Marcelo Zormann ha deciso di prendersi una pausa dal tennis a causa della depressione. L’atleta brasiliano, ventiduenne ed ex campione di doppio di Wimbledon junior, è al momento al numero 857 delle classifiche di singolare e 300 di doppio. In un’intervista rilasciata a TenisBrasil durante il Challenger di Campinas, in cui ha assistito solamente come spettatore, Zormann ha spiegato le motivazioni della sua scelta: “Credo sia stata la cosa migliore per me. Da un po’ non mi sentivo bene in relazione col tennis, gli allenamenti, i viaggi. La penultima settimana in Europa è stata la peggiore, ho giocato solo perché ero obbligato e ho perso con ragazzi molto al di sotto del mio livello – ha spiegato – Quando sono tornato, mi sono allenato e sentito un po’ meglio ma ho deciso di non andare in Argentina all’ultimo momento: avevo anche acquistato i biglietti. Sentivo che qualcosa non andava, non avevo voglia di uscire di casa o fare altro. La prima a cui ho parlato del mio problema è stata la mia ragazza, poi il mio coach e successivamente lo psicologo. Ho fatto un test e sono risultato depresso a livello moderato e ansioso. Mi ha consigliato di smettere di giocare, ma adesso non voglio prendere una decisione avventata e poi pentirmene“, ha proseguito Zormann che non disputerà altri tornei almeno sino al termine del 2018.
Ma com’è iniziato tutto ciò? “Non ho raggiunto alcuni obiettivi. Anche l’anno scorso ho avuto momenti di questo tipo, cercavo delle scuse per non allenarmi. Adesso sto bene ma tra cinque minuti potrei stare male, è molto strano e non riesco a capire. Sono in terapia, sto prendendo anche dei farmaci: devo trovare il modo per uscirne“. E la particolarità del tennis, in cui si è campo da solo, potrebbe aver amplificato questo problema: “C’è molta più responsabilità e pressione da affrontare. E’ difficile da gestire anche se il tennista prova a mascherarlo in campo”.
Dalla parte di Zormann c’è però tutto il supporto familiare: “Tutti hanno subito capito, quando all’inizio mi chiedevano il motivo per cui non stessi giocando dicevo di essere infortunato. La parte più difficile è stato aprirmi: la depressione è un qualcosa che molti non capiscono di avere o non accettano. Prima si chiede aiuto e meglio è – il consiglio del tennista brasiliano, che per adesso ha altri programmi – ho ripreso gli studi per terminare la scuola superiore, avevo lasciato a 14 anni ma non lo consiglio ai ragazzi. Passo molto tempo a casa, guardo film e serie tv anche se spesso metto pausa e rifletto: ho ancora dei problemi di concentrazione“, ha concluso.