Serie A

Serie A 2017-18, Lazio: il pagellone della stagione

Ciro Immobile
Ciro Immobile - Foto Antonio Fraioli

Chi l’avrebbe detto nell’estate del 2016 che la Lazio, fresca del ribaltone Bielsa, avrebbe trovato una guida solida, forte e competitiva come quella di Simone Inzaghi? Il tecnico biancoceleste ha confermato quanto di buono fatto vedere nella scorsa stagione con la vittoria in Supercoppa Italiana che ha dato slancio ad un campionato sorprendente e ogni oltre aspettativa. Con la Champions League solo sfiorata, decisivo ai fini della cavalcata è stato Ciro Immobile capace di fare meglio della scorsa stagione con ventinove gol che permettono all’attaccante napoletano di guadagnare il titolo di capocannoniere. Ma non solo: c’è la conferma di Strakosha, la delusione Nani, le sorprese Luis Alberto e Luiz Felipe e la ‘scoperta’ (si fa per dire) di una seconda giovinezza di Lucas Leiva, autore di un campionato strepitoso.

Portieri

Thomas Strakosha 6.5

Il figlio d’arte (suo papà era il portiere dell’Albania) ha confermato tutte le sue qualità. Pochi errori e comunque accettabili per un estremo difensore ancora giovanissimo, molte le parate decisive. Ne sa qualcosa l’Atalanta.

Stefan de Vrij 7

Il leader della difesa. Lascia la Lazio al termine della sua migliore stagione in biancoceleste. Sei gol in campionato, uno in Europa League: un peso in zona rete che va ad aggiungersi al solito apporto difensivo che ne fa uno dei migliori nel suo ruolo in Serie A. Lascia con le lacrime per il fallo da rigore su Icardi, il destino è beffardo.

Patric 5.5

Gioca poco in campionato, è l’uomo da Europa. Si fa trovare pronto quando è chiamato in causa ma non è all’altezza di una maglia da titolare per una Lazio in formato Europa.

Jordan Lukaku 6.5

Non è un caso che in questa stagione abbia collezionato il doppio delle presenze rispetto alla sua prima italiana. Ora conosce di più il calcio italiano e Inzaghi gli ha dato maggiore fiducia. Lui l’ha ripagata.

Wallace 5

Gioca poco e quando lo fa appare come al solito insicuro. Nelle gerarchie di Inzaghi ormai è agli ultimi posti e le incertezze non sono mancate, come in occasione dell’autogol al San Paolo contro il Napoli.

Bastos 5.5

Molti errori spesso decisivi e i cinque gol tra campionato ed Europa League rendono soltanto meno amara una stagione insufficiente.

Luiz Felipe 6.5

E’ lui l’erede designato di De Vrij. E se quest’anno è stato quello della rivelazione, il prossimo dovrà essere quello della conferma. Il suo è il volto della Lazio di Inzaghi: giovane, forte e voglioso di mettersi in mostra.

Stefan Radu 6

La sua undicesima stagione in biancoceleste è l’ennesima da titolare. Esperienza e duttilità al servizio del club biancoceleste.

Adam Marusic 6

Alti e bassi. L’esterno montenegrino si è fatto apprezzare alla sua prima stagione in Serie A mostrando forza fisica e anche discrete doti balistiche. Tre reti e sei assist impreziosiscono una stagione comunque non priva di errori.

Martin Caceres 6

Titolare o riserva di lusso, una cosa è certa: l’acquisto, già prenotato in estate, è stato azzeccato.

Dusan Basta 6

Qualche infortunio di troppo compromettono il minutaggio nella prima parte di stagione. Poi torna a farsi vedere in campo e le sue prestazioni sono all’altezza del contesto

Lucas Leiva 7

E’ bastato poco ai tifosi laziali per capire il perché il brasiliano fosse tanto apprezzato a Liverpool. Professionalità, qualità ed esperienza: il centrocampo è in mani sicure

Davide Di Gennaro s.v.

Troppo poco per giudicare

Sergej Milinkovic-Savic 8

Che dire? Non ha il voto più alto solamente perché Immobile ha messo in mostra la sua migliore stagione di sempre. Ma è giovanissimo e quello che impressiona sono i margini di miglioramento ancora enormi per un calciatore già in grado di spostare gli equilibri. Senza di lui in campo, la Lazio ha spesso avuto un volto diverso.

Marco Parolo 6.5

Il centrocampo della Lazio ha funzionato al meglio come una macchina perfetta. E grande merito va ad un gregario del centrocampo e maestro degli inserimenti.

Alessandro Murgia 6.5

Un suo gol è valso un titolo. Si è fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa e non ha fatto rimpiangere i titolari. Il futuro è suo.

Senad Lulic 6

Come ogni anno riceve qualche critica di troppo, eppure il suo contributo è sempre di livello e sulla fascia protegge la maglia da titolare. La duttilità verrebbe apprezzata da ogni allenatore e la sua prima stagione con la fascia da capitano è degna di nota. Pesa però il rosso nello spareggio Champions contro l’Inter, doveva essere il primo a mantenere lucidità in quel momento delicato.

Felipe Anderson 6.5

Dieci, sette, quattro, quattro. In zona gol è peggiorato di stagione in stagione e quest’anno, a causa dell’exploit di Luis Alberto, ha anche perso il posto da titolare. Ma il suo contributo, soprattutto in Europa, non è mancato.

Nani 4.5

Accolto dall’entusiasmo dei tifosi, è la più grande delusione della stagione biancoceleste.

Luis Alberto 7

Se Nani è la più grande delusione, lui è la sorpresa più inaspettata e luminosa. Undici reti, una qualità da top player e un apporto sempre costante al punto da entrare nel giro della Nazionale.

Ciro Immobile 8.5

Quarantuno gol in quarantasette partite. Nulla da aggiungere. Peccato per quell’infortunio nel finale di stagione, la Scarpa d’oro poteva essere alla sua portata.

Felipe Caicedo 5

Per la Champions servirà una riserva di Immobile capace di non far rimpiangere l’attaccante azzurro. Lui non ci è riuscito.

Simone Inzaghi 7

Una cavalcata esaltante in campionato terminata con la beffa, proprio come in Europa League. La sua Lazio però è solida, compatta, micidiale nelle ripartenze, con un gioco divertente e, a seconda del contesto, propositivo e spumeggiante. Ha lavorato con umiltà e dedizione, i risultati si vedono.

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