Sesto appuntamento per il classico ‘monday review’ di Sportface.it per il Mondiale 2018 della Formula 1. Domenica 27 maggio è andato in scena il Gran Premio del Principato di Monaco, una delle tappe più attese nel calendario del campionato a quattro ruote. Chi fa la pole position a Monte Carlo, di solito, realizza il 60% del lavoro: a confermarlo è Daniel Ricciardo che sul circuito cittadino monegasco difende la prima posizione egregiamente dalle insidie della Ferrari di Sebastian Vettel e della Mercedes di Lewis Hamilton.
La cornice è spettacolare, la gara un po’ meno: quando si pensa a Monte Carlo si pensa alle grid girls, al glamour, al Casinò e perché no… al “casino”. È stato un Gran Premio pulito, senza grossi colpi di scena, condotto con estrema attenzione dai venti piloti in pista. Nessuna variazione tra i 5 big davanti, considerando il risultato delle qualifiche, con il solo Max Verstappen costretto alla rimonta dall’ultima posizione dopo il disastroso crash delle prove libere 3. Tre ritiri, due dei quali per un unico incidente a causa di un problema ai freni sulla Sauber di Charles Leclerc che nel finale di gara è finito addosso alla Toro Rosso di Brendon Hartley. Insomma una tappa abbastanza lineare, con pochi sorpassi ma vissuta in maniera intensa al muretto box dove le strategie han cercato di cambiare il registro, seppur senza grossi risultati.
RICCIARDO SI RISCATTA – Un riscatto voluto fortemente, cercato con grande convinzione e trovato con estrema soddisfazione. Non importa se son passati due anni, l’importante è avercela fatta senza aver mai smesso di crederci: Ricciardo torna a Monte Carlo e per la prima volta in carriera vince il Gran Premio del Principato. Esattamente due anni dopo la pole con il conseguente disastro in gara, quando il pit-stop senza le gomme pronte fece perdere incredibilmente il successo all’australiano. Dal muso lungo alle lacrime di gioia, Daniel guida egregiamente la Red Bull e si riavvicina al suo team dopo le recenti delusioni: “Vogliono lasciarmi tranquillo, questa è la seconda vittoria in sei gare e tutto ciò è positivo per me e per le negoziazioni. Ma per adesso festeggiamo, bevo un po’ stasera con amici. Loro hanno iniziato giovedì, ora li raggiungo io“. Svago per scacciar via i brutti pensieri che hanno tormentato una gara non propriamente banale. Al 28° giro Ricciardo ha aperto il team radio per comunicare al muretto box una grossa perdita di potenza: “Ho pensavo che avrei dovuto ritirarmi – spiega l’australiano – Per 5-10 secondi son stato triste e distrutto perché pensavo a due anni fa, quando avevo fatto il massimo. Non è stato proprio un bel momento“. Nonostante ciò Daniel è riuscito a portare la sua Red Bull prima al traguardo oscurando il problema alla powerunit in una pista dove la potenza non è essenziale. “È stato un lungo week end ma è stato bello vincere questa gara – puntualizza a fine GP – Non vedevo l’ora che arrivasse la fine. Quando ho avuto il problema ho pensato al peggio poi abbiamo cambiato un sacco di impostazioni e siamo riusciti a sopravvivere“.
VETTEL MUOVE TRE PASSI – Dal -17 al -14, tre passi per la scalata verso il ritorno in testa al Mondiale. Dopo tre gare di fila Vettel torna sul podio e lo fa sul secondo gradino, un pizzico più alto rispetto a Hamilton. Con grande caparbietà Seb si è conquistato questo piazzamento in qualifica, beffando Lewis all’ultimo tentativo. Ma in gara il tedesco non è riuscito ad andare oltre alla seconda posizione, viste le difficoltà di sorpasso in un tracciato corto e con pochi punti d’attacco. Nemmeno con la Red Bull in affanno il tedesco poteva sorprendere Ricciardo: “Era difficile stargli dietro nelle curve a bassa velocità dove non si ha bisogno di potenza ma solo di grip – spiega Sebastian – Era facile riprenderlo in rettilineo perché avevamo più potenza ma non potevo attaccarlo“. Dal 28° giro in poi Vettel ha tenuto lo stesso ritmo di Ricciardo cercando di metterlo sotto pressione soprattutto nella fase finale del Gran Premio. Un tentativo vanificato dalla virtual safety car chiamata per il contatto Leclerc-Hartley: “Ricciardo ci ha messo un po’ a ripartire dopo la VSC ed io son stato sorpreso perché le mie gomme erano ormai finite e ci hanno messo un po’ a riscaldarsi. Ho perso un sacco di tempo in un giro poi non ho voluto prendere dei rischi stupidi. Sarebbe stato bello finire la gara alle spalle di Daniel mettendolo costantemente sotto pressione, ma purtroppo non è andata così“. Niente azzardi: passo dopo passo si va avanti senza cestinare nulla.
