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Rio 2016: Zika, Kenya pronto a rinunciare ai Giochi

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L’allarme sul virus Zika continua a far paura. Dopo le dichiarazioni rimbalzate dai vertici del Comitato olimpico statunitense (Usoc), secondo cui gli atleti sarebbero liberi di non andare in Brasile per la prossima edizione dei Giochi Olimpici, anche dal Kenya hanno fatto sapere la loro. Kpchoge Keino, presidente del Comitato olimpico del Kenya, ha dichiarato al “The Standard”: “Se il virus Zika è grave allora non parteciperemo ai Giochi. Non esporremo i nostri giovani atleti ad un rischio simile. La loro salute è molto più importante dei Giochi“. Parole piuttosto chiare alle quali hanno fatto seguito una specificazione a riguardo: “Ad ogni modo aspetteremo sino all’ultimo istante per prendere una decisione in merito. Confidiamo sui consigli delle organizzazioni sanitarie di Rio per essere informati al meglio prima di scegliere cosa fare”. Tutto ciò crea non poche preoccupazioni, soprattutto dopo le non rassicurazioni provenienti dal Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro: “Non abbiamo nessun timore che gli atleti non si presentino – ha dichiarato Mario Andrada, direttore della comunicazione del Comitato di Rio 2016 – I Giochi inizieranno quando la zanzara avrà un’incidenza molto bassa. Non ci fermeremo, i controlli proseguiranno e riceveremo gli atleti nella maniera più sicura possibile“.

Ma come si manifesta tale malattia? Ha effetti simili all’influenza e diventa pericolosa per le donne in gravidanza. La paura deriva anche dalle possibili malformazioni fetali che potrebbero derivare da tale virus, tra cui la microcefalia. Si tratta infatti di una malformazione cerebrale causata da un mancato sviluppo della scatola cranica. I neonati, a cui viene diagnosticata questa malattia, hanno dei difetti neurologici molto gravi che possono essere addirittura mortali ma i cui difetti cognitivi sono riconoscibili solo nelle fasi successive della crescita. Un virus fino a poche settimane sconosciuto ai più, ma che ora, dopo un’impennata di casi verificatisi nel nord del Brasile, sembra tormentare migliaia di persone.

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