La notte italiana di giovedì 24 gennaio ha visto in scena lo svolgersi di 10 partite della regular season NBA 2018/2019. Ogni volta che Harden viene esaltato (giustamente) per una prestazione, entro due o tre partite di tempo riesce a crearne una migliore. Stanotte non si commentano neanche i 61 punti al Madison Square Garden, perché entro dieci giorni potrebbe rifarsi, oppure migliorare raggiungendo 65 o 70 punti. A meno di marasmi e cataclismi, sarà lui l’MVP della regular season 2018/2019 (con 36.3 punti di media in stagione). MVP con ampio distacco in una NBA dove Joel Embiid e Nikola Jokic (anche stanotte, con esiti diversi) spingono e sbracciano molto forte per quel trofeo, insieme ovviamente a una lista di altri cinque o dieci candidati. Indiana vince contro i Raptors privi di Leonard, ma perdono, si spera non definitivamente, Victor Oladipo: giovedì accertamenti per la dura caduta sul ginocchio; i playoff non sono minimamente a rischio per i Pacers, i quali, tuttavia, non andranno lontano nel lungo tempo senza il loro leader emotivo e miglior scorer.
Houston Rockets-New York Knicks 114-110
Era nell’aria una prestazione del genere al Madison e, puntualmente, la prestazione è arrivata, ed è la migliore di tutta la stagione in termini realizzativi: James Harden mette a referto 61 punti, con 17 su 38 dal campo e 22 liberi segnati su 25 tirati. Eguagliato il record di Kobe Bryant per quanto riguarda i punti di un giocatore in trasferta al MSG. Il record di punti totali in questo palazzetto, però, è ancora nelle mani di Carmelo Anthony, con 62 punti.
Per i Knicks un mai domo Allonzo Trier rischia di fare vincere i suoi a pochi secondi dalla fine: finisce con 31 punti (season-high per il rookie) e 12 su 18 dal campo.
Primo quarto terminato 28-31, con Harden e Hardaway Jr già rispettivamente a 19 e 15 punti (il prodotto di Michigan segna tuttavia solo 6 punti nei tre quarti rimanenti). Knicks ancora in vantaggio a fine primo tempo (58-63), con Harden tuttavia che mette a referto i suoi punti 35 e 36 al buzzer-beater dopo aver preso un rimbalzo su un suo lay-up sbagliato. A 6:09 dopo una tripla di Green e una tripla di Hardaway Jr si arriva sul 72-72: arriva un parziale di 9-0 dei Rockets, con 5 punti di Harden e 2 punti di Green, che raccoglie in transizione un alley-oop del Barba (che offre il suo primo assist della partita) e 2 punti con una schiacciata di Faried. New York è sotto di dieci lunghezze entrando nel quarto quarto (88-78). Harden per l’occasione si siede in panchina e i Knicks, sotto di 12 punti (92-80), vanno a segno con due triple back-to-back di Dotson, il quale va per giunta in lunetta durante l’azione successiva dopo un fallo di Rivers su una sua conclusione, segnando entrambi i liberi (92-88). Trier riduce ulteriormente lo svantaggio con un lay-up in penetrazione (92-90). Si arriva all’ultimo minuto sul 107-101, con Trier in lunetta con tre tiri liberi, messi tutti a referto; sulla rimessa successiva i Rockets si addormentano, con Tucker e Gordon che non si intendono, lasciando una palla vagante che viene raccolta e depositata nel canestro da Vonleh (107-106). Ennis sbaglia la tripla e Mudiay si guadagna e segna due liberi per il vantaggio (107-108): idem James Harden, che porta tutto in parità. Allonzo Trier penetra a canestro dopo aver disorientato PJ Tucker, ma sull’azione successiva, con Harden raddoppiato, Gordon si prende la responsabilità della tripla, che va a segno (112-110). I Knicks perdono poi palla sulla rimessa per la vittoria, mandando in contropiede Harden in solitaria per siglare i punti 60 e 61.
Career-high dunque per Harden, che supera una delle quattro streak di Chamberlain segnando almeno 30 punti per 21 partite di fila (le altre tre streak sono di 25, 31 e 65 partite consecutive). Per il Barba inoltre quinta partita in questa regular season con almeno 50 punti a segno. Good vibes dunque in casa Houston, con Paul vicino al ritorno: D’Antoni ha affermato che potrebbe tornare già con i Raptors, ovvero la prossima partita in casa sabato notte; altrimenti il suo ritorno sarebbe soltanto posticipato a settimana prossima.
Per i Knicks sconfitta numero 15 nelle ultime 16 apparizioni, la settima di fila dopo la vittoria contro i Lakers allo Staples. Espulso coach Fitzdale per aver pescato il secondo tecnico a 1:08 dalla fine della partita, regalando inoltre punti preziosi ai Rockets dalla lunetta. È tempo di derby nella Grande Mela, con sabato notte la sfida contro i Nets, a Brooklyn.
