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MotoGP, GP Italia Mugello 2018. Lorenzo impeccabile, doppietta Ducati: le pagelle

MotoGP GP Italia Mugello Jorge Lorenzo
Jorge Lorenzo - Foto Antonio Fraioli

Le pagelle del Gran Premio d’Italia, sesta tappa del Mondiale 2018 della MotoGP. Doppietta Ducati con successo di Jorge Lorenzo davanti ad Andrea Dovizioso. A chiudere il podio Valentino Rossi.

JORGE LORENZO: 10 – Il maiorchino dà due decimi a Dovizioso e sfiora una grande pole che gli sfugge solo per il giro monstre di Rossi, che gli dà tre centesimi. Scatta 2°. Parte bene e si prende la leadership e, caduto Márquez, prova a prendere il largo e ci riesce, nessuno gira come lui, nemmeno Dovizioso. Un dominio.

ANDREA DOVIZIOSO: 9 – È l’ultimo di quelli che, realisticamente, potevano puntare alla pole, ma all’interno di tre decimi ci sono ben sette piloti, tra cui il compagno Lorenzo che gli dà due decimi e mezzo: il Dovi è solo 7°. Dopo la partenza è 4°, poi Márquez cade e lui scavalca Rossi, portandosi 2°, ma non ha il passo di Lorenzo, ci prova ma capisce che non ce n’è e si accontenta del 2° posto in ottica mondiale. Probabilmente con qualche problema tecnico, perde moltissimo da Rossi all’ultimo giro, tuttavia riesce a mantenere la posizione.

VALENTINO ROSSI: 9 – Compie un giro fenomenale, segna il record del tracciato e riesce a prendersi una pole che mancava da più di un anno. Al via Lorenzo lo scavalca, poi è Márquez a superarlo alla San Donato. Poi, anche se non gira male, riprende la posizione sullo spagnolo, ma viene passato da Dovizioso e, nel tentativo di difendersi, anche da Iannone. Passa Iannone al giro 12, poi va lungo e perde la posizione su di lui e anche su Petrucci. Al giro 13, però, recupera il 4° posto, finché Rins lo scavalca, prima di commettere un errore. Il pesarese si riprende e va all’attacco di Petrucci, riuscendo a sorpassarlo al giro 18 e rientrando così in zona podio. Poi inizia un duello giro dopo giro con Iannone alla San Donato, ma riesce sempre a difendersi e chiude 3°, nonostante la sua moto abbia dimostrato di non possedere un super ritmo con questo caldo.

ANDREA IANNONE: 8,5 – Dimostra sin dalle prove libere di essere a proprio agio e la piazzola numero 4, a poco più di un decimo da Rossi, è la conseguenza. Riesce a passare subito Viñales, ma nel frattempo Márquez lo scavalca e rimane 4°. Da metà gara entra in difficoltà con le gomme e fatica a stare bene in traiettoria, tanto che il gruppo gli torna addosso: al giro 12 Rossi lo passa, ma poi il #46 allarga e viene ripassato da Petrucci e dallo stesso Iannone, mentre la tornata successiva è Rins a passarlo. Un errore del compagno spagnolo gli restituisce però il 5° posto. approfitta dell’attacco di Rossi a Petrucci per scavalcarlo subito dopo, prendendosi il 4° posto. Alla fine ci prova in tutte le maniere con Rossi, ma non riesce a passarlo.

ÁLEX RINS: 8 – Lo spagnolo della Suzuki ottiene un tempo tutto sommato buono il sabato, ma Iannone fa ben sei decimi meglio. Parte dal 10° posto. Corre regolare all’inizio, approfittando degli errori altrui e l’unico sorpasso che subisce è ad opera di Petrucci, quindi si ritrova 6°. Poi, da metà gara, si scatena: scavalca Iannone al giro 13 e si mette in scia a Rossi, di cui si libera al giro 15. Al giro 18 commette però un errore e perde le due posizioni precedentemente guadagnate da Rossi e Iannone.

