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NBA 2018/2019: duo da record per OKC, Leonard decisivo. Rockets e Bucks vincenti

Russell Westbrook - Oklahoma City Thunder - Official Facebook Page

La notte italiana di martedì 12 febbraio ha visto in scena lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. Un sacco di gare, un sacco di conferme: i protagonisti (come da un due settimane a questa parte) sono Batman & Robin: George e Westbrook vanno entrambi in tripla-doppia, confermando di essere il duo più in forma della lega. Partita thriller tra Nets e Raptors, dove Kawhi Leonard è più freddo dell’uomo che ha “ice in his veins”, ovvero D’Angelo Russell: il primo risponde col tiro della vittoria al canestro del pareggio del neo-All-Star. Harden riesce sul filo a mantenere la streak dei 30 punti, all’interno di una partita dove i Rockets hanno vita facile contro Doncic&Co. Altre due prestazioni da menzionare per forza di cose, all’interno di una sconfitta e di una vittoria: i 45 punti dalla panchina di Lou Williams e la 29+17 di Antetokounmpo.

Portland Trail Blazers-Oklahoma City Thunder 111-120

Il pericolo più grande quando si parla di Russell Westbrook è l’assuefazione: come se realizzare dieci triple doppie consecutive fosse in qualche modo scontato per uno che solamente due anni fa ne ha realizzate 42 in una sola stagione. Eppure non dovrebbe esserlo perché si tratta di un risultato straordinario (che abbia giocato o meno per la tripla-doppia è discutibile, ma bisogna avere il beneficio del dubbio) arrivato al termine di una serata memorabile per gli Oklahoma City Thunder, vincenti per 111-120 contro una squadra da playoff come i Portland Trail Blazers. Il numero 0 dei Thunder ha chiuso con 21 punti, 14 rimbalzi e 11 assist, trovando il passaggio del record per armare la mano di Paul George a poco meno di quattro minuti dalla fine dopo aver cominciato l’ultimo quarto solamente a quota 5 assist. Con questa tripla doppia, la decima consecutiva, ha superato il record di Wilt Chamberlain che resisteva da oltre 50 anni, portando a 23 il suo bottino stagionale e a 127 quello in carriera. A dargli una mano è stato soprattutto il già citato PG13, che ha realizzato un’altra prestazione maiuscola in questa sua incredibile stagione: 47 punti, 12 rimbalzi e 10 assist (terza tripla doppia della carriera, per far capire quanto sia difficile anche per un super giocatore realizzarne una), segnando 15 delle 26 conclusioni tentate ma soprattutto tirando 8 su 13 dalla lunga distanza, distruggendo la resistenza dei Blazers. Westbrook e George sono la decima coppia di compagni dal 1958 a oggi a realizzare una tripla doppia nella stessa partita, e sono l’unica ad averlo fatto segnando entrambi almeno 20 punti. Anzi, c’è di più: mai nessuna coppia aveva realizzato una tripla doppia a testa segnando 68 punti, con i vari Vince Carter-Jason Kidd e Michael Jordan-Scottie Pippen che si fermarono al massimo a 56. La vittoria di OKC però non si è basata solamente sulle due stelle. Dalla panchina infatti si sono rivelati utilissimi due giocatori che di solito non hanno grande spazio come il rookie Deonte Burton (massimo in carriera da 18 punti) e il veteranissimo Raymond Felton (miglior prestazione stagionale con 15), in una serata in cui i Thunder hanno tirato con il 47.7% dal campo (nonostante un Westbrook da 5 su 19) e il 45.7% da tre (16 su 35). Per quanto riguarda i Blazers, arrivati dalla cocente sconfitta di Dallas il giorno prima, ci sono i 31 punti del solito Damian Lillard e i 17 del sempre più convincente Jake Layman, ma si sono fermati a 13 sia C.J. McCollum (punito anche con un tecnico per proteste nel secondo quarto) che Al-Farouq Aminu. Portland (33-23) oramai può salutare qualsiasi velleità di raggiungere il terzo posto di OKC (37-19), distante quattro partite, e deve guardarsi le spalle dalle agguerrite inseguitrici, visto che i Clippers noni (31-27) sono distanti solo tre gare.
I Thunder detengono un record di 9-1 durante la striscia di triple-doppie di Westbrook. Assenti stanotte Grant (distorsione alla caviglia destra) e Schröder (ragioni personali). Al posto del primo è partito in quintetto Patrick Patterson, per la quarta volta titolare in stagione. Venerdì notte trasferta nella Louisiana per Donovan&Co, attesi dai Pelicans.
Serata no al tiro per i Blazers, che tirano col 33% dal campo nel primo tempo: non solo, solo 6 punti con 1 su 10 al tiro per Lillard, sempre all’interno dei primi 24 minuti. Giovedì notte gli uomini di Stotts affronteranno un’altra partita proibitiva, in casa contro Golden State.