San Antonio Spurs-Philadelphia 76ers 120-122
Joel Embiid dimostra nuovamente che le stagioni in cui saltava una partita su due sono solo un ricordo, sfornando in questa regular season prestazioni su prestazioni, con per giunta un minutaggio decisamente elevato. Il camerunense termina con 33 punti e 19 rimbalzi in 37 minuti giocati: sta marciando a 27.2 punti di media e 13.3 rimbalzi di media, entrambi al momento career-high, giocando 45 partite su 49 totali. Simmons mette a referto l’ennesima tripla-doppia con 21 punti, 10 rimbalzi e 15 assist, ma è il centro a decidere effettivamente la partita tra terzo quarto e quarto quarto.
DeRozan conduce gli Spurs con 26 punti: altri sei giocatori vanno oltre la doppia cifra, tra cui Marco Belinelli con 16 punti e quattro triple segnate.
Primo quarto equilibrato con gli Spurs avanti di una lunghezza (35-34). A 6:09 dalla fine del primo tempo, sul 48-48 dopo una tripla di Forbes, Brewer ne stampa un’altra dall’altra parte (48-51). Aldridge viene bloccato due volte nella stessa azione da Jonah Bolden: ci crea una loose ball, raccolta da Simmons che parte in contropiede e serve Bolden sulla corsa, il quale schiaccia facendo urlare il Wells Fargo Center. Sull’azione successiva Redick mette la tripla che dà ai Sixers il +8 di vantaggio (48-56). Due liberi a 1.2 secondi dal riposo di DeRozan limitano i danni per gli Spurs (64-67). A 4:37 dalla fine del terzo quarto, sull’85-85, gli Spurs mettono un parziale di 7-0, al quale i Sixers rispondono con un parziale di 2-9, facendo entrare nel quarto quarto la partita in pareggio (96-96). Tra fine terzo quarto e inizio quarto quarto Embiid segna 13 punti consecutivi, prima che Shamet interrompesse la sua streak con un gioco da quattro punti (110-109). A 5:00 dalla fine, sul 102-109, gli Spurs concretizzano un parziale di 8-3, nel quale ci sono due triple dell’ex Marco Belinelli: San Antonio, tuttavia, non mette a referto un singolo punto negli ultimi tre minuti di partita. I Sixers terminano il match con una run di 0-10: il sorpasso avviene a un minuto dalla fine, quando Redick segna un tripla col fallo di Gay, segnando il libero supplementare (120-121). Brewer sbaglia un libero con 1.1 sul cronometro (120-122), ma Simmons sulla rimessa successiva nega un tentativo di ricezione per Belinelli, chiudendo la pratica.
Nonostante l’assenza di Butler (distorsione al polso destro) arriva la settima vittoria nelle ultime dieci uscite per i Sixers, che corrono con un record di 21-5 in casa, il terzo migliore della lega dopo quello dei Raptors e dei Bucks (21-5). Ora quattro partite di fila in trasferta per gli uomini di coach Brown, con la prima domenica notte a Denver.
Seconda sconfitta di fila per gli Spurs (27-22), che mantengono tuttavia una gara e mezza di vantaggio sul nono seed dei Lakers (25-23). Anche per loro partita in trasferta domenica notte, a New Orleans.
Toronto Raptors-Indiana Pacers 106-110
Vittoria che sa di sconfitta per i Pacers, che perdono Oladipo dopo una caduta rovinosa di quest’ultimo sul proprio ginocchio, dopo un’azione in contropiede all’interno del secondo quarto: i Pacers hanno dimostrato a inizio stagione di poter vincere senza di lui per un breve lasso di tempo (7-4 a dicembre), ma ora dovranno difendere il terzo seed ad est per un tempo prolungato (al momento indeterminato) senza il loro leading-scorer da 19.2 punti di media in questa regular season. Non sono mancati affatto cenni di solidarietà nei suoi confronti, sia in campo, sia da parte dell’arena e sia da parte dei social. Il leader dei Pacers effettuerà giovedì una revisione dell’infortunio. Parlando della partita Thaddeus Young termina con una doppia-doppia da 23 punti e 13 rimbalzi, mentre Darren Collison aggiunge 16 punti.
Serge Ibaka conduce i Raptors con 23 punti e 11 rimbalzi, mentre Kyle Lowry termina con 20 punti.
Dopo essere andati sul 16-24 a fine primo quarto, Indiana allunga ulteriormente terminando il secondo quarto con un parziale di 4-9 (47-59). Gli uomini di McMillan mantengono egregiamente il vantaggio acquisito anche nel terzo parziale, con Toronto che non riesce a scendere sotto i cinque punti di svantaggio (75-84). A 10:13 dalla fine un tip-in di Turner porta i Pacers sul +11 (75-86), ma Toronto non muore: un parziale di 22-12, con 14 punti combinati di VanVleet e Ibaka in sei minuti e un 9 su 11 dal campo per i Raptors, porta gli uomini di coach Nurse a -1 (97-98). I Pacers tengono botta, ma sul +4 subiscono a 31.6 secondi dalla fine una tripla di Green (104-105). Sull’azione successiva (forzata e destinata a non produrre nulla) Thaddeus Young si inventa un turnaround jumpshot (104-107). Danny Green sbaglia la tripla del pareggio e Tyreke Evans chiude i giochi dalla lunetta.
