‘Due semifinali ed una finale sul rosso non sono poche per uno di quasi 33 anni’. Aveva detto così Rafael ad un intervistatore che gli imputava una scarsa condizione a poche settimane dal Roland Garros. Eppure era innegabile che mancasse qualcosa al fenomeno di Manacor, che ci ha abituato troppo bene sulla terra rossa per non ammettere che quest’anno qualcosa non funzionava alla perfezione. Poi però è arrivata Roma e Nadal col torneo capitolino ha un certo feeling. Nono successo in terra romana, 34esimo Masters 1000 per lo spagnolo, ma soprattutto la consapevolezza che in Francia è ancora e sempre lui il favorito numero 1.
La sensazione è che Rafa non arrivi al Major parigino come nei precedenti due anni. Le sconfitte contro Fognini, Thiem e Tsitsipas mostrano che il maiorchino ha avuto dei problemi sul rosso, maggiormente con il dritto che ha troppo spesso funzionato a corrente alternata, ma su una superficie lenta come quella romana, che tanto assomiglia a quella di Parigi, è ancora lui a regnare.
Ed è proprio qui che Novak ha perso la finale, nella perenne difficoltà di chiudere il punto, culminata nell’eccessiva voglia di uscire dallo scambio con il drop oppure con affrettati lungolinea. Tanti smash sbagliati, troppe volèe approssimative ed una condizione fisica non perfetta hanno caratterizzato il match di Djokovic, a cui però va riconosciuto il merito di essere restato sempre con la testa sulla partita.
In altre parole, oggi la differenza in campo diceva 2 set a 0 in favore del maiorchino, eppure se Nole avesse mantenuto il primo servizio del parziale decisivo forse staremmo parlando di un’altra conclusione. E già perché se proprio si vuole trovare una pecca al Rafa odierno, il finale di secondo parziale denota una certa paura di mettere la parola fine sul match, timore che contro Nole avviene spesso, anche per merito del serbo (chiedere a Del Potro per credere).
Tuttavia a Nadal serviva proprio una settimana del genere per approdare al Roland Garros con tutta la fiducia del caso, per Novak resta il grande torneo, ma la consapevolezza che per battere il maiorchino sulla lunga distanza, il fisico deve essere al 110%…e potrebbe non bastare.