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NBA 2018/2019: Milwaukee supera i Rockets grazie a Bledsoe, Gallinari raggiunge i playoff

La notte italiana di mercoledì 27 marzo ha visto in scena lo svolgersi di dieci partite della regular season NBA 2018/2019. Match che sa di playoff quello che va di scena al Fiserv Forum di Milwaukee: i padroni di casa battono i Rockets grazie a un’eccellente prestazione di Eric Bledsoe su ambedue i lati del campo. I Clippers si avviano verso la fine del mese di marzo con un record di 11-1, aggiornato questa notte dopo la vittoria in casa dei T’Wolves: gli uomini di Doc Rivers, tra cui anche il nostro Danilo Gallinari, staccano ufficialmente il biglietto per i playoff. Biglietto che sperano di staccare anche gli Hornets, che dopo quattro tentativi falliti riescono a vincere un overtime: le vittime sono gli Spurs, mietute dai giovani di coach Borrego, ma soprattutto da Kemba Walker. Partita decisiva tra Magic e Heat che va agli uomini di Clifford, che scalzano Miami in ottica ottavo seed ad Est. Ottavo seed che non è decisamente troppo lontano dal settimo dei Pistons, sconfitti questa notte al Pepsi Center di Denver da un caldissimo Jamal Murray.

Houston Rockets-Milwaukee Bucks 94-108

Doveva essere la sfida tra Giannis Antetokounmpo e James Harden, doveva essere il duello diretto tra i due principali candidati al premio di MVP stagionale ma da autentico MVP, nella serata del Fiserv Forum, ha giocato Eric Bledsoe: la guardia dei Bucks ha rubato il palcoscenico alle due superstar tanto attese con una prestazione da incorniciare, tanto in attacco quanto in difesa. Il suo contributo offensivo è stato la chiave del parziale di Milwaukee che nel terzo quarto, dopo essere andata al riposo in vantaggio di 5 punti all’intervallo (53-58), ha aperto in due la partita: dei suoi 23 punti finali, infatti, 16 arrivano nel terzo periodo (contro i 18 dell’intera squadra di Houston) e 11 addirittura consecutivi, a firmare in prima persona un break di 0-11 all’interno di una frazione dominata dai padroni di casa per 18-32. L’attacco racconta solo una metà della super partita di Bledsoe, che difensivamente ha marcato per quasi tutta la serata James Harden tenendolo a 9 su 26 al tiro compreso un disastroso 1 su 9 da tre punti. “Abbiamo avuto i nostri tiri smarcati ma non siamo stati capaci di segnarli”, ha dichiarato Harden nel post-partita. Il loro parziale nel terzo quarto è stato decisivo e la partita si è risolta lì”. I Rockets, grazie a 9 dei 15 punti di Danuel House nel primo quarto, hanno avuto un vantaggio anche di 10 punti nel corso del quarto iniziale (25-15 a 1:58 dal termine del primo quarto), ma le tante palle perse del secondo periodo (ben 9) hanno rimesso in gara i Bucks, capaci di mettere a tabellone la bellezza di 38 punti nel quarto e chiudere così avanti a metà gara, con un Giannis Antetokounmpo già a quota 13 punti e 8 rimbalzi. Il greco finisce con la consueta doppia-doppia, 19+14 in fattispecie, ma non c’è neppure bisogno della sua miglior prestazione grazie agli eroismi di Bledsoe ma anche al contributo di Pat Connaugthon dalla panchina (con 4 su 5 da tre punti e 14 punti) e ai 13 a testa di Khris Middleton e Brook Lopez. Per Milwaukee una bella vittoria contro un avversario di primissimo livello della Western Conference (2-0 il bilancio contro i Rockets in stagione) arrivata anche dovendo rinunciare a Malcolm Brogdon, Nikola Mirotic, Tony Snell, Pau Gasol e Donte DiVincenzo, mentre i Rockets, che non hanno potuto schierare Kenneth Faried, hanno avuto 19 punti con 9 rimbalzi da Chris Paul, 17 punti e 11 rimbalzi da Clint Capela ma zero punti con 0 su 7 al tiro da Eric Gordon, in campo nonostante la caviglia destra malconcia e non certo al meglio.
Terza vittoria consecutiva per Milwaukee. Con questa vittoria, a sole sette partite dalla fine della regular season, i Bucks (56-19) sembrano avere ipotecato il primo seed ad Est, date soprattutto le quattro partite di vantaggio sui Raptors (52-23). Prossima partita: venerdì notte, in casa contro i Los Angeles Clippers.
Per i Rockets si tratta soltanto della terza sconfitta nelle ultime 17 partite. Tra le assenza da segnalare anche quella di Gerald Green che, a causa di uno stiramento all’adduttore, dovrà rimanere fuori dai giochi dai 7 ai 10 giorni. Prossima partita: venerdì notte, in casa contro i Denver Nuggets.