HAMILTON ‘ANNOIATO’ – Un terzo posto “noioso” per Hamilton. Il leader del Mondiale ha cercato di limitare i danni in una pista complicata per la Mercedes, monoposto improvvisamente tornata a soffrire le gomme. Eccessiva usura sulle nuove hypersoft per Lewis che più volte si è lamentato con il muretto box per l’alto consumo delle mescole, oltre alla strategia differenziata fra lui e Bottas tra ultrasoft e supersoft. “Non abbiamo spinto per nulla, è stata una gara piuttosto noiosa a dire il vero – spiega Hamilton – Per andare forte qui a Monaco dovremmo cambiare radicalmente la macchina ma non ne varrebbe la pena“. Un Gran Premio da archiviare, probabilmente una delle tappe più difficili per le frecce d’argento: “Credo che questa fosse la gara peggiore per noi, ne sono abbastanza sicuro. Abbiamo dovuto far durare molto le gomme e Daniel ha fatto un grandissimo lavoro, sono contento per lui“. E tutto sommato i 15 punti in un week end così complicato non sono disastrosi, anzi. Il vero capolavoro Lewis l’ha fatto in qualifica ma per il britannico questo è un podio da “sbadiglio”.
‘SECONDE GUIDE’ GIÙ DAL PODIO – Il quadro del podio, seppur non propriamente esatto in termini di classifica, disegna la reale situazione nelle scuderie top. Mercedes, Ferrari e Red Bull puntano rispettivamente su Hamilton, Vettel e Ricciardo, i tre piloti che occupano le prime tre posizioni nella corsa al titolo iridato. Giù dal podio troviamo le “seconde guide” (eccessivo denominarle così?) Bottas, Raikkonen e Verstappen. Il duello fra i due finlandesi l’ha vinto Kimi che in qualifica ha sfiorato addirittura il terzo piazzamento per una manciata di millesimi di ritardo da Hamilton. Raikkonen nei primi giri ha cercato il sorpasso su Lewis ma non riuscendo a trovare lo spazio giusto si è messo a difesa della quarta posizione, proprio su Bottas. Con Valtteri la Mercedes ha provato ad attuare una strategia diversa mettendo le supersoft ed allungando notevolmente lo stint nella speranza che le prestazioni degli altri crollassero sul finale. Niente da fare: gara piatta e costantemente dietro gli scarichi della Ferrari del connazionale per una quinta posizione “annunciata” alla vigilia. Poi c’è Verstappen per la Red Bull e qui… tanti rimpianti. Considerando il problema avuto ad inizio gara da Ricciardo, Max avrebbe potuto usufruirne o perché no, magari partire direttamente dalla pole, semmai avesse avuto la possibilità di disputare regolarmente le qualifiche. Lui ha detto di aver imparato la lezione e che la prossima volta starà lontano dai muri: che sia la volta buona? In fondo entrambe le vittorie conquistate da Ricciardo sarebbero potute passare in mano all’olandese, se solo avesse guidato con concretezza e cinismo.
Sesto posto positivo per Esteban Ocon che con la Force India si piazza immediatamente alle spalle di Bottas. Il pilota francese ha scaturito qualche polemica di troppo per il suo “lascia passare” alle Mercedes, essendo di proprietà della scuderia tedesca. Ocon in gara si è fatto superare agevolmente da Hamilton e Bottas favorendoli nella rincorsa al podio dopo i rispettivi pit-stop: un atteggiamento non propriamente sportivo. Splendida settima posizione per la Toro Rosso di Pierre Gasly, seguito da Nico Hulkenberg mentre a chiudere la top-10, dietro a Verstappen, c’è Carlos Sainz.
Nuova settimana di pausa prima della trasferta nordamericana in Canada per il settimo round del campionato. Nel week end 8-10 giugno andrà in scena la sfida sul circuito di Montreal dove la Ferrari potrebbe tornare ad esser la monoposto favorita considerando la conformazione del tracciato. Vettel ha fatto tre passi andando a -14 da Hamilton ma attenzione alla mina vagante Ricciardo, ora terza forza del Mondiale: tre piloti accomunati dal fatto di aver vinto due tappe a testa in questo avvio di stagione.