A Rio de Janeiro è arrivata la stangata del Tas per Alex Schwazer, una squalifica di otto anni che impedisce all’altoatesino di partecipare all’Olimpiade e chiudere probabilmente la carriera nel modo peggiore. Sono in tanti ad essersi schierati dalla parte del marciatore tra atleti e semplici fan. Tanti ma non tutti: due delle eccellenze dello sport italiano come Elisa Di Francisca e Gianmarco Tamberi non mostrano alcuna pietà.
“Non ho mai barato, non ho mai pagato nessuno per farmi vincere. Ho la coscienza pulita perché non mi sono mai dopata in vita mia. Questa è la mia linea e lo sarà sempre, i risultati li voglio ottenere solo attraverso i miei sacrifici“, ha commentato la jesina, pochi minuti dopo l’argento nel fioretto individuale. “Sta a ognuno di noi comportarsi bene“.
Anche “Gimbo” è un semplice spettatore dei Giochi. Stesso destino ma storie decisamente diverse, il campione del mondo indoor di salto in alto ha rincarato la dose dopo le dichiarazioni rilasciate qualche mese fa in cui rese noto il suo dissenso per la chance concessa a Schwazer in vista dell’Olimpiade. “Mi ero espresso prima di questa nuova positività, ho sempre pensato che un atleta quando viene trovato dopato non debba più vestire la maglia azzurra perché non rappresenta più i valori della nazionale. Non era un accanimento contro Schwazer, ma semplicemente un mio modo di pensare il mondo dello sport senza doping. Se fosse un complotto, ed è difficile pensare che la Wada abbia architettato una cosa del genere, sarebbe una cosa talmente grande da mettere sottosopra tutto lo sport mondiale – ha aggiunto Tamberi dopo avere assistito alla finale del fioretto persa da Elisa Di Francisca a Rio -. “Se fosse un complotto sarebbe un vero schifo. Otto anni sono giusti? Non lo so, ma è stato trovato positivo due volte…non lo dico certo io. Il doping è una cosa sporca e non deve fare parte dello sport“.