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Tennis, Vajda sul ritorno con Djokovic: “Ho voluto interrompere i rapporti con Pepe Imaz”

Novak Djokovic - foto Adelchi Fioriti

In una lunga intervista a Dennik Sport, Marian Vajda ha spiegato la nuova collaborazione che lo rivede dopo un anno sulla panchina di Novak Djokovic come allenatore del serbo, fresco vincitore a Wimbledon. Il coach storico di “Nole” ha spiegato come sia stata necessaria una totale discontinuità rispetto allo staff precedente: Volevo interrompere la collaborazione con Pepe Imaz per tornare con Novak – ha ammesso Vajda – ma non si trattava dell’unica condizione. Innanzitutto volevo infatti stabilire regole e piani precisi per i prossimi mesi e questo potevo farlo soltanto incontrando personalmente Nole.”

Parole piuttosto pesanti arrivano su chi ha seguito Djokovic in questo anno di sua assenza: “Novak non voleva essere seguito da persone che capiscono di tennis ma non comprendono la psiche di un atleta di alto livello. Noi non volevamo trattare il tennis come se fosse una filosofia. Parlando con lui ho capito che eravamo d’accordo su queste prioità e abbiamo potuto lavorare uniti nella stessa direzione.” 

Vajda ha anche spiegato com’è nata l’idea di un ritorno con il campione serbo: “Novak mi ha chiamato dopo la sconfitta di Miami: siamo stati un’ora al telefono ed era molto confuso su come avrebbe dovuto giocare. Mi ha confessato di non essere sicuro del ruolo di Agassi e Stepanek nel suo staff e che il suo istinto gli diceva che sarei dovuto tornare ad essere il suo coach per avere il team giusto. “ Il tecnico parla anche delle offerte ricevute in questa sorta di anno sabbatico dal tennis: “Ne ho avute molte, ma ho sempre rifiutato perchè non mi sentivo pronto: è difficile allenare chiunque dopo Novak e devo dire che questa pausa mi ha fatto bene. Adesso sono pronto e carico per lavorare al 100% con lui.”

Importante anche la famiglia di Djokovic, con il piccolo Stefan apparso più volte in compagnia di papà Novak a Wimbledon: “Ha deciso di portare suo figlio regolarmente agli allenamenti e ogni tanto giocava un po’ con lui. E’ stato importante, è riuscito a smorzare la pressione che aumentava man mano con l’avanzare del torneo.”

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