“Volevamo attendere dopo la gara per dare un’occhiata, perché ci stavamo avvicinando alla fine. Poi c’è stata la pioggia, i temporali e tutto il resto. Quando tutto si è calmato abbiamo dovuto guardare in maniera approfondita e gli steward hanno deciso che avrebbero dovuto discutere con la squadra“. Charlie Whiting, direttore corse del Mondiale 2018 della Formula 1, spiega le reali motivazioni del ritardo sulla decisione di penalizzare o meno Lewis Hamilton in seguito al taglio della linea della pit-lane al Gran Premio di Germania. Oltre 90 minuti di attesa prima della convocazione del pilota e del team in direzione gara per discutere riguardo l’infrazione avvenuta sotto regime di safety car. Proprio per via del regime di sicurezza, Hamilton è stato “graziato” con una reprimenda senza incorrere in alcuna penalizzazione.
Tante polemiche riguardo la decisione e le tempistiche. Una convocazione che ha portato ad un nulla di fatto per un episodio che è stato paragonato a Baku 2016 quando fu Kimi Raikkonen a finire sotto il mirino della direzione gara. In quell’occasione il pilota finlandese prese 5 secondi di penalità portando all’interno della riga della pit-lane per poi uscirne immediatamente percorrendo il rettilineo del traguardo. Ad ogni modo la Ferrari ha deciso di non presentare alcun reclamo anche se, in caso di penalità di cinque secondi, Hamilton avrebbe perso la vittoria in favore di Valtteri Bottas, riducendo così il bottino punti. Whiting ha valutato i due episodi e li ha definiti completamente differenti: “Non penso ci sia un precedente specifico. Kimi un paio di anni fa a Baku ha ottenuto una penalità di cinque secondi ma quel particolare scenario era abbastanza diverso” riferendosi al fatto che Lewis avesse commesso un’infrazione sotto regime di sicurezza con la safety car in pista.