Arriva finalmente per Indiana la vittoria contro Toronto, dopo sei sconfitte consecutive nelle ultime uscite. Terza vittoria di fila in regular season e, come già accennato, terzo seed in solitaria (32-15). Domenica sera si va alla ricerca della quarta vittoria consecutiva, in trasferta a Memphis.
Per i Raptors Leonard tenuto ancora a riposo, ma tornerà sabato notte a Houston contro i Rockets. Fuori inoltre ancora Valanciunas e Anunoby. Toronto ha fatto fatica dall’arco questa notte, tirando 12 su 39.
Denver Nuggets-Utah Jazz 108-114
Donovan Mitchell, dopo un inizio deludente di regular season al tiro, si è tolto un gorilla dalle spalle e mille critiche dalla mente, accendendosi nelle ultime dieci partite, nelle quali non casualmente Utah ha vinto otto incontri: il sophomore termina con un season-high di 35 punti e mette a referto sei triple. Non è tuttavia un one-man show, dato che altri quattro giocatori si aggirano sui 15 punti: Rubio (17 e 6 assist), Gobert (15 e 11 rimbalzi), Ingles (14 e 8 assist) e Crowder (15).
Altra partita da all-around player per Nikola Jokic, il quale termina con 28 punti, 21 rimbalzi e 6 assist. Will Barton aggiunge 22 punti e un season di 9 rimbalzi, in una partita dove, a prescindere dall’esito, i Nuggets hanno tirato magistralmente dal campo (42 su 88, un ottimo 48%).
La partita si riscalda a 2:46 dalla fine del primo quarto: Favors e Plumlee, dopo un paio di spintoni reciproci sotto canestro, arrivano viso a viso e poi alle mani, venendo poi separati e giustamente espulsi. I Jazz sono sopra a fine primo quarto (24-30), ma vengono superati con un parziale di 9-0 dei Nuggets (iniziato con due punti a fine primo quarto di Lyles), che li porta a -1 (31-30). Il momento magico non dura a lungo: Rubio e Gobert segnano su azioni successive in meno di un minuto. Denver pareggia due volte il match nel corso del secondo quarto (sul 40-40 e sul 46-46), tuttavia quattro triple di Mitchell e una di Crowder in un lasso di cinque minuti portano Utah sopra di 7 al riposo (58-65). I Jazz non si raffreddano durante l’intervallo e a 9:52 dalla fine del terzo quarto iniziano un parziale di 2-11 con 5 punti di Rubio, una tripla di Ingles e una di Mitchell (64-79). Si entra nel quarto quarto con Utah avanti di otto lunghezze (80-88). A 1:46 dalla fine si è sul 102-111, quando i Nuggets segnano cinque punti consecutivi con Barton e Jokic andando sul -4 (107-111), ma rimane il vantaggio minimo raggiunto da Denver nell’ultimo quarto.
Mitchell ha segnato almeno 30 punti in cinque delle ultime otto partite: nelle ultime dieci partite ha sempre raggiunto i 24 punti. Rudy Gobert raggiunge la sua doppia-doppia numero 40 in stagione. Sono ampie le prospettive per Utah in questo momento (27-22): con una partita e mezza sui Lakers noni (25-23), possono ora puntare in alto, sino al quarto seed dei Blazers (29-20). Prossima tappa per gli uomini di Snyder sempre in casa, sabato notte contro Minnesota.
I Nuggets hanno concesso 21 punti ai Jazz derivanti da 16 palle perse. Doppia-doppia numero 14 per Jokic nelle ultime 19 partite. I Warriors (33-14) sembrano aver preso il distacco definitivo dai Nuggets (31-15), i quali tuttavia nel più probabile dei casi rimarranno secondi, data la distanza di OKC (29-18). Sabato notte occasione ghiotta per tornare alla vittoria, contro i Suns in casa.
Tutti i risultati di giovedì 24 gennaio
Houston Rockets-New York Knicks 114-110
San Antonio Spurs-Philadelphia 76ers 120-122
Toronto Raptors-Indiana Pacers 106-110
Denver Nuggets-Utah Jazz 108-114
Cleveland Cavs-Boston Celtics 103-123
Los Angeles Clippers-Miami Heat 111-99
Charlotte Hornets-Memphis Grizzlies 118-107
Atlanta Hawks-Chicago Bulls 121-101
Detroit Pistons-New Orleans Pelicans 98-94
Orlando Magic-Brooklyn Nets 110-114