Dallas Mavericks-Houston Rockets 104-120

James Harden contro i Dallas Mavericks tiene viva la striscia di trentelli consecutivi e con una prestazione da 31 punti, 8 rimbalzi e 7 assist raggiunge quota 30 partite di fila, a una gara sola di distanza dalla seconda striscia più lunga di sempre appartenente a Wilt Chamberlain (titolare anche della prima, a quota 65 trentelli in fila). Un leggero infortunio alla spalla sinistra, registrato nella gara contro Oklahoma City, non ha impedito all’MVP in carica di essere decisivo anche contro i Mavericks di un Luka Doncic capace di chiudere con 21 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, vincendo per la prima in stagione contro Dallas dopo due KO. Già sopra di 14 all’intervallo (50-64), Houston vede il proprio vantaggio arrivare fino al +21 a 6:44 dalla fine del terzo quarto: sul punteggio di 90-106 per i padroni di casa nel quarto periodo, però, Dallas piazza un 7-0 di parziale che prova a riaprire la gara, ma due triple di Harden in un break di 9-3 per i Rockets decidono le sorti della sfida (100-115). Accanto alle magie del “Barba” spicca la prestazione da 17 punti e 11 assist di Chris Paul, che diventa l’ottavo passatore di tutti i tempi nella lega con 8972 assistenze superando Gary Payton. In casa Rockets ci sono anche i 19 punti di Gerald Green (con 5 delle 23 triple a segno realizzate di squadra), i 18 di Eric Gordon e i 17 di Kenneth Faried.
Alla sua seconda partita in canotta Rockets, Iman Shumpert registra sei punti. Giovedì notte trasferta per gli uomini di D’Antoni, al Target Center contro i T’Wolves.
Tra i Mavs da segnalare le prestazioni di Dwight Powell e Jalen Brunson: 12 punti il primo, 13 punti e 5 rimbalzi il secondo. Dallas ha stentato questa notte dal perimetro, tirando complessivamente con 13 su 36. Anche loro in scena giovedì notte, in casa contro i Miami Heat.

Brooklyn Nets-Toronto Raptors 125-127

La sfida tra Nets e Raptors si decide solo all’ultimo respiro: il canestro a 4.2 secondi dalla fine di Kawhi Leonard regala ai 19800 della Scotiabank Arena (tra cui il cantante Sting) una vittoria da ricordare e il quinto successo consecutivo ai Raptors, che oltre a un Leonard da 30 punti si godono un Marc Gasol già decisivo nel quarto quarto. Arrivano infatti nei primi minuti del periodo finale 11 dei 16 punti del catalano, accolto da una roboante standing ovation al suo debutto casalingo: “Ho avuto i brividi, una bellissima sensazione, mi è sembrato di tornare una matricola”, le sue parole. I Brooklyn Nets, però, non avevano nessuna intenzione di fare da semplici cavie allo show dei canadesi: gli ospiti hanno chiuso in vantaggio il primo quarto (29-21) e poi anche l’intervallo (60-56), guidati da un ottimo D’Angelo Russell capace di chiudere con 28 punti ma soprattutto 14 assist, suo massimo in carriera. A lui i Nets affidano il tiro finale nei 4.2 secondi rimasti sul cronometro dopo il jumper di Leonard, ma l’errore del loro All-Star condanna Brooklyn alla quinta sconfitta nelle ultime sei gare disputate. I Raptors hanno avuto 18 punti e 12 rimbalzi da Serge Ibaka e 17 da Pascal Siakam. In casa Nets, invece, accanto alla prestazione di Russell, spiccano i 24 punti con 7 triple a segno (career-high) di Joe Harris e i 22 punti di Allen Crabbe.
Quinta vittoria di fila per i Toronto Raptors, che hanno dovuto fare a meno dell’apporto dalla panchina di Fred VanVleet, alle prese con un problema al legamento del pollice della mano sinistra che lo terrà fuori almeno tre settimane: al suo posto, entro pochi giorni, Toronto firmerà Jeremy Lin, liberatosi con un buyout da Atlanta. Questa è stata la prima di sei partite di fila in casa: la prossima è giovedì notte contro i Wizards.
Brooklyn ha tirato con 20 su 41 dall’arco, pareggiando la loro migliore prestazione in regular season. Assente DeMarre Carroll a causa di un problema al ginocchio sinistro: a detta di coach Atkinson dovrebbe tornare disponibile giovedì notte, per la sfida in casa dei Cleveland Cavs.

