In un anno è cambiato molto. Raggiunto il punto più basso della propria storia nel match contro la Svezia, che ha sancito la mancata partecipazione degli azzurri ai Mondiali, la Nazionale sta provando a fatica a risalire dal fondo verso risultati, prestazioni e traguardi ai quali negli scorsi decenni aveva abituato un intero paese. Per far questo, i ragazzi di Mancini, che nel frattempo è subentrato a Ventura nel tentativo di raddrizzare la rotta (e tra risultati alterni sembra aver trovato nel recente periodo la chiave giusta per riuscirci), tornano sul luogo del delitto, da complici, sì, ma senza l’autore principale, che nel frattempo fa ancora discutere di sé con le dimissioni repentine dopo un mese al Chievo.
Alla scala del calcio del Meazza gli azzurri affrontano il Portogallo in quella che diviene la partita più importante a distanza di quello sciagurato 0-0 del 13 novembre di un anno fa: l’Italia ha bisogno di una vittoria per costringere i lusitani a conquistare almeno un punto contro la Polonia martedì prossimo. Se gli iberici dovessero restare a secco nei due match di Nations League, a disputare le final four sarebbe proprio la nazionale azzurra, contro ogni pronostico. Difficile, ma non impossibile. Ce lo ha insegnato la Svezia, proprio un anno fa, proprio a San Siro: ribaltare la logica di un pronostico si può eccome.