Giovanni Malagò ha inaugurato il monumento dedicato a Matteo Pellicone, al Centro Olimpico FIJLKAM (Federazione italiana di judo, lotta, karate ed arti marziali) di Ostia. Con il presidente del CONI anche il presidente federale Domenico Falcone, il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, il presidente della Federazione Mondiale di Karate Antonio Espinos, il segretario generale della United World Wrestling Michel Dusson, il segretario generale dell’Unione Europea di Judo Envic Galea, il segretario generale del CONI Roberto Fabbricini e gli alti comandi militari in rappresentanza dei Gruppi Sportivi Militari.
Matteo Pellicone è stato una guida per oltre 30 anni del judo, della lotta e del karate italiano, nonché fautore del centro di preparazione olimpica che porta il suo nome. Numerosi sono stati i campioni olimpici di questi sport che sono nati durante la sua presidenza, come ad esempio Ezio Gamba, Pino Maddaloni, Vincenzo Maenza, Giulia Quintavalle, Andrea Minguzzi ed Emanuela Pierantozzi.
Sono stati i campioni olimpici di Pechino 2008, rispettivamente nel judo e nella lotta, Giulia Quintavalle ed Andrea Minguzzi, a rivelare al pubblico il monumento, assieme alla vedova Marina Pellicone. L’opera in bronzo e cera, per mano di Italo Celli, non è stata l’unica opera presentata nell’occasione: anche il libro biografico “Matteo Pellicone: il Presidente”, scritto da Vanni Loriga e Livio Toschi ed edito dalla FIJLAKM, è stato protagonista della giornata.
Queste le parole di Giovanni Malagò: “Matteo Pellicone è stato uno dei presidenti federali più longevi, ma il punto non è quanto dura un presidente, bensì quanto è capace. Matteo è stato il più capace tra tutti i presidenti. Questo Centro Olimpico che ha costruito e lasciato in eredità ai suoi atleti e successori lo testimonia. Era un innovatore che ha saputo perseguire i suoi sogni, affrontando da sportivo anche le difficoltà. Se Roma raggiungerà il suo obiettivo olimpico, questo Centro federale sarà uno dei fulcri del sistema di ospitalità e allenamento”.