Miami Heat-Denver Nuggets 87-103

Dopo tre sconfitte consecutive (contro Detroit, Brooklyn e Philadelphia) durante le quali avevano concesso 127 punti di media, i Denver Nuggets tornano alla vittoria e lo fanno partendo dalla difesa, che tiene gli avversari sotto i 100 punti per la diciannovesima volta in stagione centrando la vittoria numero 18 in queste occasioni. A farne le spese in nottata i Miami Heat, che segnano solo 38 punti nel secondo tempo e chiudono tirando un misero 36% dal campo. Per i Nuggets, che dopo l’All-Star break potranno contare anche sul ritorno in rotazione di Gary Harris e di Isaiah Thomas, ci sono 23 punti con 12 rimbalzi del solito Nikola Jokic ma anche 20 da Malik Beasley e 17 dalla panchina da Monte Morris, che suppliscono alla brutta serata al tiro di Jamal Murray (solo 3 su 12 e 10 punti per lui). Per gli Heat, titolari di un pessimo 9 su 23 da tre punti, il miglior marcatore di serata è Justise Winslow con soli 15 punti.
I Nuggets migliorano sul 24-4 il record di partite all’interno delle mura amiche: sono la migliore squadra della lega a riguardo, con il Pepsi Center che sta diventando sempre più un fortino invalicabile. Altra partita in casa per gli uomini Malone, giovedì notte contro i Sacramento Kings.
Stesso discorso non si può fare per gli Heat: sono l’unica franchigia ad avere un record in trasferta (14-14) migliore di quello in casa (11-16). Giovedì notte trasferta all’American Airlines Center di Dallas, dove sono attesi dai Mavericks.

Altre dai campi

I Minnesota Timberwolves battono i Los Angeles Clippers per 120-130 con 24 punti di Karl-Anthony Towns e 22 di Derrick Rose, ma sulla sponda californiana, 12 punti in 25 minuti di Danilo Gallinari a parte, il vero protagonista è Lou Williams, che infila 45 punti partendo dalla panchina: un dato del genere non si vedeva da dieci anni, quando a mettere a segno lo stesso quantitativo di punti fu JR Smith all’epoca in cui militava nei Denver Nuggets.
Vincono con una certa facilità, invece, i Milwaukee Bucks, che passano sul campo dei Chicago Bulls per 112-99 con 29 punti e 17 rimbalzi di Giannis Antetokounmpo e nonostante i 27 di Zach LaVine.
Punteggio basso, ma vincente, per gli Indiana Pacers, che offrono una convincente prova di squadra per battere 90-99 gli Charlotte Hornets: da una parte ci sono cinque uomini in doppia cifra con Myles Turner a quota 18 punti, dall’altra una netta predominanza di Kemba Walker, con 34 punti.
In una sfida importante per la lotta playoff i Detroit Pistons riescono a prevalere sui Washington Wizards per 112-121 con due ottime prestazioni di Andre Drummond e di Blake Griffin, con il primo che mette a segno 32 punti e 17 rimbalzi e l’ultimo che si issa a quota 31, il che neutralizza i 32 e 10 assist di Bradley Beal. In coda alla Eastern Conference, infine, i Cleveland Cavaliers riescono a non divorarsi 15 punti di vantaggio all’intervallo e a vincere per 104-107 contro i New York Knicks con 20 punti di Collin Sexton e 15 con 16 rimbalzi di Larry Nance Jr, rendendo vani i 25 di Kadeem Allen.

Tutti i risultati di martedì 12 febbraio

Portland Trail Blazers-Oklahoma City Thunder 111-120
Dallas Mavericks-Houston Rockets 104-120
Brooklyn Nets-Toronto Raptors 125-127
Miami Heat-Denver Nuggets 87-103
Los Angeles Clippers-Minnesota T’Wolves 120-130
Milwaukee Bucks-Chicago Bulls 112-99
Charlotte Hornets-Indiana Pacers 90-99
Washington Wizards-Detroit Pistons 112-121
New York Knicks-Cleveland Cavs 104-107

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