CAL CRUTCHLOW: 7,5 – Si prende sei decimi da Rossi e non è mai realmente in lotta, parte 8°. Lotta prima con Petrucci – perdendo – e poi con Viñales. Non si vede praticamente più se non quando scavalca Petrucci e chiude 6° una gara regolarissima che gli porta punti pesanti.

DANILO PETRUCCI: 7 – Il sabato precede il compagno Miller, il campione Márquez, un qualificatore nato come Zarco e la Ducati ufficiale di Dovizioso: chiedere di più sarebbe stato anche troppo. Scatta dal 5° posto, distante due decimi da Rossi. Viene allargato da Márquez in curva 2 e perde diverse posizioni trovandosi 8°, poi passa Crutchlow e si dimostra molto rapido, giocandosi a più riprese il giro più veloce con i primi. Al giro 8 scavalca anche Rins e si riporta in scia al gruppo di testa. È bravo al giro 12 ad approfittare della bagarre tra Iannone e Rossi per scavalcare entrambi. Entra in crisi di gomma a 7-8 giri dal termine e viene passato prima da Rossi e Iannone, poi anche da Rins e Crutchlow. Conclude 7°.

MAVERICK VIÑALES: 6 – Rischia di non passare il Q1, ma poi si salva e riesce a fare un grandissimo tempo in Q3, a meno di un decimo del compagno, che gli vale il 3° posto. Parte malissimo e dopo poche curve è già 10°. Dopo il volo di Márquez recupera il 9° posto, poi passa Zarco, ma il resto della gara lo passa a difendersi dallo scatenato Bautista. Sicuramente lo start sbagliato lo ha penalizzato, ma la colpa è solo stata sua; inoltre mai ha dimostrato di avere il ritmo di chi gli è arrivato davanti.

ÁLVARO BAUTISTA: 7,5 – Scatta dal 16° posto, fa il suo in qualifica. Parte bene ed ha ritmo, scavalca gli Espargaró, Morbidelli, Rabat e Syahrin e non ha problemi a mantenere la 10° posizione, anzi, riesce perfino a sorpassare Zarco e a mettersi tranquillamente in scia a Viñales, prova anche ad attaccarlo ma non ci riesce, chiude comunque 8° una grandissima gara.

JOHANN ZARCO: 5,5 – Il mago francese delle qualifiche in Toscana non si vede e si schiera solo 9°. Nemmeno sul passo gara va benissimo, è a lungo 8° finché Viñales lo passa al giro 10. Non va affatto bene, non ha minimamente ritmo, tanto che anche Bautista gli salta davanti e lui non riesce a rispondere minimamente. Chiude 10°, gara incolore.

POL ESPARGARÓ: 6,5 – Non riesce ad avvicinarsi alla qualifica in Q2, ma dà un grosso distacco al compagno Smith e si qualifica due posizioni più avanti di lui, 15°. Non corre male, dopo una lotta con Smith stesso si ritrova 11° e mantiene tranquillamente la posizione.

HAFIZH SYAHRIN: 7 – Il malese si avvicina sempre più alla possibilità di accedere in Q1, ma anche stavolta non ci riesce e parte 14°. Anche lui non va benissimo sul passo gara, mantiene a lungo la posizione del via, finché Rabat non lo risorpassa. Alla fine tira un volatone a Rabat e Smith ed è bravo a precedere entrambi: è 12° al traguardo.

TITO RABAT: 6,5 – Sfrutta la scia di Viñales al sabato per cercare di passare il turno e sembra farcela finché non arriva Miller a scalzare sia lui che lo spagnolo della Yamaha e non riesce a salvarsi: parte dalla piazzola numero 13. La sua gara, in parallelo a quella di Morbidelli, non è il massimo ma riesce a restare davanti almeno all’italiano nella prima parte della corsa. Poi si sveglia e scavalca sia Syahrin che Smith, ma il malese in volata lo scavalca sul traguardo e lui chiude 13°.

