“Senza Giulia, mia moglie, non so cosa mi sarebbe successo in questi anni. Chiamando le cose con il loro nome, io sono stato vittima di cyberbullismo durante la mia carriera”. Andrea Ranocchia confessa qualche retroscena avvenuto al di fuori dal campo, in un’intervista a Il Giorno. Il difensore dell’Inter prosegue sul delicato capitolo degli insulti sui social: “C’è stato un momento in cui sono stato insultato in ogni modo. Quando vai in difficoltà ti puoi lasciare trasportare, ed è la reazione sbagliata, oppure fai un altro giro di maniche e lavori. Negli ultimi anni mi sono allenato molto duramente. Non lo avessi fatto non sarei riuscito a giocare a un buon livello dopo tante panchine”.
Il 30enne di Assisi accetterebbe un’eventuale fascia di capitano: “Sono consapevole di quel che sono, per cui vivo tutto con grande entusiasmo. Anche la corsa Champions che stiamo vivendo. Sudiamo ogni giorno per questo traguardo. Certo, dovessimo fallire sarebbe un dispiacere enorme”.
Ranocchia ha infine voluto dedicare qualche frase al proprio allenatore, Luciano Spalletti: “A inizio anno fece un gesto per difendere me e il gruppo da un tifoso che mi aveva insultato a bordo campo in ritiro, è qualcosa per cui lo ringrazierò sempre. Io valuto l’uomo, la persona. In più ho un metro di giudizio che è quello del campo rispetto agli anni passati. Ce la stiamo giocando, nonostante un periodo difficile in inverno. Siamo stati bravi a gestirlo”: