Sabato 6 febbraio 2016. Segnate questa data perché entra di diritto nella storia dello sport italiano. Dopo Dominik Windisch, ci pensa Dorothea Wierer a vincere la mass start di biathlon di Canmore, in Canada. Un qualcosa di storico, di indescrivibile. L’azzurra vince la terza gara della sua carriera, centra l’ottavo podio stagionale. Nessuna italiana come lei.
Una gara che sin dall’inizio ha imposto una certa scrematura, in cinque sono rimaste al comando: ovviamente Dorothea, poi Dorin, Soukalova, Hildebrand e Aymonier. A parte quest’ultima, le altre sono le migliori che il panorama mondiale possa offrire. La Wierer non si lascia intimorire, fa la sua gara ed impone lei il ritmo. I due poligoni in piedi sono l’apoteosi di questa giornata stratosferica: due zero fatti alla velocità della luce, che hanno messo ko due avversarie fortissime come Gabriela Soukalova e Marie Dorin. Dorothea si alza e se ne scappa via, non c’è storia nell’ultimo giro. E’ un ultimo giro di onore, che tutti i tifosi italiani si gustano, assaporano perché sanno di essere partecipi di una giornata che capita una volta nella vita, e forse neanche quella.
Da segnalare anche il ventesimo posto di Karin Oberhofer e il ventesettesimo di Federica Sanfilippo. Non ce ne vogliano, ma la copertina oggi è per Dorothea Wierer e Dominik Windisch, uniti in un filo tanto sottile quanto incredibile, perché entrambi sono di Brunico. Per quel che riguarda la Wierer il sogno della classifica generale si fa più concreto, la Soukalova rimane in testa, ma ancora ci sono parecchie gare a disposizione. Chissà tra cinquant’anni come verrà ricordato questo 6 febbraio, una data che fa esplodere uno degli sport più belli dell’intero pianeta e che forse finalmente avrà il giusto risalto. Le emozioni di oggi rimarranno indelebili, le parole sono anche finite. Grazie Dominik, grazie Dorothea: avete fatto la Storia. Si, con la S maiuscola.