“Decidere di lasciare la panchina del Milan non è semplice. Ma è una decisione che dovevo prendere. Non c’è stato un momento preciso in cui l’ho maturata: è stata la somma di questi diciotto mesi da allenatore di una squadra che per me non sarà mai come le altre. Mesi che ho vissuto con grande passione, mesi indimenticabili. La mia è una scelta sofferta, ma ponderata. Rinuncio a due anni di contratto? Sì, perché la mia storia col Milan non potrà mai essere una questione di soldi”, queste le parole di Rino Gattuso ad annunciare la fine del suo percorso sulla panchina del Milan. Un amore smisurato, forse troppo, quello di Rino per la società rossonera che lo ha portato a logorarsi durante i 18 mesi in cui è stato alla guida della squadra. Ha dato tutto per i colori che ama ed ora è disposto a rinunciare a due anni di contratto per il bene del Milan. Una scelta difficile per Rino che però la ritiene anche quella giusta.
Questa mattina arriveranno le dimissioni ufficiali di Gattuso che ammette di aver vissuto un sogno sulla panchina rossonera. Diciotto mesi sicuramente buoni con 44 punti il primo anno da subentrato a Montella e 68 alla prima stagione intera. Certo non un fallimento ma non ci sono più le basi per proseguire. La ragione dell’addio è da ricercare nel progetto Milan al momento bloccato da fair-play finanziario e non ambizioso come lo vorrebbe il campione del mondo di Berlino 2006. Dopo essere stato per un anno intero vittima degli attacchi social e capo espiatorio di ogni sconfitta del Milan, Gattuso ha deciso di lasciare e ora si pensano ai sostituti. In pole position i nomi di Jardim e Simone Inzaghi, ma ne seguiranno altri. Gattuso, invece, non smetterà di allenare viste le advance dall’estero e gli apprezzamenti di Roma, Fiorentina e Sampdoria per quanto riguarda l’Italia. L’ormai ex tecnico rossonero sembra però destinato ad abbandonare l’Italia.