DALL’INVIATO A FIRENZE
La Virtus Bologna elimina l’Olimpia Milano ai quarti dalle Final Eight di Coppa Italia. Questo è il riassunto perfetto di ciò che è successo nella prima giornata della rassegna che si sta disputando al Mandela Forum di Firenze. Alla vigilia del torneo sembrava impossibile che l’Armani a distanza di un anno potesse uscire nuovamente al debutto nella coppa nazionale invece le V nere di Sacripanti hanno materializzato questo spettro in una serata ricca di emozioni. Da un lato c’è la sconfitta di chi poteva solo che vincere, dall’altro c’è la festa della Virtus che torna a battere i meneghini dopo 15 k.o consecutivi negli scontri diretti. Incredibile nel post gara la festa sotto la curva piena di tifosi giunti in massa fin dal giovedì per sostenere la squadra. Un momento talmente ricco che Aradori lo ha definito “Più bello della partita stessa“.
IL RACCONTO – Nei primissimi minuti di serata la squadra di Pianigiani era riuscita ad impostare il match su un alto numeri di possessi traendone un margine che è però andato perso in fretta. Deleterie le percentuali al tiro, crollate con la complicità della difesa della Virtus che prima a zona e poi marcando a uomo è riuscita a mettere in campo una prestazione difensiva pressoché perfetta. A questo fattore si aggiunge la scarsa precisione degli interpreti biancorossi che anche creandosi buoni tiri spesso non sono stati in grado di recapitarli a destinazione. Serata amara per Mike James che nella prima gara dell’anno dove vincere è obbligatorio sparisce dal campo e chiude con un deludente 1/11 dall’arco perfezionando i suoi numeri solo quando la partita ormai è compromessa. Sotto le plance si sente l’assenza di Gudaitis e Tarczewski, Omic soffre Moreira specialmente quando deve difendere. Nonostante le difficoltà dei periodi centrali l’Armani era rimasta in carreggiata grazie alla lotta a rimbalzo che nei momenti di magra ha garantito numerosi extra possessi giocati, questo poteva essere un preludio al cambio di marcia nel finale che è arrivato però troppo tardi e solo con la complicità della Virtus.
Ripartiamo proprio dal finale dove Bologna ha rischiato di bruciare in cinquanta secondi quando fatto in trentanove minuti. La rimessa sbagliata a un secondo dal termine e il conseguente canestro di Brooks arrivato fuori tempo massimo per fortuna della Virtus avevano rischiato di far degenerare la serata. Alla sirena Sacripanti e i suoi ragazzi possono sorridere e portare a casa la vittoria più importante della stagione. Fondamentale la spinta del pubblico accorso da Bologna per spingere la squadra, il tifo non è arrivato solo dalla splendida curva, ma anche dalle tribune che erano popolate dai tifosi di fede bianconera. Come anticipato la chiave del successo è stata la prova difensiva che ha limitato una squadra che ama giocare su ritmi forsennati per aver a disposizioni numerosi possessi. Strepitoso Tony Taylor che fa la voce grossa in una serata che vede Punter in campo solo dieci minuti, ottimo anche Moreira che si conferma l’innesto di cui la Virtus aveva bisogno nel pacchetto lunghi. Nel periodo finale prima dei cinquanta secondi di follia la compagine bolognese era stata brava a rintuzzare ogni tentativo di rientro dell’Olimpia rispondendo colpo su colpo. Alla vigilia si parlava di coppa delle sorprese e Bologna ci ha regalato la più grande.
La seconda gara di giornata ha messo in ombra quella tra Vanoli Cremona e Openjobmetis Varese che ha aperto le danze sul parquet del Mandela Forum. La formazione di Sacchetti ha conquistato con il parziale di 82-73 l’accesso alla semifinale contro la compagine della città giardino che ha mancato con i suoi uomini chiave l’appuntamento di Firenze.
IL RACCONTO – A differenza di quanto accaduto nel precedente del PalaRadi è Cremona a partire in quinta nel match. La zona di Sacchetti manda subito in confusione Varese che fa ball stopping e forza numerose giocate, il successo difensivo si ripeterà poi nel terzo periodo quando la fuga della Vanoli prende il via definitivo. L’unico momento di vera difficoltà Cremona lo incontra a metà secondo quarto quando si trova a vivere un digiuno di cinque minuti che permette ai rivali di andare al comando per la prima e unica volta nel match. Nel momento del bisogno esplode Crawford che recapita in retina quattro triple garantendo ai suoi il vantaggio alla pausa lunga. Poi nuova crisi offensiva per l’Openjobmetis che coincide con il miglior momento di Saunders, la sua fisicità lo rende incontenibile nei due periodi finali. Successo meritato in una giornata dove contava arrivare preparati, Cremona reduce anche dalle esperienze passata è riuscita a presentarsi al top cosa che Varese non ha fatto.
Difficile infatti per i biancorossi vincere la sfida contro una squadra del livello di Cremona se Moore e Archie si permettono il lusso di sparire dal campo nel momento del bisogno. Impensabile vincere una gara in questa coppa senza l’apporto degli stranieri per quanto gli italiani dalla panchina, Ferrero su tutti abbiano dato una grande mano nel secondo periodo. Pessima la prestazione al tiro che si conclude con un 6/26 dall’arco, dato in controtendenza con quanto visto a Trieste meno di una settimana fa. I biancorossi alla lunga non possono vivere solo di buoni possessi nella metà difensiva, dopo essersi rimessi in carreggiata erano obbligati ad un cambio di marcia che non è arrivato puntuale. Avramovic non è il peggiore ma si mostra altamente impreciso sbagliando in diverse occasioni layup di fattura tutt’altro che impossibile. La banda di Caja deve mandare in archivio la sconfitta e pensare al campionato e alla FIBA Europe Cup dove è ancora in corsa.