Nella notte della spaccatura tra Totti e Spalletti, con il tifo schierato al fianco del capitano giallorosso, il ritorno al calcio giocato di Kevin Strootman rischiava di passare in sordina. L’olandese ha fatto il suo ingresso nei minuti finali di Roma-Palermo, quando il risultato era ampiamente in cassaforte: un recupero importante per i giallorossi e non solo, una storia a lieto fine.
Sono passati 13 mesi dall’ultima volta che il centrocampista aveva calcato un campo di calcio, era il 25 gennaio del 2015, contro la Fiorentina. Poi l’infortunio al ginocchio, l’ennesimo, il lungo calvario. Quando Luciano Spalletti lo ha richiamato per mandarlo in campo l’Olimpico lo ha salutato con un boato. “Tornare qui all’Olimpico è perfetto, specie in una partita così. Adesso mi sento un calciatore. Non ho mai avuto paura di smettere: ero arrivato all’80%, mi sentivo abbastanza bene, è dura, abbiamo lavorato bene con i medici, con tutti i miei compagni adesso sono tornato in campo non sono al 100%” sono state le parole del centrocampista a microfoni di Mediaset Premium. Adesso lo sguardo corre veloce al ritorno con il Real Madrid e a un finale di campionato da vivere con il cuore in gola, all’inseguimento della Fiorentina. Strootman ha chiari in mente gli obiettivi. “Veniamo da cinque vittorie consecutive e dobbiamo continuare così, abbiamo bisogno di punti. La Juve e il Napoli vincono quasi tutto, vogliamo arrivare in un bel posto in campionato. La Champions? Ho giocato solo qualche minuto a Mosca, ma la voglio anche per i tifosi”.
L’olandese ha trovato un altro allenatore al suo rientro, ma il centrocampista riconosce i meriti di Spalleti. “Grande allenatore, anche Garcia lo era ma sono due tipi diversi. Noi lavoriamo in campo, lui dice chi deve giocare e noi lo facciamo”. Infine una battuta sul caso Totti. “E’ una cosa tra il capitano e l’allenatore, loro parlano domani, noi giocatori pensiamo alla partita e all’allenamento”.