BRADLEY SMITH: 6 – Con la sua KTM si becca ben mezzo secondo dal compagno e parte 17°. Corre bene, compie due bei sorpassi sugli Espargaró e risale in classifica sino all’11° posto. Poi, però, i due fratelli si riprendono la posizione. Alla fine si fa precedere in volata da Syahrin e Smith e torna giù, chiudendo solo 14°.

FRANCO MORBIDELLI: 6 – Chiude la classifica della Q2, ma fa il massimo finendo praticamente attaccato a Miller e a otto decimi dal poleman Rossi. Parte 12°, ma in gara non riesce proprio ad andare, tanto che Bautista, Smith, Syahrin, i fratelli Espargaró e Rabat riescono a stargli davanti.

MARC MÁRQUEZ: 5 – Lo spagnolo si dimostra ancora una volta un alieno in qualifica, ma stavolta solo potenzialmente: è autore di settori incredibili, ma non riesce a mettere insieme un giro completo su quei tempi e rischia anche due volte di cadere: butta via così due giri cruciali e parte solamente 6°. Parte bene e stacca tardissimo, poi rifila una spallata a Petrucci e lo fa allargare, dopo tre curve è già 3°. Al giro 3, alla San Donato, si libera di Rossi con una staccatona. Cade alla curva 10 al giro 5 e cerca di ripartire, riuscendoci ma senza avere più il passo. Al giro 12 si libera di Simeon, ma non riesce a riprendere nessun’altro. Conclude solo 16° completando il disastro Honda.

XAVIER SIMEON: 6 – Con la sua vecchia Desmosedici del 2016, prova a levarsi dall’ultima posizione giocandosela con Redding, ma non ci riesce. Al solito, fa quel che può, non è mai in lotta con nessuno, nemmeno con Márquez per evidente inferiorità tecnica e chiude desolatamente 17°.

TAKAAKI NAKAGAMI: SV – Con la vecchia Honda del 2017 se la cava di sabato, qualificandosi 18°. Come Pedrosa e Redding, cade nel corso del primo giro. Rientra ai box a riparare e riparte ultimissimo, girando in pista forse per raccogliere dati.

ÁLEIX ESPARGARÓ: 6,5 – Il #41 precede bene il compagno in qualifica, ma non può fare più di tanto e parte 21°. Dopo la partenza si mette in scia al fratello e non lo molla più, rimanendo praticamente sempre al 12° posto, finché ha un problema tecnico e rientra al pit, ritirandosi.

THOMAS LÜTHI: 5 – Lo svizzero parte 19°, ma rispetto a Morbidelli, già qualificato in Q1, si prende un super distacco. Dopo due giri abbandona la compagnia volando in terra.

KAREL ABRAHAM: 5 – Il ceco prende otto decimi da Bautista, ma non dimentichiamo che la sua Ducati è un anno più vecchia di quella del compagno e scatta 22°. Anche lui fa parte del gruppo di piloti che cade nei primi giri.

JACK MILLER: 5 – Bravo a passare la tagliola del Q1, poi riesce a precedere il solo Morbidelli e scatta 11°. Al secondo giro si ritrova in terra.

SCOTT REDDING: 5 – Il britannico si prende mezzo secondo dal compagno in qualifica e parte dal 23° posto. Cade nel primo giro.

DANIEL PEDROSA: 4 – Senza dubbio la più grande delusione del sabato toscano. Lo spagnolo #26 non riesce nemmeno mai ad avvicinare le prime due posizioni in Q1, dalle quali prende più di un secondo di distacco e viene escluso male, schierandosi addirittura 20° in griglia. Cade praticamente subito scivolando alla curva 2 e travolgendo l’incolpevole Nakagami, un disastro dall’inizio alla fine.

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