Il calcio italiano si macchia di una nuova infamia, ancora una volta dovuta ad episodi di razzismo. A seguito del match di Lega Pro tra Savona e Teramo (Girone B) dello scorso weekend, il giudice sportivo Pasquale Marino ha sanzionato con un’ammenda di 10.000 euro la squadra ligure per via di cori offensivi e frasi razziste e ingiuriose nei confronti di un assistente arbitrale. Era il marzo del 2015 quando la stessa società pagò 5000 euro per, si legge nel comunicato federale, alcuni cori razzisti rivolti all’indirizzo dei giocatori del Grosseto.
Un’ulteriore brutta pagina per il nostro calcio dopo il caso Koulibaly dei giorni scorsi. In quella occasione il giudice sportivo ha chiuso il settore da cui sono partiti gli insulti al difensore del Napoli ed ha multato il club biancoceleste con un’ammenda di 50.000 euro. Tanti bei messaggi a favore del giocatore partenopeo, tra cui quelli di Keita Baldé e di Reina. Senza dimenticare il gesto di solidarietà del popolo napoletano che sia a Castel Volturno che nell’ultima partita di campionato contro il Carpi hanno mostrato la loro vicinanza al difensore oggetto di “buuu” razzisti.
Purtroppo non è la prima volta che accade e probabilmente non sarà neanche l’ultima. Gli episodio più clamorosi negli ultimi anni riguardano direttamente Kevin Prince Boateng e Marco André Zoro. Nell’amichevole di Busto Arsizio tra Milan e Pro Patria, l’incontro era stata sospeso nel corso del primo tempo dopo che Kevin Prince Boateng aveva calciato il pallone contro le tribune. I compagni di squadra del ghanese avevano deciso di lasciare il campo per lanciare un forte segnale contro il razzismo. I sei giovani individuati dalla polizia pochi giorni dopo l’episodio erano stati condannati in primo grado anche a risarcire la Lega Pro e il Comune di Busto Arsizio, parti civili nel procedimento, per una somma pari a 10.000 euro.
Il 25 novembre 2005, durante la partita di campionato tra Messina e Inter terminata per 1-2, il difensore ivoriano ricevette insulti e fischi a sfondo razzista, non rilevati nel referto dal direttore di gara. Zoro prese il pallone e minacciò di abbandonare il rettangolo di gioco salvo poi essere convinto dai giocatori dell’Inter a proseguire la gara.