Calcio

Juventus e Napoli, i Titani a caccia dell’Olimpo

Paulo Dybala - Juventus 2015/2016 - fotomenis.it

Inutile girarci attorno, Juventus-Napoli è lo spartiacque della stagione targata 2015/2016, quantomeno per ciò che riguarda la grossa fetta della torta, quella che chiama per lo scudetto. Con due paralleli ed incessanti ruolini di marcia le squadre di Allegri e Sarri hanno inesorabilmente staccato le altre pretendenti trasformando l’orgia-scudetto che si era delineata nella prima fase della stagione in cui pareva che almeno 4-5 squadre potessero avere voce in capitolo sul bersaglio grosso, in una questione a due per un testa a testa vibrante di cui la Serie A aveva uno spasmodico bisogno. Dopo ventiquattro giornate è francamente difficile anche solo provare ad emettere un veritiero giudizio su chi debba essere considerato il favorito per il rush finale.

I NUMERI – I freddi numeri strizzano l’occhio ai figli di Partenope, e non solo per i due punti di vantaggio che al momento distanziano Napoli e Juventus. Poiché, se è vero che la formidabile retroguardia bianconera è il pezzo forte sullo scacchiere di Allegri, i campani hanno subito appena 4 reti in più (19 contro 15), mettendo però a referto 8 gol in più che vanno a disegnare uno scarto più favorevole nella differenza reti (+34 contro +30).

I numeri nello sport hanno una vitale importanza, nel calcio leggermente inferiore se rapportata ad altri sport dove le statistiche sono in grado di descrivere quasi totalmente il quadro della situazione. La Juve, dal canto suo, mette in campo un fattore che forse supera per importanza i numeri, ovverosia l’attitudine a vincere. Una componente che non si può rappresentare con un grafico o fotografare numericamente ma che è dannatamente importante in un viaggio complesso ed impervio come la strada che porta allo Scudetto.

E poi i numeri vanno ponderati, pesati, interpretati. Dopo il disastroso inizio di stagione con appena due punti portati a casa nelle prime tre uscite allo Stadium, la Juve ha riempito la pancia con sole vittorie nelle seguenti otto partite per un totale di 26 punti, paradossalmente due in meno rispetto al bottino lontano da Torino dove però ha disputato 13 incontri contro gli 11 casalinghi. Ne esce un quadro complessivo che vede una Juve formidabile in casa, ma straordinaria in trasferta.

Per quanto il Napoli di Sarri abbia fatto registrare il miglior rendimento della storia del club circa le prestazioni in trasferta, è innegabile che la vera forza dei partenopei sia rappresentata dal San Paolo dove – spinta da 40mila anime che sanguinano azzurro a Fuorigrotta – i campani hanno raccolto 32 dei 56 punti in classifica per un parziale score che recita un impressionante 10-2-0 con gli unici pareggi arrivati uno nella seconda giornata di campionato contro la Sampdoria (partita dove il Napoli era avanti 2-0), e l’altro a reti bianche contro la Roma più figlio del caso che di altro al termine di una partita dominata senza mai trovare però il punto esclamativo.

Come sbandierato ai quattro venti, sarà la sfida del migliore attacco contro la migliore difesa, ma è opportuno aggiungere che sarà anche la sfida del secondo migliore attacco contro la seconda miglior difesa. All’impressionante media di 2.2 gol a partita degli azzurri (specie se relazionata alle difese della Serie A, certamente le più gagliarde tra i top campionati d’Europa), la Juve risponde con un gol subito nel 2016 (a Genova sponda Samp, a risultato pressoché acquisito peraltro), e con due nelle ultime undici uscite allo Stadium tra campionato e coppe. Basti pensare che per vedere Buffon raccogliere un pallone in fondo al sacco a Torino non derivante da calci piazzati occorre risfogliare il calendario a ritroso fino al 4 ottobre.

GLI ATTORI – È fin troppo facile lasciarsi catturare dall’appeal del dualismo tutto argentino tra Dybala ed Higuain, ma Juve-Napoli è molto di più. Allegri deve scontrarsi con l’assenza pesantissima di Giorgio Chiellini, resa ancor più penalizzante se sommata all’indisponibilità di Caceres, il primo sostituto del terzetto azzurro arretrato su cui la Juve ha costruito i successi degli ultimi anni. In partite del genere Chiellini vale doppio se non triplo, poiché parliamo del miglior marcatore nell’uno contro uno d’Italia e tra i più forti del mondo (parola di Ibra). Sarà interessante conoscere la contromisura di Allegri costretto alla scelta tra mantenere la difesa a tre adattando Lichsteiner (o rischiando Rugani) o adottare una linea a quattro. L’attacco del Napoli è la più piacevole scoperta del campionato: è un meccanismo di rara bellezza che trova pochissimi eguali in Europa (forse solo Barcellona, Real e Bayern vantano una maggiore qualità) in cui Higuain ne è giustamente l’uomo-immagine coi 24 centri in altrettante gare ma non necessariamente il più importante, anzi. Hamsik è un equilibratore imprescindibile ed è stato rivitalizzato da mastro Sarri, Insigne sta liberando il genio dalla lampada con una continuità mai ammirata prima. Tra questi fenomeni, quasi paradossalmente Callejon è l’uomo tatticamente più importante coi tagli e col lavoro di copertura, l’unico di cui il Napoli non può davvero fare a meno, parola di Sarri. Il poker d’assi in mano al tecnico di Figline Valdarno, straordinario per estro ed eterogeneità, è la mano vincente. Il mismatch sulla carta favorevole alla Juve dovrebbe aversi a centrocampo dove la qualità ed il carisma di Marchisio e Pogba devono fare la differenza. Davanti spazio al talento della Joya, la vera arma in più nello scacchiere di Allegri, chiamato al primo grande esame di maturità della carriera.

Insomma, siamo alla sublimazione dell’eccellenza. È una lotta titanica dove solo uno potrà raggiungere l’Olimpo. Al Napoli ed a Sarri va già attribuito l’enorme merito d’aver consegnato incertezza al campionato italiano, una componente spietatamente uccisa dalla Juventus di Conte prima ed Allegri poi nell’ultimo lustro. Per quanto riguarda la super sfida di sabato sera, questa va obbligatoriamente classificata come crocevia imprescindibile: arriva non troppo presto per nascondersi dietro i soliti “il campionato è ancora lungo”, ma non troppo tardi per significare l’epilogo definitivo della stagione perché 13 giornate rappresentano comunque un buon margine per eventuali rimonte. È il momento giusto e Juve e Napoli coi rispettivi filotti non potevano arrivarci in modo migliore. Il Napoli vanta due punti in più, la Juve la possibilità di giocarsi la gara più importante dell’anno in casa. Di sicuro sarà un grande spettacolo.

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