Una notizia per nulla positiva arriva dal canottaggio. Vincenzo Abbagnale, figlio del presidente della federcanottaggio Giuseppe Abbagnale, è a forte rischio squalifica per doping in vista dell’Olimpiade di Rio de Janeiro, a causa della mancata presenza a tre controlli antidoping. Stando al regolamento, il campione del mondo e capovoga dell’8 rischia fino a due anni di squalifica.
La prima dimenticanza era avvenuta per una dimenticanza, mentre la seconda era, stando al racconto del sito ufficiale della federazione di canottaggio, “perché il nuovo sistema gestionale, la piattaforma Adams, non gli ha confermato la segnalazione del luogo dove si trovava”. Ed il 1° febbraio è arrivata la terza mancanza, per un ritardo causato dal traffico e da un incidente stradale, come spiega Vincenzo tramite il sito della federazione. “Ho dormito a Roma poiché il mattino seguente dovevo sottopormi a un controllo medico di routine, prima di raggiungere Sabaudia. Sulla Pontina ho ricevuto la telefonata del controllore antidoping al quale ho comunicato di essere in arrivo”. Il tempo massimo entro il quale bisogna presentarsi al luogo prefissato per il controllo è di un’ora, ma “all’altezza di Latina, 35 minuti da Sabaudia, intorno alle 11.50, a 40 minuti di strada dall’arrivo, con la ruota destra anteriore ho preso il ciglio stradale e l’auto ha sbandato e poi si è bloccata”.
Un fortunato incontro con un carro attrezzi sulla strada e la rimessa in moto del veicolo non ha però permesso ad Abbagnale di arrivare in tempo: “Alle 12 riparto per Sabaudia, dove sono arrivato alle 12.46, con 16 minuti di ritardo, mentre il controllore se n’era già andato”. In merito, il Codice Sportivo Antidoping non lascia spazio ad interpretazione: prevede per la violazione dell’articolo relativo alla mancata reperibilità un periodo di squalifica di due anni, con possibilità di riduzione ad un anno a seconda del grado di colpa attribuita all’atleta.