La Croazia e la Spagna (rispettivamente con 7 e 6 punti) passano il girone D e accedono agli ottavi di finale di Euro 2016. Terza classificata a sorpresa è la Turchia che, con un bottino di appena 3 punti, spera nella possibilità di essere ripescata come una delle migliori terze. Infine, è la Repubblica ceca, che riesce ad ottenere un solo punto, a classificarsi come l’ultima della classe e a salutare definitivamente la competizione.
L’atteggiamento incivile della tifoseria croata 1
Sembra davvero impossibile, oramai, che una competizione prosegua regolarmente e senza dover ricorrere a specifici provvedimenti e sanzioni disciplinari. Anche Euro 2016 ha avuto a che fare con i comportamenti scorretti e stupidi, perché non credo ci sia qualcosa di sensato in tutto ciò, messi in atto dalle tifoserie. In questa sede mi riferisco in particolare al lancio dei fumogeni in campo da parte dei supporter croati durante lo svolgimento del match tra Croazia e Repubblica Ceca, conclusosi tra l’altro in pareggio. La squadra croata è stata graziata dalla Uefa poiché ha previsto ‘solo’ il pagamento di una multa di 100.000 euro. Come è noto, poteva essere ben più pesante il provvedimento disciplinare.
La delusione della Repubblica Ceca 2
Dopo la discreta prestazione messa in campo contro la Spagna, la favorita per eccellenza dell’Europeo, e il pareggio ottenuto sullo scadere del tempo contro la Croazia, la grande sorpresa del torneo, in cui ha dimostrato di avere cuore e coraggio da vendere, la Repubblica Ceca si ferma contro la Turchia. Costa tantissimo a Cech e compagni questa battuta d’arresto: per loro il sogno chiamato Europeo finisce qui.
David De Gea 3
Non si tratta di essere severi o troppo rigidi: un portiere, e per giunta della Nazionale spagnola, non può permettersi certe distrazioni a questi livelli. Favorito a Casillas, l’estremo difensore delle Furie Rosse contro la Croazia ne ha combinati di pasticci. E’ senza dubbio il principale responsabile della disfatta spagnola. Siamo proprio sicuri che meriti il posto da titolare?
Mehmet Topal 4
Ha reso la vita facile all’attacco spagnolo, se già non lo fosse abbastanza. Retropassaggi privi di qualsiasi logica calcistica, lisci, regali agli avversari, distrazioni, il centrocampista turco è stato imbarazzante nella gara contro gli uomini di De Bosque. Male, malissimo per lui. Forse un 4 è fin troppo generoso.
L’arbitro di Croazia-Spagna 5
Non imparziale e confuso nella gestione dei cartellini e nell’attribuzione di falli. Non fischia il rigore alla Croazia nella seconda frazione di gioco per fallo in area su Pjaca, ma poi lo concede alla Spagna per una situazione analoga. Il calcio poi, come sappiamo, ha reso giustizia agli uomini di Cacìc.
Sergio Ramos 6
Nulla da dire sulle sue indiscusse qualità che lo rendono uno dei migliori difensori al mondo. Nella fase a gironi ha riversato in campo tutta la sua autentica esperienza, tenacia e straordinaria tecnica, dimostrando di essere il vero e proprio leader delle Furie Rosse. Tutto molto bello sì, se non fosse per il rigore sbagliato. Ramos aveva in mano, o meglio nei piedi, l’occasione di chiudere il girone al primo posto, ma non ha saputo sfruttarla. Peccato, non è da lui. La sindrome dei rigori falliti comincia a fare stragi fra i Blancos.
Petr Cech 7
Non è certamente una sorpresa, era noto già a tutti come fosse uno dei portieri più bravi al mondo, ma merita di essere incluso in questo pagellone dal momento che è stato uno dei protagonisti assoluti del Girone D. Incredibile nella gara contro la Spagna, l’estremo difensore ceco è stato senza ombra di dubbio il migliore degli uomini di Vrba. Attento e preciso come un orologio svizzero, una vera garanzia e sicurezza fra i pali, Cech è stato il nemico numero uno per tutti gli attaccanti del girone. I suoi guantoni hanno negato la gioia a molti. Peccato per come sia andata a finire, ma un plauso lo merita senz’altro.
Ante Cacìc 8
Silenzioso, poco esuberante, riflessivo. Dunque, assolutamente diverso dai tecnici a cui siamo abituati in Serie A. La sua Croazia ha sorpreso tutti stravolgendo i piani stabiliti alla vigilia che vedevano la Spagna come favorita per il primo posto del girone. Ha saputo creare un gruppo straordinario in cui coraggio, sacrificio e caparbietà sono i comandamenti. Contro la Spagna ha tenuto in panchina alcuni dei ‘pezzi forti’ come Modric e Brozovic, ma questo non ha negato loro di riportare una grande vittoria che, se non decisiva, fa bene al cuore e alla testa. La storia insegna, se un esercito esce vittorioso da una battaglia, per giunta la più ostica, il merito è soprattutto del generale.
Andrés Iniesta 9
Vecchio a chi? I suoi 32 anni nello spietato mondo del calcio iniziano a pesare e a far parlare. Ma questi discorsi non fanno per lui, assolutamente. Lui è l’eccezione, lui è Don Andrés, lui è il calcio. Fenomeno, questo è l’appellativo che gli si addice senz’altro di più. Originale, divertente, spettacolare, fantasioso e straordinario questi gli aggettivi per il suo gioco, ma potremmo continuare all’infinito. Anche le parole, probabilmente, sono superflue per descriverlo. E’ la colonna portante di questa Spagna, impensierirebbe chiunque: la BBC made in Italy è avvisata, sarà dura contrastarlo.
Darijo Srna 10
Le sue lacrime durante l’inno nazionale hanno fatto il giro del mondo e commosso chiunque. Il difensore croato, straordinario per le sue prestazioni in campo, ha mostrato il lato umano del calcio, ha ricordato che oltre il calciatore c’è anche e soprattutto l’uomo le sue debolezze. Non sono dei robot. La morte di una padre è qualcosa che ti strazia, che rompe ogni tuo equilibrio e che annienta il resto. In lui, tuttavia, è prevalso il dovere verso la sua nazione, si è sentito in obbligo di scendere in campo per combattere in nome di quella maglia, ma soprattutto: ha voluto rendere omaggio al padre attraverso quello che sa fare meglio: giocare a calcio. Complimenti capitano, questa palla non era facile da gestire, forse sarà in assoluto la più complicata della tua carriera.