Los Angeles Clippers-Minnesota T’Wolves 122-111

A inizio stagione le previsioni più ottimistiche assegnavano ai Clippers 35 vittorie. Non di più, per una squadra in profonda rifondazione e costretta a doversi confrontare contro i giganti della Western Conference. Danilo Gallinari e compagni invece hanno dimostrato a tutti di aver sbagliato a fare i calcoli: grazie al successo portato a casa a Minneapolis, L.A. ha aritmeticamente conquistato l’accesso ai playoff. Sesta vittoria in fila (striscia aperta più lunga dell’intera Lega), 11-1 di record in un mese di marzo da incorniciare; il cambio di marcia risultato decisivo nella rincorsa ai playoff. Merito di un Gallinari trascinante, ancora una volta oltre quota 20 punti segnati (sono dieci partite consecutive, record in carriera nuovamente aggiornato) e nuovamente miglior realizzatore dei Clippers. Per il numero 8 azzurro sono 25 punti, 10 rimbalzi, 7 su 16 dal campo e soprattutto 6 su 9 dall’arco; eguagliato il miglior bottino per numero di canestri a bersaglio dalla lunga distanza in stagione. Lou Williams aggiunge 20 punti in uscita dalla panchina, decisivo nel mettere assieme il bottino da 53-25 con cui la panchina dei Clippers batte quella dei T’Wolves. Ai suoi si aggiungono i 18 punti del solito Montrezl Harrell, dieci dei quali arrivano dopo che Minnesota, sprofondata anche sul -25 (61-36 a 5:58 dall’intervallo), si era riportata a contatto a soli due possessi di distanza. Ai T’Wolves, ormai aritmeticamente fuori dalla corsa ai playoff, non restano che i 24 punti e 13 rimbalzi del solito Karl-Anthony Towns, in una regular season al termine della quale ci saranno da raccogliere un bel po’ di cocci.
I Clippers (45-30) diventano la quinta squadra ad Ovest a conquistare l’accesso ai playoff: con ancora sette partite da giocare, gli uomini di Doc Rivers faranno di tutto pur di ottenere il fattore campo al primo turno, con sole due partite di distanza da recuperare ai Rockets quarti (47-28). Hanno tirato questa notte con un eccellente 16 su 32 dal perimetro: in fattispecie, le sei triple di Gallinari pareggiano il suo season-high. Out questa notte Landry Shamet a causa di un infortunio alla caviglia. Prossima partita: venerdì notte, al Fiserv Forum di Milwaukee.
Da segnalare tra le fila dei T’Wolves anche le prestazioni di Andrew Wiggins e di Dario Saric, rispettivamente a referto con 22 e 18 punti. Doppia-doppia numero 50 in stagione per Karl-Anthony Towns. Numerosi e importanti i giocatori non a disposizione di coach Saunders, tra cui Rose, Covington, Gibson e Teague. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Golden State Warriors.

San Antonio Spurs-Charlotte Hornets 116-125 OT

Kemba Walker trascina i suoi giovani (ma promettenti) Hornets alla conquista di un successo complicato contro San Antonio. Il quarto in fila in quella che è la striscia di successi più lunga della stagione di Charlotte, il primo in questa regular season arrivato all’overtime dopo le quattro sconfitte raccolte in precedenza ogni volta che c’era da giocare un tempo supplementare. Walker chiude con 38 punti totali, 11 dei quali arrivati negli ultimi cinque minuti di gara: è il numero 15 a segnare i canestri più pesanti (e decisivi) all’overtime e a condannare gli Spurs, al termine di un match a cui manca un rimbalzo per permettergli di chiudere la terza tripla-doppia in carriera in NBA. Dall’altra parte sono 30 i punti di DeMar DeRozan e 17 punti con dieci rimbalzi quelli messi a referto da Marco Belinelli, il quale raggiunge la sua prima doppia-doppia in questa regular season all’interno della sua terza gara stagionale per numero di minuti trascorsi sul parquet (ben 33). Tony Parker, il grande ex di giornata, resta a guardare i suoi compagni dalla panchina per la quinta gara in fila: coach James Borrego ha scelto la linea giovane, puntando sui vari Dwayne Bacon (24 punti, nuovo massimo in carriera), Miles Bridges (10 punti e una stoppata decisiva all’overtime) e Devonte’ Graham in uscita dalla panchina come sostituto di Walker.
Una scelta quella dell’impiego dei giovani che sta pagando e ha riportato gli Hornets (35-39) a una partita e mezza di distanza dall’ottavo posto a Est, attualmente occupato dagli Orlando Magic (37-38). Da segnalare anche la prestazione di Frank Kaminsky, che dalla panchina mette a referto una doppia-doppia da 15 punti e 10 rimbalzi. Jeremy Lamb, eroe di Toronto grazie al suo tiro rocambolesco, è stato costretto a lasciare il campo all’interno del terzo quarto a causa di una distorsione alla caviglia destra. Prossima partita: sabato notte, allo Staples Center di Los Angeles (Lakers).
Anche gli Spurs sono ottavi (43-32), quasi certi dell’accesso ai playoff, ma costretti a dover in ogni modo lasciarsi alle spalle l’ultima posizione disponibile: quella è sinonimo di Golden State, un avversario da evitare il più a lungo possibile. Prossima partita: venerdì notte, in casa contro i Cleveland Cavaliers.

