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Calcio, José Enrique e il raro tumore cerebrale: “I giorni più brutti della mia vita”

José Enrique - Foto Wikimedia Commons

“Noi calciatori viviamo in una bolla, crediamo di essere invincibili. Ma non è così. La vita è troppo preziosa”. José Enrique si racconta dopo i giorni d’inferno passati in ospedale: il giocatore spagnolo, ritiratosi per problemi alle ginocchia a soli 32 anni, è stato preso di mira da un raro tumore cerebrale e ha rischiato seriamente di rimanere cieco. Ora sembra tutto finito e l’ex calciatore del Liverpool non vede l’ora di riprendersi del tutto: “Scusate se di recente non ho risposto molto, sono state le settimane più dure della mia vita. Ora sono in convalescenza e sono davvero grato”.

“Ero con Chris Hughton – racconta Enrique – mio vecchio allenatore del Newcastle e ora al Brighton. Quella sera, in albergo ho cominciato ad avvertire un gran mal di testa. Pensavo fossero emicranie, ho sofferto tutta la notte. Poi la mattina mi alzo ed è tutto sfocato, vedo doppio. Sono andato al pronto soccorso, mi hanno fatto una TAC. Una vena della testa era crollata e mi hanno inviato d’urgenza al St. George’s di Londra, specializzato in neurologia. Mi dicono che si tratta di un cordoma, un tumore raro e situato in una zona difficile della testa. Si trovava sotto l’occhio”.

L’ormai ex terzino del calcio inglese racconta l’inferno che ha dovuto passare, prima della notizia che tutti speravano: “Sono stato a letto per cinque giorni senza potermi muovere, i peggiori della mia vita. Non riesco a sollevare pesi, non posso piegarmi, ho il letto adatto per dormire in una posizione a 30 gradi in modo da non aumentare la pressione sanguigna della testa. Ho rischiato di rimanere cieco, poi ho riacquistato la vista e anche i medici sono rimasti sorpresi”.

Il messaggio del Liverpool:

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