Dall’inviato a Linz
“Non è così facile essere un tennista, anche se non lo cambierei con null’altro“. Barbora Strycova ha appena terminato la sua (grossa) fatica di primo turno nel torneo WTA di Linz, dove l’anno scorso finì vincitrice, e nella conferenza stampa, prendendo spunto dalla stanchezza data dal momento della stagione, ci racconta delle conseguenze portate dagli “haters”, coloro che dopo aver perso qualche soldo in una scommessa si scagliano contro giocatori e giocatrici. Un problema annoso, di cui si parla da tempo ma per il quale non si è ancora trovata alcuna soluzione.
Un match molto tosto oggi. Arrivavi qui dal torneo di Pechino, che hai vinto in doppio, e la Flipkens ti ha tenuto in campo quasi 3 ore.
“Più di una volta ho prestato attenzione all’orologio oggi, le mie gambe facevano male man mano che il match proseguiva, sono arrivata in Europa solo lunedì e non è semplice adattarsi alle speciali condizioni del campo di Linz, e trovare il timing sui colpi. Ma è una cosa a cui si fa l’abitudine: settimana dopo settimana viaggi per il mondo e giochi, ovviamente ti stanchi e dici a te stessa ‘non ce la faccio oggi’ o ‘non voglio essere qui in campo’”.
Tante persone non capiscono quanto sia difficile affrontare jet-lag, cambi di continente e di superfici, quanto questo conti nell’economia e nella valutazione di un match.
“No, molte persone non realizzano quante cose dobbiamo affrontare, sia fisicamente che mentalmente. Cose che dobbiamo affrontare per forza e che non possiamo evitare. Adoro il mio lavoro e quello che faccio e non lo cambierei mai, anche se a volte è difficile guardare il cellulare e trovarsi certi messaggi, soprattutto di gente che scommette soldi su di noi. Vorresti nemmeno vederli ma ce li hai lì sullo schermo e non ci puoi fare niente. Amen, anche se a volte esagerano davvero. Non mi va nemmeno mi mettermi a spiegar loro i sacrifici che facciamo o che a volte siamo semplicemente stanche per un viaggio che abbiamo fatto o per un torneo precedente, tanto comunque non capirebbero e non ne varrebbe la pena”.
Pensi ci possano essere delle soluzioni a riguardo?
“Come puoi cambiare le cose a questo punto? Come becchi un account, ne creerebbero altri per scriverci di nuovo e scommettere di nuovo. Sei avete delle buone idee, mettetele in pratica perché a volte la situazione degenera veramente, minacciano la tua famiglia, addirittura scoprono dove vivi. È insostenibile a volte, è davvero difficile. Una volta un profilo continuava a scrivermi, sono addirittura andata dalla Polizia a chiedere che venisse trovato questo ragazzo e non hanno potuto nulla. Ad un mio amico è andata meglio: hanno trovato il profilo che cercavano e hanno messo la persona in galera per 2 anni. E per i più giovani cosa si può fare? Gli puoi dire di non avere social media? Come può essere fattibile una cosa simile, anche considerato che quel che facciamo è un business ed anche la nostra presenza sui social media è necessaria per questo business. Posso consigliare quel che faccio io, cioè bloccare tutti quelli che mi scrivono per centinaia di volte che mi ammazzerebbero. È davvero difficile”.