Orlando Magic-Miami Heat 104-99

I Magic rovinano la festa a Chris Bosh, vincono il derby della Florida e si prendono di forma l’ottavo posto a Est. Merito di un Nikola Vucevic da 24 punti e 16 rimbalzi, a cui si aggiungono i 19 punti di Jonathan Isaac che permettono a Orlando di allungare a sei la striscia di vittorie (la più lunga mai messa assieme dai Magic negli ultimi otto anni) e soprattutto di prendersi l’ultimo posto utile per andare ai playoff proprio ai danni di Miami. “Ci stiamo facendo trovare pronti nel momento decisivo dell’anno, stiamo lottando per accedere alla post-season e mettere in fila due settimane di successi ci ha portato ad avere un vantaggio che adesso dobbiamo preservare”, commenta Vucevic, ben consapevole del fatto che il successo a Miami vale doppio: Orlando infatti si è così aggiudicata anche un miglior record negli scontri diretti (tre vittorie e una sola sconfitta contro gli Heat) rimettendo dunque il destino qualificazione nelle sue mani. Dall’altra parte c’è il rammarico di Miami, che avrebbe potuto mettere una seria ipoteca sui playoff con un successo e che adesso invece si ritrova a inseguire. Alla sirena finale sono 26 punti per Dion Waiters, a cui si aggiungono i 22 punti con 7 canestri, 7 rimbalzi e 7 assist di Dwyane Wade in uscita dalla panchina. Il numero 3 degli Heat ha provato in tutti i modi a regalare un successo al pubblico di casa, nella serata in cui è stata ritirata la maglia numero 1 di Bosh: una celebrazione rimasta tale soltanto durante l’intervallo e non a fine gara.
Tra le fila dei Magic da segnalare anche la doppia-doppia di Aaron Gordon (14+10) e i 17 punti di D.J. Augustin. Orlando ha letteralmente dominato Miami ha rimbalzo, terminando 55-39. Prossima partita: venerdì notte, alla Little Caesars Arena di Detroit.
Out per gli Heat Justise Winslow, Rodney McGruder e Kelly Olynyk. Per gli uomini di coach Spoelstra mancano soltanto otto partite in questa regular season: potrebbero essere le ultime otto della carriera di Dwyane Wade. Prossima partita: venerdì notte, in casa contro i Dallas Mavericks.

Detroit Pistons-Denver Nuggets 92-95

A guardare il bicchiere mezzo pieno, i Nuggets hanno scoperto di poter disporre all’occorrenza di un realizzatore molto efficace nel finale di gara. Se si pone l’attenzione sugli aspetti negativi, c’è da dire che Denver non pensa di averne bisogno per battere in casa Detroit. Jamal Murray invece è stato costretto a fare gli straordinari, in un match da 33 punti totali di cui sei arrivati nell’ultimo minuto di gioco, fondamentali per acciuffare le 50 vittorie stagionali e il primo posto in coabitazione con i Golden State Warriors. Sotto 39-66 all’intervallo lungo, i Pistons sembravano spacciati con 24 minuti d’anticipo, prima invece di risalire fino al -1 grazie alla tripla di Reggie Jackson a 11 secondi dalla sirena. Murray mette due liberi per il +3, mentre la tripla finale di Blake Griffin balla su ferro e tabellone senza trovare il fondo della retina. Per Detroit è la quarta sconfitta nelle ultime cinque gare, nonostante i 29 punti e 15 rimbalzi dell’ex Clippers: non un grande biglietto da visita per chi deve ancora conquistare l’accesso ai playoff.
Prima stagione da 50 vittorie per i Nuggets dalla stagione 2012/2013, nella quale avevano registrato un record di 57-25. Doppia-doppia numero 51 in questa regular season per Nikola Jokic, che ha terminato con 23 punti e 15 rimbalzi a referto. I Nuggets sono 23-1 in questa stagione nelle partite in cui tengono gli avversari sotto i 100 punti. Prossima partita: venerdì notte, al Toyota Center di Houston.
Da segnalare tra le fila dei Pistons le prestazioni di Andre Drummond (13 punti e 18 rimbalzi prima di uscire per falli) e Reggie Jackson (17 punti). Solo ora una la partita di distanza per gli uomini di Casey (37-37) dai Miami Heat noni (36-38). Prossima partita: venerdì notte, in casa contro gli Orlando Magic.

