampioni in carica di essere efficaci e continui su entrambi i lati del campo nell’arco dei 48 minuti. Golden State infatti tiene il naso avanti per metà gara, senza lasciare mai spazio a rimonte da parte di Toronto, ma non approfittando dell’imprecisione al tiro avversaria: all’intervallo lungo il bottino complessivo delle due squadre dall’arco recita 4 su 30, due triple a testa per squadra, con Klay Thompson protagonista tra i padroni di casa. Il numero 11 Warriors è il migliore dei suoi sin dalla palla a due, senza risentire in alcun modo di un infortunio che non gli impedisce di chiudere il match con 28 punti, 11 su 18 al tiro e sei triple, oltre al super lavoro di contenimento su Leonard che, non appena si libera di Thompson, ritrova ritmo e canestri. Curry chiude con 27 punti e 6 assist in 43 minuti di gioco, restando a lungo sul parquet anche quando la benzina è terminata da un pezzo. Draymond Green accarezza l’idea della tripla-doppia da dieci punti e 12 assist, ma a mancare all’appello è qualcosa di più di un singolo rimbalzo: il n°23 di Golden State è nervoso, come dimostra il primo tecnico incassato dalla semifinale contro Houston a oggi, non efficace come vorrebbe in difesa e non in grado di dare il giusto ritmo alla transizione Warriors. Il suo progetto di rimonta entro gara-6 naufraga miseramente, nonostante il recupero lampo di Kevon Looney che gioca una signora partita e chiude con 10 punti, 6 rimbalzi e tante giocate utili, soprattutto nella prima parte di gara, poi calato sulla distanza anche a causa del dolore allo sterno ancora fratturato. Il risultato è un KO pesante per Golden State che rischia così di chiudere nel peggiore dei modi non solo la serie e la corsa al titolo, ma anche la propria avventura alla Oracle Arena: una sconfitta in gara-5 a Toronto infatti chiuderebbe definitivamente i conti e le porte dell’arena degli Warriors, salutata con una coppia di sconfitte che brucerebbero in quel caso molto a lungo.

Per Leonard dunque è il quattordicesimo trentello in questi playoff (l’ottava volta che ci è riuscito in trasferta), eguagliando quanto fatto da LeBron James nel 2017 e Kobe Bryant nel 2010, con il solo Black Mamba anno 2009 meglio di lui con le nove partite complessive. Dall’altra parte invece sono soltanto 92 i punti messi a referto dagli Warriors, il minimo raccolto in questa post-season, ennesima gara persa quando ci si è fermati sotto quota 100 (nell’era Steve Kerr il record è 0-6 nelle partite di finale in cui Golden State non è riuscita a scollinare i 100 punti). Per la prima volta inoltre, Steph Curry e compagni incassano ben quattro sconfitte casalinghe nella stessa annata di playoff, ennesimo record negativo che ben racconta quanto sia inusuale per gli Warriors una cavalcata del genere. Non è però solo l’attacco a girare spesso e volentieri a vuoto, ma anche la difesa dei bicampioni in carica a fare acqua, graziata da Toronto nel primo tempo, a causa dell’imprecisione delle conclusioni dei Raptors. I canadesi infatti tirano 5 su 20 complessivo nel primo tempo (di cui 1 su 13 da lontano) quando costruiscono conclusioni non contestate; una percentuale che schizza verso l’alto nella ripresa (12 su 16), a testimonianza ancora una volta di come la buona costruzione di gioco con il tempo e la pazienza venga poi premiata. Ben 36 tentativi senza un avversario nei pressi però restano un’enormità, uno dei tantissimi dati su cui Golden State dovrà iniziare a riflettere, immaginando una rimonta semi-impossibile riuscita in passato a livello di Finals soltanto una volta. Nel 2016, con i Cavaliers a farla da padrone e gli Warriors entrati nella storia dalla parte sbagliata.

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