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Nazionale, Tavecchio: “Dovevo accontentare Conte e dargli più soldi per trattenerlo”

Carlo Tavecchio - Foto Sportface

Qual è stato il mio più grande errore? Non aver dato a Conte i 2,5 milioni in più che voleva. Li avrei recuperati con tre amichevoli. Antonio ne prendeva 4 e ne chiedeva 6,5: sarebbe rimasto in azzurro e noi oggi saremmo in Russia, sicuro. Ma è giusto dare a un uomo solo ciò che investiamo per tutto il settore giovanile e scolastico?“. Carlo Tavecchio, ex presidente della Federcalcio, si racconta così in un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport. Tutti i pensieri ritornano a quel playoff con la Svezia che non ha permezzo agli azzurri di partecipare ai Mondiali di Russia 2018: “Sostituire Ventura solo per il playoff voleva dire ammazzarlo e io non ho mai umiliato nessuno. Noi avevamo già investito su Ventura, prolungandogli il contratto. Non erano soldi miei ma degli italiani e poi nessuno è mai venuto a propormi di cacciare Ventura“.

La Svezia, dopo aver eliminato l’Italia nello spareggio, è riuscita a piazzarsi prima nel girone con Germania, Messico e Corea del Sud, raggiungendo gli ottavi di finale dove affronterà la Svizzera: “Non ci fa male, al contrario, ci ha ha dato un grosso alibi – puntualizza Tavecchio – Troppi l’hanno sottovalutata ma io lo ripetevo fin dal sorteggio che non ci era andat bene. Mi prendevano per matto e sostenevano che la Grecia sarebbe stata peggio“. Ritornando su Ventura e sul mancato impiego di Marcello Lippi come direttore tecnico: “Ventura ha avuto carta bianca su tutto. Dopo la Spagna poteva contare su Oriali, Uva e Ulivieri. Lippi? È saltata fuori l’incompatibilità con il figlio procuratore. Ero pronto a derogare ma era più giusto chiedere conto alal Corte Federale che ha dato parere negativo“.

Su Mario Balotelli, uno degli esclusi “eccellenti” nella sfida con la Svezia: “Mandai Ventura a vederlo a Nizza. Tornò e mi disse che in squadra c’erano dei veti su di lui. Mario era il mio preferito, sono stato criticato per averlo ammesso“. Infine virando sullo scarso impiego di Ventura per Lorenzo Insigne: “Alla vigilia di Italia-Svezia salii ad Appiano e dissi ai giornalisti: ‘Sono venuti in 30 mila da Napoli’. Non potevo ordinare a Ventura di far giocare Insigne, ma l’ho fatto capire. Perché Gabbiadini che era rimasto fermo a lungo? Ero così nervoso che strigliai anche Oriali di muoversi a provare a far qualcosa anche lui“.

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