Sacramento Kings-Dallas Mavericks 125-121

I Kings tengono vivo un residuo di speranza (l’aritmetica ancora non li ha condannati) battendo a domicilio i Mavericks grazie ai 23 punti di De’Aaron Fox e alla tripla decisiva nell’ultimo minuto messa a segno da Buddy Hield (che chiude con 17 punti), uno dei sei giocatori in doppia cifra alla sirena finale. Dall’altra parte a mettersi in evidenza è come al solito Luka Doncic, punzecchiato dai discorsi degli ultimi giorni di chi vorrebbe assegnare a Trae Young il premio di rookie dell’anno. Lo sloveno chiude così con la settima tripla-doppia stagionale: eguagliato il record raccolto da Magic Johnson nella prima stagione NBA, mettendo a referto 28 punti, 12 rimbalzi e 12 assist e pareggiando così il totale messo assieme da un giocatore con meno di 21 anni. Il fatto è che Doncic ha compiuto 20 anni un mese fa, avendo dunque a disposizione tutto il tempo per aggiornare anche quest’ennesimo record. Il tutto di fronte a Marvin Bagley III, scelto con la seconda chiamata dai Kings proprio al posto suo: per lui 14 punti e una vittoria dal sapore di magra.
I Kings terminano la season series contro i Mavs per 3-0. Da segnalare in aggiunta le prestazioni di Cauley-Stein e di Bogdanovic, rispettivamente con 16 e 14 punti a referto. Rimangono, con otto partite da giocare, cinque e mezza le gare di distanza tra Sacramento (37-37) e San Antonio (43-32). Prossima partita: venerdì notte, allo Smoothie King Center di New Orleans.
Per i Mavericks arriva un’altra doppia-doppia per Dwight Powell, che finisce con 21 punti e un season-high di 13 rimbalzi. Prossima partita: venerdì notte, all’American Airlines Arena di Miami.

Altre dai campi:

I Los Angeles Lakers battono i Washington Wizards per 106-124, e per LeBron James, benché i playoff siano ormai svaniti, ci sono 23 punti e 14 assist, anche se il miglior realizzatore in assoluto è l’avversario Bradley Beal con 32 e quello dei giallo-viola è Kentavious Caldwell-Pope con 29.
Sul parquet dei New Orleans Pelicans, arriva la vittoria degli Atlanta Hawks per 130-120, con Trae Young che risponde a Doncic nella sfida per il rookie dell’anno: 33 punti e 12 assist permettono agli Hawks di portare a casa un incontro sempre guidato e a percentuali piuttosto alte.
I Boston Celtics lasciano a riposo Kyrie Irving, ma battono i Cleveland Cavaliers per 116-106 con 21 di Jayson Tatum e Marcus Smart, che neutralizzano i 24 di Collin Sexton.
Simile discorso per i Toronto Raptors, che oltre ad aver acquisito le prestazioni di Jodie Meeks (subito in campo per 5 minuti) battono i Chicago Bulls per 103-112 grazie a una gran prestazione dalla panchina di Norman Powell, autore di 20 punti.

Tutti i risultati di mercoledì 27 marzo

Houston Rockets-Milwaukee Bucks 94-108
Los Angeles Clippers-Minnesota T’Wolves 122-111
San Antonio Spurs-Charlotte Hornets 116-125 OT
Orlando Magic-Miami Heat 104-99
Detroit Pistons-Denver Nuggets 92-95
Sacramento Kings-Dallas Mavericks 125-121
Washington Wizards-Los Angeles Lakers 106-124
Atlanta Hawks-New Orleans Pelicans 130-120
Boston Celtics-Cleveland Cavaliers 116-106
Chicago Bulls-Toronto Raptors 103-112

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