Ciclismo

Tour de France 2018, così no: un grande Nibali viene abbattuto sul più bello, Thomas alla grande

Vincenzo Nibali
Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) - Foto filip bossuyt - CC-BY-2.0

Un grande spettacolo rovinato proprio sul finale più atteso: si potrebbe riassumere così la dodicesima tappa del Tour de France 2018, con l’arrivo sulla mitica Alpe d’Huez. Tante le polemiche alimentate nelle ultime ore dopo quanto accaduto negli ultimi chilometri della salita, ma ciò che più conta è che Vincenzo Nibali potrebbe aver compromesso la sua corsa al podio per un incidente tanto grave quanto inevitabile. Ma procediamo con ordine.

ALL’ATTACCO – Le prime fasi di corsa vedono finalmente un copione più aggressivo da parte di qualche uomo importante. Alejandro Valverde si lancia nuovamente all’attacco da lontano, ma insieme a lui si muove nella fuga anche Steven Kruijswijk: l’olandese saluta la compagnia sulla Croix de Fer e per larghi tratti della tappa si prende la maglia gialla virtuale. Un’azione davvero coraggiosa ed efficace quella del quarto classificato del Giro 2016, passato alla storia per il capitombolo nella neve in vetta allo Stelvio. Per sua sfortuna però il Team Sky di Thomas e Froome rintuzza la minaccia tra il fondovalle e le prime rampe dell’Alpe.

IL FATTACCIO – Arriviamo così al momento clou, con i big che si lanciano lungo i 13,8 km finali. Il primo a muoversi è proprio Vincenzo Nibali: lo “Squalo” accelera per verificare la condizione degli avversari e viene ripreso dopo poche centinaia di metri da un superlativo Bernal, gregario extra-lusso di Sky. Pochi minuti dopo tocca a Nairo Quintana, ma anche quest’anno il colombiano non sembra essere quello dei tempi migliori e infatti viene raggiunto e staccato da tutti i diretti rivali. Più deciso l’allungo di Romain Bardet: il francese della AG2R guadagna una manciata di secondi su Froome, Thomas, Nibali, Landa e Dumoulin. E nel momento della “frullata” di Froome, ecco il disastro: Nibali viene inquadrato a terra e molto dolorante, senza che si capisca bene il motivo della caduta. Solo al traguardo il siciliano spiegherà il contatto con una delle moto della gendarmeria francese. Froome, Dumoulin, Thomas e Bardet rallentano vistosamente in segno di fair play nei confronti dell’avversario ma dopo poche centinaia di metri è proprio Bardet a rompere gli indugi tornando ad accelerare. Una mossa più o meno condivisibile ma che ovviamente non è andata giù agli appassionati italiani.

QUELLO CHE POTEVA ESSERE – Il finale vede Thomas vincere di potenza la volata a cinque davanti a Dumoulin e Bardet, ma a rubare l’occhio è un sontuoso Vincenzo Nibali che risale in sella con oltre 40″ di ritardo e chiude ad appena 13″ dal vincitore. Se da una parte lo “Squalo” è riuscito a limitare i danni alla grande, è fortissimo il rammarico per una condizione apparsa davvero smagliante e forse senza eguali oggi. Anche Froome infatti ha mostrato un momento di incertezza su un attacco di un mai domo Dumoulin. Per l’italiano oltre al danno la beffa: la giuria infatti ha definito l’accaduto come un semplice incidente di gara, senza prendere decisioni simili alla neutralizzazione del Tour 2015 quando Froome urtò una moto sul Ventoux e iniziò a correre sulla salita. Ma soprattutto a preoccupare sono le condizioni fisiche: si teme infatti una frattura della vertebra per Nibali, gli accertamenti di queste ore faranno capire quanto la Grande Boucle del siciliano sia compromessa o meno. Davvero un peccato, perchè il Nibali visto oggi non lo ammiravamo da parecchio tempo.

ITALIA-FRANCIA, ANCHE SULLA SICUREZZA – Ovviamente le polemiche non hanno fatto altro che acuire la rivalità tra italiani e francesi, soprattutto sui social. Ma alcune critiche all’organizzazione del Tour sono più che legittime: le moto della gendarmeria sono apparse come unico servizio d’ordine pubblico, quando in salite del Giro come lo Zoncolan vengono messe in campo ingenti forze di volontari, quali ad esempio gli Alpini. Più che plausibile pensare che l’incidente occorso a Nibali sia stato favorito anche dalla carreggiata estremamente ristretta a causa del numerosissimo e (quasi sempre) splendido pubblico dell’Alpe d’Huez. Folla che si è resa protagonista anche di altri atti poco lusinghieri: dalle spinte a Froome ai fischi verso tutta la Sky, che oggi ha comunque aspettato un diretto avversario vittima di un’ingiustizia mostrando grande spirito sportivo. Il problema sicurezza appare davvero evidente in queste tappe e di certo alcuni “personaggi” del pubblico a caccia di selfie e video avventurosi non aiutano i corridori.

Insomma, poteva essere una grande giornata di sport ed in parte lo è comunque stata: ma un grande Thomas, un grande Kruijswijk (alla fine decimo) e più in generale una grande tappa vengono macchiate e messe in ombra da tutto quello che non doveva accadere.

AGGIORNAMENTO ORE 22:00 – VINCENZO NIBALI SI RITIRA DAL TOUR DE FRANCE 2018

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